7 cose indispensabili sul futuro dell’Italia imparate a BTO #itisme

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Questa edizione di BTO si è annunciata meravigliosa fin dalla scelta del motto: .ITisME, .ITisYOU, un richiamo fortissimo al prenderci, ciascuno, la responsabilità di fare delle scelte ed essere il cambiamento che vogliamo vedere intorno a noi.

Meraviglioso il videomessaggio con cui Oscar Farinetti, non potendo esserci di persona perché impegnato a portare l’Italia negli USA (qui uno strepitoso Storify dell’inaugurazione di Eataly Chicago), ha aperto la prima giornata: ascoltatelo tutto, ma, se non ne avete tempo, al di là dell’ovvia glorificazione del ricchissimo patrimonio italiano, ecco la mia personale selezione:

  • “pochi secondi per lamentarci, e dedichiamo tutto il tempo a costruire”
  • “incominciamo da noi: dobbiamo tutti ammalarci di coraggio”
  • “la narrazione è fondamentale per invogliare le persone a visitare un territorio”
  • “il numero di regole è inversamente proporzionale alla competenza”
  • “dobbiamo andare in modo unitario (non divisi per regioni) nel mondo a raccontare la meravigliosa biodiversità italiana”
  • “cominciamo dalla scuola, le bellezze italiane devono tornare materia primaria”
  • “la fortuna deve essere meritata, la fortuna bisogna farsela perdonare con l’impegno”

E davvero in queste due giornate fiorentine di lamenti ne ho sentiti pochi, nonostante la situazione sia quella che è: al loro posto, una sanissima voglia di imparare, ragionare, creare legami e riempire vuoti.

Alcune correnti potentissime hanno attraversato BTO, prima di tutto la consapevolezza di quanto sia importante la narrazione: quanta gente a sentire Il ROI dello storytravelling raccontato da Mafe de Baggis e Filippo Pretolani, Storyteller is you con Rocco Rossitto e Paola Faravelli, Gianpiero Riva e gli Instagramers Italia che spiegavano il raccontare per immagini.

Poi la rivendicazione fortissima del fatto che – come spiega molto bene Sergio Cagol – con la cultura si mangia, ma bisogna ripensare completamente regole, priorità e modelli organizzativi: si può fare (il Muse ne è una dimostrazione), ma non c’è tempo da perdere.

BTO è stato quest’anno emozionarsi e cantare e piangere grazie all’immenso Gigi Tagliapietra, che nel suo keynote Io ci sUono (appena pubblicano il video correte a vederlo, per ora accontentatevi dell’intervista) ci ha riportati alla dimensione comune delle vibrazioni e della musica.

Grazie Gigi, conoscerti e passare qualche ora a parlare con te da solo valeva il viaggio!

Se comincio a ringraziare non finisco più: ma un grazie a Roberta Milano ci sta tutto, perché Roberta è una che ha il coraggio di fare cose che le fanno tantissima paura, e poi vengono cose meravigliose.

Sì, qualcosa che non funziona c’è anche a BTO, come in tutta la vita: ma – non è per piaggeria, chi mi conosce lo sa che non sono una che fa complimenti – il piatto è tanto ricco che mi sembra assurdo lamentarsi. Perfino la scarsità di rete non mi è pesata, c’era tanto da ascoltare che ho twittato un po’ di meno, e mi sono immersa più a fondo nelle conversazioni con chi mi stava accanto.

Dato che la fortuna, come dice Farinetti, bisogna meritarsela impegnandosi, ho lavorato anch’io: la mia cassetta degli attrezzi su MailChimp – anzi, più che altro su come fare email marketing seguendo alcune regole di buonsenso e facendosi aiutare da uno strumento ben fatto – era affollatissima, e io ringrazio di cuore tutti quelli che sono venuti a sentirmi, e anche quelli che avevano altro da fare ma mi hanno seguita via Twitter.

Qui ci sono le slide, non sto a commentarle perché su questi temi sto scrivendo un libro intero, anzi invece di scrivere questo post ora dovrei essere al lavoro sugli ultimi capitoli…

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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