5 scenari possibili a 24 mesi dal terremoto in Emilia Romagna

scienze

In questi due anni abbiamo raccontato su Che Futuro storie, esperienze e politiche di ricostruzione “Open”, partecipate e trasparenti, percorsi di ripartenza dopo il terremoto dell’Emilia del 2012. Con questo post conclusivo, proviamo a tirare le file e vediamo come stanno andando le cose in quel pezzo di Emilia che resiste e pianifica il suo difficile e coraggioso futuro.

CENTRI STORICI e SPAZI PUBBLICI. Sono state varate dal commissario delegato alla ricostruzione, Vasco Errani, due ordinanze (n 32 e 33) che contengono misure per favorire la rinascita dei centri storici e urbani colpiti dal sisma del maggio 2012. I provvedimenti, attraverso programmi di rigenerazione, hanno l’obiettivo di favorire il ripristino delle condizioni di vita, e la ripresa delle attività economiche nei comuni che hanno subito danni molto gravi al patrimonio edilizio, produttivo ed ai beni culturali.

In sostanza per rivitalizzare i centri storici che il terremoto ha distrutto e spopolato, i proprietari di immobili residenziali potranno cedere gratuitamente la proprie case lesionate o demolite ai comuni di residenza ricevendo in cambio la stessa somma a cui avrebbero avuto diritto con gli incentivi pubblici riconosciuti alle popolazioni terremotate, con cui poter comprare una nuova abitazione.

Al momento secondo i dati della Regione, a due anni dal terremoto sono 12.300 le richieste di rimborso presentate dai privati per accedere ai fondi stanziati per la ricostruzione, su 14mila immobili abitativi danneggiati.

TECNOPOLO E IMPRESE. Nel deserto delle zone rosse permanenti, c’è una luce di speranza, un investimento nella ripartenza economica del tessuto produttivo emiliano. E’ infatti in fase di ultimazione la realizzazione di un tecnopolo a Mirandola, nel Modenese, area terremotata, uno dei comuni maggiormente colpiti dal sisma del 2012 e cuore del distretto biomedicale.

La sigla dell’accordo tra Regione e Fondazione Democenter, che si era fatta avanti con una manifestazione di interesse a realizzare il progetto di ricerca finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, è cosa fatta. E la Regione ha già stanziato oltre 3,8 milioni di euro, il 90% delle risorse necessarie (il restante 10% è a carico di Democenter). Un investimento fortemente voluto per aiutare la ripresa delle imprese terremotate del distretto, il secondo più importante d’Europa, con una galassia di trecento aziende, tra le quali le divisioni italiane di sei multinazionali che, nonostante il sisma, non hanno abbandonato il territorio.

«Il nuovo parco scientifico e tecnologico – racconta l’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – è un ulteriore tassello nella rete delle strutture per l’innovazione del nostro tessuto produttivo, ma soprattutto uno strumento fondamentale per sostenere la ricrescita e l’occupazione in un’area tanto duramente colpita, prima dal terremoto e poi dalla recente alluvione, e di grande importanza per la nostra economia».

I fondi già stanziati serviranno ad acquistare le attrezzature (il tecnopolo è inserito nella piattaforma di ricerca che riguarda le scienze della vita), ad assumere i 16 ricercatori ed a far partire i primi contratti di ricerca con le imprese. «L’attività che svolgeremo – dice il presidente della Fondazione Democenter, Erio Luigi Munari – sarà di grande interesse anche per gli altri due settori nei quali siamo un punto di riferimento regionale, ovvero l’Ict e la meccanica».

MICROCREDITO PER LA RIPARTENZA. Titolare di un laboratorio di maglieria conto terzi, Fabrizio Vertes di Massa Finalese si e’ ritrovato con la fabbrica inagibile a causa del terremoto che 2 anni fa ha colpito l’EmiliaRomagna. Per non interrompere la produzione e le consegne, decide di spostare i macchinari in giardino, noleggia un container e manda a produrre alcuni ordini presso altre aziende della zona. Quando il calo di fatturato e i ritardi nei pagamenti lo mettono in difficoltà, Fabrizio chiede un finanziamento in banca, ma gli viene negato. Oggi continua la sua attività grazie al microcredito. L’azienda di Fabrizio è una delle 200 aziende sostenute da Microcredito per l’Italia, un’impresa sociale che si occupa di sostegno alla microimpresa, con 6 milioni di euro, di cui 5 messi a disposizione da Renzo Rosso di Diesel e presidente della holding Only the brave. Il 30% delle imprese finanziate sono start up, il 30 per cento ha come titolare una donna, il 15 per cento da’ fiducia a un giovane under 35. Pochissime le insolvenza, meno dell’1 per cento.

Oltre a Fabrizio, anche Vittoria Baraldini ha ottenuto un finanziamento. La sua tipografia (un’attività storica del comune di Finale Emilia, in provincia di Modena) ha affrontato un calo di fatturato a causa dei danni diretti riportati da molti clienti. Mettere in cassa integrazione gli 8 dipendenti (tutti monoreddito e con abitazioni danneggiate) significava ridurre le loro entrate al di sotto della soglia necessaria per vivere del proprio lavoro. Un prestito di 50 mila euro le ha permesso di rilanciare l’attività’, tutelando i dipendenti.

“Il successo di queste iniziative dipendono da più fattori- ha detto Paolo Nicoletti, presidente di Microcredito per l’Italia. Al primo posto l’intelligenza di un imprenditore come Renzo Rosso, che scegliendo il microcredito ha trasformato un gesto di generosità in un investimento sociale che moltiplica le risorse impiegate e l’impatto sulla popolazione. A questo si uniscono singoli volontari, associazioni, enti pubblici che ci hanno aiutato a promuovere l’iniziativa, ad aprire e gestire sportelli d’ascolto, a offrire gratuitamente servizi di supporto e accompagnamento alle piccole imprese.

ESPLORAZIONI PETROLIFERE E RAPPORTO “ICHESE”. È stato reso pubblico nelle scorse settimane il rapporto Ichese (dal nome della commissione internazionale che lo ha redatto), già anticipato ad aprile da una pubblicazione di Science e frutto di roventi polemiche politiche, che suggeriva come il sisma del 2012 in Emilia fosse stato in qualche modo causato dall’attività umana di estrazione petrolifera. Il documento racconta, con dati e valutazioni scientifiche raccolte da una commissione internazionale di geologi, della possibilità che il sisma emiliano fosse stato innescato da attività di sfruttamento o di utilizzo di idrocarburi, in tempi recenti e nelle immediate vicinanze della sequenza sismica del 2012. Nel documento è riportato che: «Considerando l’attività nei campi di estrazione , le caratteristiche geologico-strutturali e la storia sismica della zona, la Commissione ritiene che sia molto improbabile che la sequenza sismica dell’Emilia possa essere stata indotta (cioè provocata completamente dalle attività antropiche) ma l ‘attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi possano aver contribuito a innescare l’attività sismica del 2012 in Emilia. Pertanto sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all’analisi statistica». Insomma una risposta interlocutoria e poco tranquillizzante, che ha portato l’ente regionale a sospendere a tempo indeterminato tutte le esplorazioni petrolifere nella regione del cratere.

UN FILM COLLETTIVO PER RACCONTARE IL SISMA VISSUTO DALL’INTERNO. Ne avevamo già parlato a settembre 2013 e qualcosa da allora si è mosso grazie alla tenacia del collettivo Sisma Emilia. Dieci storie, dieci cortometraggi scritti da 10 autori del luogo che ripercorrono il dramma del terremoto con gli occhi di chi l’ha vissuto dall’interno. Dieci punti di vista diversi per ricordare gli eventi del maggio 2012, riuniti in un film collettivo che verrà proiettato in anteprima nazionale, a due anni esatti dal sisma, martedì 20 maggio all’interno della fiera di Mirandola, mentre il 29 Maggio, anniversario della seconda scossa, sarà la volta di Modena.

Si chiama “Tellurica” ed è un film collettivo che trae ispirazione da “September 11”, realizzato nel 2002 per commemorare le vittime degli attentati in America.

A fine aprile 2014 il film è stato inviato a Cecchi Gori Home Video che, dopo averlo visionato, ha ufficializzato l’interesse del gruppo per la distribuzione del dvd a partire dal prossimo autunno. Una percentuale del ricavato di proiezioni e dvd sarà destinata a progetti per la ricostruzione.

Il racconto del work in progress, gli aggiornamenti in tempo reale, e i contenuti extra sono disponibili sul sito http://sismaemilia.tumblr.com/

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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