5 maggio 2014: in Friuli abbiamo cantato l’«Ei fu» dell’analogico

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Domenica pomeriggio, 4 maggio 2014. Svuoto la valigia e la riempio di nuovo: appena rientrata da Festival del Giornalismo di Perugia e di nuovo in movimento verso il Friuli. Suona il telefono, è la mia collega Claudia dalla stazione: “Chiara emergenza, treni strapieni, non arriviamo a Udine fino a domani pomeriggio, neanche viaggiando in piedi. Impossibile partire.”. Calma e sangue freddo. Caffè doppio e si carica la macchina: la mia Nanetta, cilindrata 1000, il simbolo dell’Enterprise di Star Trek sul portello posteriore. Ah, avessimo il teletrasporto o i motori a curvatura! Invece si affronta la A1, dita incrociate sperando che il traffico del rientro dal ponte del primo maggio non ci blocchi. Dove andiamo? A Udine, per il DDayFVG di Go On Italia.

C’è un’intera regione da conquistare al digitale, e per farlo bisogna essere più che analogici: bisogna esserci fisicamente. E macinare chilometri.

Circa due mesi fa scopro il bel progetto di Wikitalia per portare cultura digitale in tutto il paese. Mi piace e penso subito che sia il progetto perfetto in cui portare il Registro.it, l’anagrafe dei domini italiani, la mappa di tutto quello che è Italia sul web. Riccardo Luna ne è entusiasta (esiste mai un momento della sua vita in cui è titubante, indeciso, annoiato, dubbioso?). Gli racconto soprattutto della Ludoteca, il progetto con cui dal Registro portiamo la storia della Rete ai piccolini delle scuole elementari, da due anni in giro per la Toscana e l’Italia. Gli piace, Ludoteca deve esserci, le scuole sono il motore di Go On Italia, il grande punto di partenza.

Prima di chiudere la telefonata Riccardo mi dice “Chiara, ma io voglio fare un DDay per partire, voglio invadere la regione per un giorno. Vero che vieni anche a parlare di crowdfunding? Ci saranno tanti amici da tutta Italia, voglio che ognuno di voi racconti un pezzo di cultura digitale a chi non la conosce, a chi può davvero imparare”. Come faccio a non essere contagiata dal suo entusiasmo? Non posso. Si va.

E così la mattina del 5 maggio (Ei fu, analogico!), mentre iniziano a piovere i tweet da Trieste, Gorizia, Pordenone, da ciascuno degli altri eventi organizzati in giro per la regione (più di 100) insieme ai miei colleghi Claudia e Gianmario varchiamo la porta della Di Toppo Wassermann, scuola elementare di Udine.

Nel cortile ci accoglie un piccolo orto fatto dai bambini, con le piantine di pomodoro che crescono, fa tenerezza. La nostra classe, una seconda, ci aspetta nell’aula magna insieme alla maestra Silvia, un vero portento (scopriremo più tardi che i bambini grazie a lei hanno già sentito parlare anche delle stampanti 3D).

Li troviamo intenti a ripassare le tabelline sulla LIM, silenziosi, attenti anche se sono davvero piccoli! Inizio a spiegare loro un po’ di storia dei computer, mostro la CEP, il primo computer italiano, assemblato dai nostri ricercatori CNR proprio a Pisa, e poi ci divertiamo a scoprire come sono cambiate le macchine, dallo Xerox alto, all’Apple II, al Commodore 128D (il mio primo pc, alla loro età!), fino a tablet e Google Glass. Claudia insegna loro il sistema binario con cui i computer “ci parlano” e insieme a Gianmario li facciamo giocare al gioco dei fili, che simula l’invio dei pacchetti di dati da un utente all’altro della Rete. Concludiamo guardando tutti insieme un cartone del Prof. Ittì, prodotti dalla Ludoteca, e alla fine ci stringiamo in un grande abbraccio con i nostri giovani allievi per salutarli. Prima missione digitale compiuta! Ognuno di quegli sguardi, di quelle mani alzate e di quei sorrisi sarebbe valso altri km e km di strada.

La stanchezza inizia a farsi sentire, ma la giornata è appena iniziata. Si va a Pordenone, anzi a Cordenons, da Gianni Barbon, proprietario e anima dello spazio di coworking Cowomod-o. Pranziamo dentro il locale di PnBox, una web TV fondata a Pordenone nel lontano 2006. Gianni è un formatore appassionato: nella sua vita non c’è solo il coworking, ma anche mille progetti appassionanti, dall’affiancamento dei ragazzi per avviarli all’impresa all’analisi della comunicazione digitale per le aziende fino ai viaggi a piedi nel deserto. Un ciclone che intorno a sè fa muovere ogni cosa, la cambia, ma si mantiene incredibilmente centrato. E raccoglie una community decisamente speciale: a fine giornata la saletta del coworking è piena, più di 40 persone venute a sentire il mio racconto su cosa è e come si usa il crowdfunding.

Nonostante la stanchezza la mia ora e mezzo di speech sembra volare, mi diverto e l’adrenalina mi sostiene…così come la lezione nella scuola, anche il mio incontro qui si chiude con un forte abbraccio di ringraziamento tra me e Gianni (e idealmente con tutta la sala): un grazie per l’esperienza condivisa, per l’energia che ci si scambia quando si hanno sogni e visioni comuni. C’è tempo solo per un brindisi rigorosamente analcolico, visto che mi aspettano altre 5 ore di guida. Tra soste per rifornirsi di caffè, molti sbadigli e troppi camion da sorpassare riesco a riportare i miei colleghi e la Nanetta a casa. Non è stata una missione interstellare, ma di sicuro un’avventura che ci ha fatto guardare al presente con gli occhi del futuro. La mia personale Enterprise è di nuovo pronta a partire Riccardo, dacci tu le prossime coordinate e go on Italia!

Udine, 7 aprile 2014CHIARA SPINELLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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