7 intuizioni poco note della letteratura che la scienza ha reso realtà

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Quando ho letto le storie di spionaggio pervasivo che ci ha raccontato Edward Snowden avevo la sgradevole impressione che non fosse una novità. Dove avevo già letto storie di una società costantemente spiata da suoi governanti? Di colpo mi sono ricordata, si trattava di un libro di fantapolitica: il famosissimo, e altrettanto inquietante, 1984 di George Orwell. Una sessantina di anni prima degli smartphones, delle telecamere di controllo, della geolocalizzazione, Orwell aveva immaginato una società sempre sotto controllo dal primo, vero e unico grande fratello (un concettino da incubo inventato da Orwell, che non avrebbe mai pensato agli appassionati telespettatori odierni, per i quali dovrebbe essere una lettura obbligatoria). Non era una società propriamente felice… ma era controllatissima. Orwell non è certo il solo ad avere avuto visioni del futuro che poi si sono, più o meno, avverate: sono molti gli autori che hanno immaginato scenari politico-tecnologici poi sono diventati realtà su archi di tempo che variano dalle decine alle centinaia di anni.

Nel sito Printerinks.com è disponibile una infografica che da una visione d’insieme di queste previsioni azzeccate. Il titolo è intrigante “Prediction or Influence?”

Questi autori avevano il dono della preveggenza oppure sono state piuttosto le loro descrizioni visionarie ad influenzare i lettori spingendoli a cercare di realizzarle?

Ovviamente, esiste anche una terza via, che non implica né preveggenza né influenza: le tecnologie sono state sviluppate quando hanno raggiunto un sufficiente grado di maturità ed è diventato possibile realizzarle. Per cercare di chiarirsi le idee, la cosa migliore da fare è analizzare qualche caso di quelli trattati nell’infografica.

1. NEGLI ABISSI Nessuno sarà stupito di trovare nella lista il nome di Jules Verne, un grande precursore di tecnologie di ogni tipo. Il suo Nautilus incarna l’idea del sommergibile che può passare lunghi periodi in immersione, cosa assolutamente impossibile quando Verne scriveva il fortunatissimo “Ventimila leghe sotto i mari”.

Non dimentichiamo che il romanzo venne pubblicato tra il 1869 e il 1870 quando dei rudimentali sottomarini avevano appena fatto la loro comparsa nella guerra di secessione americana, uccidendo più marinai nelle esercitazioni che nemici durante le azioni offensive. L’immersione di lunga durata è diventata possibile solo con i sottomarini nucleari, negli anni ’50. Questo non significa che Verne avesse previsto in dettaglio la fonte di energia del sommergibile del capitano Nemo, parlava genericamente di energia elettrica in un modo che ricorda molto la fonte di energia continua e sempre disponibile dei sottomarini nucleari. Non è un caso che il primo sottomarino nucleare della marina americana, varato nel 1954, sia stato battezzato Nautilus.

2. SULLA LUNA. La fantasia di Verne ha colpito ancora con il romanzo “Dalla terra alla Luna” dove il super cannone che deve sparare i protagonisti verso la Luna viene allestito in Florida, non lontano dall’attuale base di lancio di Cape Canaveral.

Visione profetica? No, solo studio della meccanica celeste che richiede un lancio a basse latitudini. Allora, come oggi, la Florida e lo stato più meridionale degli Stati Uniti e, per allestire una base di lancio costituita da un gigantesco cannone interrato, una regione paludosa e più attraente di un terreno duro e compatto.

3. Il PHONOTELEPHOTE Ma le previsioni più straordinarie sono in un racconto scritto nei suoi ultimi anni, forse con la collaborazione del figlio Michel, intitolato “Giornata di un giornalista americano del 2889”, pubblicato in inglese nel 1889 e qualche anno dopo, postumo, in francese. A seguito dell’infografica, sono andata a rileggere il racconto che mi ricordavo dalla notte dei tempi e che consiglio a tutti, perché contiene un enorme patrimonio di fantasia innovativa e direi proprio visionaria.

Il protagonista americano, potentissimo direttore dello Earth Tribune, è a Centropolis, capitale degli Stati Uniti e parla con la moglie, a Parigi per comperare cappellini all’ultima moda, utilizzando un telefono video. Chissà se gli inventori di Skype si sono ispirati al romanzo, di certo sono stati anticipati in modo straordinario. Il telefono video (o phonotelephote) è anche la sorgente di introiti dello Earth Tribune che distribuisce dei veri e propri podcast ai suoi abbonati che possono scegliere tra notizie, interviste o letture di romanzi. Come tutti i giornali, lo Earth Tribune vive di pubblicità e sfrutta le nubi per proiettare i messaggi promozionali (idea geniale che non ha ancora trovato applicazione, ma chi sa che qualcuno non la scopra).

Quando splende il sole, il direttore è contrariato e ordina alla sua equipe meteo di fare qualcosa perché non si può certo vivere alla mercè del bel tempo. Per superare l’incognita bel tempo, qualche anno fa un gruppo di creativi spaziali ha proposto di lanciare in orbita dei tabelloni dispiegabili con messaggi pubblicitari. Il mondo astronomico è insorto davanti a una potenziale fonte di inquinamento luminoso e il buon senso ha fatto abbandonare il progetto. L’idea di illuminare la natura è, purtroppo, una tentazione sempre presente. Pensate all’illuminazione delle montagne, una pratica a dire poco discutibile che viene attuata in Svizzera. Nel tentativo di creare un effetto suggestivo si ottengono risultati spettrali e vagamente inquietanti accoppiati ad uno spreco energetico senza uguali. (Se volete dire no all’illuminazione delle montagne, firmate qui)

4. SATELLITI Altro precursore di tecnologie delle comunicazioni è Arthur C. Clarke, l’autore di “2001 odissea nello spazio” poi diventato in film straordinario. Nel 1945, dopo aver lavorato per la Royal Air Force nello sforzo bellico contro i nazisti, Clarke aveva lanciato l’idea di utilizzare satelliti geostazionari per fornire telecomunicazioni a copertura mondiale. Per la cronaca, il primo satellite per telecomunicazioni venne lanciato nel 1965.

5. UNA LUNETTA SU MARTE Metterei in una categoria a parte Wernher Von Braun che, appena arrivato in America, dopo essersi consegnato agli americani alla fine della seconda guerra mondiale, per ingannare il tempo scrisse il progetto per il viaggio e la colonizzazione di Marte. Ne fece due versioni: una rigorosa come vuole la scienza di pianificazione della missione (The Mars Project ) una più fantasiosa con la struttura del romanzo di fantascienza anni ’40 (Project Mars, a Technical Tale).

Scorrendoli si trovano un sacco di spunti che sono stati poi ripresi nelle missioni di esplorazione del pianeta rosso, ma, a differenza di altri (più dotati) scrittori di fantascienza, Von Braun la missione verso Marte la voleva fare veramente e, grazie alla sua già vasta esperienza con i razzi, aveva idee molto chiare su come procedere.Per quanto immaginifici, i suoi libri erano quasi dei progetti fatti da uno che la sapeva già lunga. Aveva anche previsto una stazione orbitante per ospitare astronomi e, all’occorrenza, per bombardare la terra (come nelle intenzioni originali di Ronald Regan).

Con un omaggio all’ex alleato dell’Asse, l’aveva chiamata Lunetta. Per sensibilizzare il pubblico alla conquista umana dello spazio (prima del lancio di Gagarin) il visionario Von Braun collaborò con Walt Disney per produrre un documentario di cartoni animati intitolato Man in Space, che fu immensamente popolare e che ora si può trovare su Youtube (per esempio per il lancio paramilitare di un equipaggio tutto rigorosamente maschile).Accanto alle previsioni, sia sociologiche, sia tecnologiche, nell’infografica troviamo dei colpi di fortuna incredibili.

6. I SATELLITI DEL PIANETA ROSSO Quando, nel 1735, Jonathan Swift scrisse “Gulliver’s Travels” voleva sicuramente fare della pesante satira politica, ma non credo proprio si volesse lanciare nel campo delle previsioni di future scoperte della scienza. Eppure gli astronomi di Laputa parlano di due satelliti di Marte. Cosa c’è di strano, potreste pensare a questo punto, Marte due satelliti li ha davvero. Peccato che siano stati scoperti 160 anni dopo quando l’astronomo americano Asaph Hall osservò Marte con un telescopio abbastanza potente per riconoscere le due piccole Lune. Swift aveva il dono della preveggenza? Non credo, molto probabilmente ha seguito una linea di pensiero comune all’epoca che si può riassumere così. Dal momento che la Terra ha un satellite e Giove ben quattro (si tratta dei satelliti galileiani, gli unici noti all’epoca, adesso sono oltre 50) era normale pensare che Marte, in orbita tra la Terra e Giove, avesse due satelliti. Semplice no? La cosa che stupisce e che sia andato molto vicino anche a predirne le dimensioni e le orbite, ma qui forse ha avuto un aiutino da un amico astronomo che sapeva applicare le leggi di Keplero.

7. L’HAMBURGHER SENZA MUCCA C’è qualcuno oggi che scrive prevedendo scenari futuri? Ovviamente si: per esempio Giovanni Bignami ha pubblicato, nel 2011, “Cosa resta da scoprire” dove si chiede cosa avremo scoperto tra mezzo secolo, ovvero entro il 2062, quando la cometa di Halley tornerà a passare vicino al Sole. Il libro è diventato anche una serie su National Geographic, facilmente reperibile su youtube (questa è la prima puntata). Alcune delle sue previsioni, tipo la bistecca sintetica (in altre parole, l’hamburger senza la mucca intorno) o il collegamento diretto computer cervello sono già allo stato prototipale.

Nel suo caso vi posso assicurare che è solo intuizione, la preveggenza non c’entra niente. Aggiungo che penso che questa sia la chiave di lettura giusta per tutta l‘infografica.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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