7 consigli per far funzionare la digitalizzazione degli enti pubblici

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Per raccontare l’Italia Mikaela Bandini ha ingaggiato una squadra di giovani fotografi, blogger, videomaker e creativi e ha deciso di puntare tutto sulla rete.Mikaela ha messo online Can’t Forget Italy e in sinergia con alcune pubbliche amministrazioni ha creato diari digitali che raccontano un’Italia molto reale, e lo fanno anche in lingua inglese.Oggi Mikaela dalla Basilicata percorre migliaia di chilometri per proporre un nuovo racconto del made in Italy. “Occorre proporre oggi un videoracconto emozionale, e poi si deve puntare su una distribuzione efficace anche estera”, precisa Mikaela.

Molti chilometri più a nord Francesco Vanin ha acceso una piattaforma di confronto tra cittadini e amministrazione locale. Siamo a Pordenone e Francesco s’è inventato la prima “restaurant tv” italiana.

Nei locali presi in affitto dal comune Francesco ospita i suoi concittadini, i quali mangiando e bevendo vanno poi anche online su Pnbox.tv.

In realtà la “restaurant tv” è molto sui generis: pane, acqua e Internet sono gratuiti perché per Francesco questi sono i beni di prima necessità. “Le notizie sono di chi le ha, non di chi le racconta, per questo la mia web tv è uno strumento per connettere comunità”, racconta Francesco.

Quanto poi sia necessaria la connettività lo sa bene anche il team che cura Twiperbole, il profilo ufficiale Twitter della rete civica Iperbole del Comune di Bologna. Qui vengono rilanciate informazioni, comunicati stampa, eventi culturali, notizie in tempo reale.

Nei minuti successivi al terremoto in Emilia, quando le agenzie stampa sonnecchiavano e i cittadini si davano da fare, sono stati anche i loro centoquaranta caratteri ad orientare la popolazione, una bussola tempestiva nello smarrimento dovuto ad un sisma mai vissuto in Emilia.

Questa idea di tempestività, questa peculiarità di essere sul pezzo, rispondere in modo immediato è il tratto distintivo di Anas tv, multipiattaforma social che offre un servizio di pubblica utilità e in mobilità.Già, perché la mission è videoraccontare in modo efficace. “Le notizie, peraltro, non sono soltanto ad uso esclusivo dell’ente, quasi in una logica di monopolio. Le notizie ci sono fornite dagli stessi automobilisti in un’ottica di coinvolgimento attivo”, precisa Giuseppe Scanni di Anas.

C’è poi la necessità di sintetizzare i lavori della politica, le commissioni, le sedute in giunta, avvicinare una fetta di popolazione sempre più numerosa che critica e fugge da certa classe politica.E così il comunicatore pubblico diventa anche un content curator, un aggregatore di contenuti anche specializzati e poi “tradotti” per un cittadino alfabetizzato e che ha voglia di saperne di più.

E’ questo il senso della social web tv del consiglio regionale Piemonte.

E poi c’è la narrazione di storie, spesso laterali, lontane dal mainstream. Storie che fanno bene alla comunità e anche all’economia, perché portano alla luce luoghi inesplorati, profili poco conosciuti, percorsi enogastronomici da valorizzare. Ecco il senso di #IntimaUmbria, un progetto tra storytelling e gamification promosso dalla Regione Umbria.Così pochi mesi fa nove squadre composte da un videomaker, un instagramer e un blogger hanno raccontato le “chicche” del territorio, con consigli su cosa visitare e su quali esperienze vivere.

Queste sono solo alcune delle storie che hanno a che fare con la Pubblica Amministrazione. Esperienze di chi vive dall’interno gli enti pubblici, ma anche di chi vi collabora portando con se competenza e professionalità, modelli di successo, alcuni dei quali sono stati proposti al convegno “Social tv, una sfida per la PA”, tenutosi ad ottobre a Torino.

Così questo ecosistema digitale dei media della PA negli ultimi anni sta diventando molto più variegato. Nonostante una congiuntura economica che impedisce investimenti nel medio-lungo termine, e anzi fa registrare notevoli assottigliamenti di budget, di fatto si stanno proponendo varie sperimentazioni che investono sul “business delle relazioni”.

Insomma, le PA locali più illuminate e certi organismi centrali hanno compreso la strategicità delle conversazioni, il fatto di intercettare community molto trasversali di cittadini-utenti, proponendo informazioni di utilità, aggiornate con costanza, utilizzando i canali più attuali e in primis i social network.

E proprio i social che stanno dando una nuova linfa ad una comunicazione digitale asfittica, troppo spesso autoreferenziale, il più delle volte ancora oggi imbalsamata dallo logiche politiche.Certo, sia chiaro che ci sono margini di miglioramento, ma di fatto si sta registrando un upgrade, un miglioramento dell’offerta, un’attenzione ai contenuti, alle relazioni e alla misurazione dei risultati: è proprio questo aspetto che sta dando una patente di estrema attualità e innovazione ad alcune esperienze.

Si dialoga sempre più spesso in mobilità con piattaforme responsive perché il traffico passa da li. Ecco allora che il comunicatore pubblico deve divincolarsi tra content curation e storyteller, in parte aggregatore di notizie e in parte cantastorie. C’è tanto da imparare, ma le esperienze di successo di certa PA illuminata che decide di abbracciare la rete ci suggeriscono sette azioni:

1) Ascolta, dialoga e non fare monologhi, il ruolo della relazione diventa centrale nelle strategie di comunicazione.

2) Fai presto, proponi un feedback quanto mai immediato. Le PA hanno necessità di raggiungere il proprio pubblico in brevissimo tempo, sia che si tratti di situazioni emergenziali, sia che la notizia afferisca a ciò che accade nella comunità.

3) Punta sulla semplicità, affidati a piattaforme usabilli e al tempo stesso performanti. Pertanto la via da percorrere sta nelle piattaforme “social” e responsive.

4) Proponi contenuti di valore e di pubblica utilità, contenuti che possano intercettare l’interesse di comunità verticali. Inoltre valorizza i contenuti generati dagli utenti e stimola la partecipazione.

5) Crea relazioni costanti e non ad intermittenza, cerca di “serializzare” l’offerta, presidiando la rete, facendoti percepire davvero presente.

6) Mettici la faccia, sempre. Oggi più che mai gli amministratori pubblici devono esporsi, raccontare in prima persona.

7) Impara a vivere anche oltre la rete, incentivando relazioni offline. La forza di una PA locale è anche nel suo modo di rilanciare incontri fisici, confronti, iniziative. In questo caso la rete serve da agevolatore.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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