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14 startup italiane a Wall Street per mostrare l’Italia migliore

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Per la prima volta nella storia di Wall Street, mercoledì 26 febbraio, la comunità finanziaria internazionale valuterà nel Trading Floor della Borsa di New York quattordici startup italiane. Le idee raccolte nell’ambito della 3^^ edizione del concorso “La Tua Idea per il Paese” di ItaliaCamp propongono un’inedita selezione tra alcuni dei più rilevanti investimenti effettuati dai venture capitalist italiani e da autorevoli centri di ricerca nazionali come il Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR) e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova.

A meno di 24 ore dall’inizio della missione USACamp, l’impresa è già compiuta: più di 150 delegati (provenienti da tutte le regioni d’Italia) hanno deciso di #esserci, investendo personalmente sullo sviluppo di una missione che si pone l’obiettivo di andare oltre (ai ben noti pregiudizi su startup e innovazione), ben sperando nella presenza di più di 30 gli investitori internazionali che intendono valutare le effettive condizioni in cui immaginare la realizzazione dei migliori progetti presentati.

Esiste, dunque, un nuovo made – qualcuno direbbe già make – in Italy giunto alla sua prova di credibilità internazionale per la concreta capacità di stimolare finanziamenti, con cui sostenere le proposte che il nostro Paese sarà in grado di presentare all’attenzione di una comunità finanziaria sempre più sensibile al tema dell’innovazione.

E’ chiaro, però, che non si tratti più di una questione di soldi ma la vera sfida è politica, qualcuno più dotto potrebbe anche osare con una domanda banale: “quanto spazio si è in grado di riservare agli innovatori del nostro Paese? Gli ottimisti, in quanto pessimisti ben informati, sostengono da tempo: “ancora troppo poco”. I pessimisti, in quanto ottimisti ormai sfiduciati, continuano a sperare “in qualcosa di più”. Esiste anche una terza categoria (quella vera) degli innovatori, condannati per definizione ad un percorso senza meta.

Nella realtà dei fatti ogni storia, diventa straordinaria, in una “normalità” oggi legittimata da una leadership sempre più a carattere più collettivo e meno personale, così come la rete insegna. Immersi, in un’economia delle connessioni, in cui non esiste più la nozione di “spazio” e “tempo” se non quella della ”ora per adesso”.

Nasce così il progetto USACamp, from the stairs (del sottoscala universitario dove tutto ebbe inzio) to the stars (del NYSE), nella consapevolezza di voler essere in grado di rispondere a specifiche su: telco e hardware, internet software e big data, life science, green ed energie sostenibili con 14 proposte concrete: Athonet e il suo dispositivo portatile per avere una rete mobile nelle situazioni di emergenza e criticità, Cloudesire per distribuire software su cloud,Empatica il bracciale utile per il monitoraggio dello stato di salute delle persone ed Exim per la realizzazione di un prototipo robotico flessibile e accessibile economicamente che fa camminare chi ha lesioni spinali o deficit neuromuscolari.

Nella sezione internet e big data, hyper tv applicazione che arricchisce l’esperienza sensoriale della televisione, Pick1, per utilizzare i big data e focalizzare al meglio l’effetto pubblicitario, Semplus, sistema di riconoscimento tattile per tablet e apparecchi di nuove tecnologie, Taggalo sensori intelligenti per il monitoraggio delle campagne marketing. Per la sezione life science, ci sono Abiel enzimi terapia cellulare e medicina rigenerativa, Orangefiber con cui produrre valore dagli scarti degli agrumi e infine per il green e cleantech, I-EM soluzioni per la gestione dell’efficienza energetica, Offgridbox, una scatola di energia pulita che fornisce energia elettrica e termale alla casa, Casalife per monitorare l’inquinamento domestico e Os vehicle la cosiddetta macchina Ikea per la creazione di veicoli che possono essere assemblati dall’utente.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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