8 punti per capire perché i vaccini con l’autismo non c’entrano nulla

scienze

E’ di una settimana fa la notizia dell’ennesima indagine conoscitiva sul rapporto tra vaccini ed autismo. Questa volta la porta avanti la procura di Trani. Una faccenda mai chiusa, che sembra tornare ciclicamente —peggio del raffreddore!

Ricordo il caso del Tribunale di Pesaro dell’anno scorso, che si era conclusa con un “si può formulare un giudizio di attendibile probabilità causale ammettendo la riconducibilità della sindrome autistica ai prodotti vaccinici somministrati” (ovvero: riteniamo possibile che i vaccini possano causare l’autismo) privo di alcun fondamento scientifico.

Per affrontare l’argomento potremmo parlare del sistema giudiziario o di quello sanitario. Si potrebbe parlare di teorici e strampalati complotti internazionali! Invece, vorrei parlarvi della realtà dei fatti. O meglio, della realtà scientifica dei fatti.

Cosa sono i vaccini? Cos’è l’autismo? Quando e perché sono stati associati vaccini e autismo per la prima volta? C’è davvero una correlazione? Cos’è una correlazione? Cos’è la causalità? É rischioso vaccinarsi? É rischioso non vaccinarsi?

Cominciamo.

1. Cosa sono i vaccini?

Un vaccino è (ad oggi) il metodo più efficace per prevenire una malattia causata da batteri o virus: permette al nostro organismo di rispondere prontamente ad un’infezione.

2. Come funzionano?

I vaccini stimolano il nostro sistema immunitario —lo addestrano a difendersi dall’attacco del nemico. E’ come dare alla polizia la foto e la descrizione del ricercato: permettono al nostro sistema immunitario (la “polizia”) di identificare più velocemente l’aggressore (il “ricercato”), e di combatterlo.

Un vaccino va ad agire sulla risposta adattativa del sistema immunitario — il nostro corpo riconosce lo specifico aggressore e si organizza indossando le difese (gli anticorpi) più adatte per combatterlo. Ma, soprattutto, possiede una memoria. La seconda volta che contrarremo quella malattia, saremo già pronti a difenderci: la risposta immunitaria sarà più rapida ed efficace!

I vaccini sfruttano proprio questa risposta specifica: sono i volantini con la foto del ricercato.

L’obiettivo: far sì che il sistema immunitario sia già pronto e attrezzato per combattere una malattia specifica.

Contengono nel loro principio attivo le informazioni sull’aggressore (gli antigeni). I vaccini contengono anche tre tipi di additivi: gli adiuvanti, gli stabilizzanti e i conservanti. Gli stabilizzanti e i conservanti —spesso bersaglio innocente della critica degli anti-vaccinisti— mantengono inalterato il principio attivo nel tempo, mentre gli adiuvanti aumentano la risposta del sistema immunitario al vaccino –permettono al sistema immunitario di “imparare meglio”.

3. Cos’è l’autismo?

L’autismo non è una malattia, bensì un insieme di malattie conosciute come Disordini dello Spettro Autistico (DSA). Queste malattie, diverse dal punto di vista clinico e delle loro cause, sono diagnosticate sulla base di tre sintomi comportamentali: diminuzione delle interazioni sociali e della comunicazione, e tendenza a comportamenti ripetitivi.

L’autismo si sviluppa prima dei 3 anni di età e, per la maggior parte dei bambini affetti, lo sviluppo dei sintomi è graduale. Circa il 30% presenta invece una forma di DSA detta regressiva: cominciano a sviluppare il linguaggio ma in seguito, gradualmente o precipitosamente, perdono la capacità di interagire.

La ricerca sull’autismo è molto attiva. Le cause non sono ancora state individuate, ma sono stati condotti — e si stanno conducendo — molti studi per individuarle.

4. Quando sono stati associati vaccini e autismo per la prima volta?

Veniamo alla questione. Il 28 febbraio 1998 veniva pubblicato sulla rivista The Lancet uno studio che sembrava dimostrare l’esistenza di una correlazione tra il vaccino trivalente (contro il morbillo, parotite e rosolia) e lo sviluppo di alcuni disordini — tra cui l’autismo — in bambini tra i 3 e i 10 anni. Andrew J. Wakefield, medico ricercatore al Royal Free Hospital di Londra e autore principale dell’articolo incriminato, evidenziava un nesso di causalità tra la vaccinazione trivalente e l’insorgere di malattie intestinali e neurologiche in 12 bambini autistici.

C’è sottolineare come il nesso proposto da Wakefield fosse esclusivamente riferito alla vaccinazione trivalente, e non ai vaccini in generale.

Ma nel caso dello studio di Wakefield, il suo fu un deliberato tentativo di creare l’impressione che esistesse un collegamento tra autismo e vaccini, falsificando i dati.

Nessuna ricerca successiva riuscì ad ottenere gli stessi risultati. La riproducibilità dello studio —uno dei pilastri della ricerca scientifica— non era garantita. Ma c’è di più: i dati di base erano stati alterati! Addirittura, alcuni avvocati avevano pagato lo stesso Wakefield per falsificarli: rappresentavano l’accusa in un processo per il risarcimento dei danni ad una famiglia il cui minore aveva sviluppato l’autismo successivamente alla vaccinazione.

Insomma, era tutto infondato. Una vera e propria frode ai danni del mondo intero. Dopo una rettifica parziale a seguito delle rivelazioni, l’articolo fu ritrattato definitivamente il 6 febbraio 2010. Andrew J. Wakefield fu radiato dall’ordine dei medici britannico.

5. C’è davvero una correlazione?

Nei 16 anni circa trascorsi dalla pubblicazione dell’articolo di Wakefield a oggi, numerosi altri studi sono stati svolti per identificare una possibile correlazione tra vaccini e disordini infantili. Questi, pubblicati su riviste scientifiche internazionali, non hanno individuato alcuna correlazione.

Anzi, smentiscono le conclusioni di Wakefield.

Già nei primi anni 2000 l’Istituto di Medicina dell’Accademia Nazionale delle Scienze Americana ha pubblicato 8 rapporti sulla sicurezza dei vaccini, e proprio l’ultimo —dal titolo “Immunization Safety Review: Vaccines and Autism” (Revisione della Sicurezza dell’Immunizzazione : Vaccini e Autismo)— fu pubblicato nel 2004.

Nel rapporto vengono analizzate con attenzione tutte le possibili correlazioni tra l’insorgenza dell’autismo e i vaccini. Ad esempio, verificando nel dettaglio i livelli di mercurio e di altri adiuvanti, i dati epidemiologici, gli studi pubblicati e in via di pubblicazione, etc… La commissione conclude sottolineando come non sia evidente alcuna correlazione tra vaccini e autismo e come sia necessario instaurare un dialogo costruttivo tra governo e cittadinanza sull’argomento «sicurezza dei vaccini».

Alcuni laboratori di ricerca hanno anche condotto degli studi per dare risposta alle domande delle “associazioni anti-vacciniste”. Ad esempio, alla domanda “Troppi vaccini potrebbero causare l’autismo?” ha risposto l’anno scorso il CDC (US Centers for Disease Control and Prevention) con uno studio pubblicato sulla rivista The Journal of Pediatrics che va proprio a smentire tale ipotesi.

Ma già nel 2010 era stato pubblicato un articolo sulla rivista Clinical Infectious Diseases che valutava tre delle ipotesi proposte sul fantomatico collegamento vacciniautismo: (1) “il vaccino trivalente potrebbe danneggiare la parete intestinale permettendo l’assorbimento di sostanze che causano encefalopatie”, (2) “gli additivi dei vaccini contengono mercurio, tossico per il sistema nervoso centrale” e (3) “la somministrazione contemporanea di più vaccini indebolisce il sistema immunitario”. Questo articolo, basato su venti studi epidemiologici svolti in diversi paesi e da diversi gruppi di studio, dimostra come non vi sia alcuna correlazione tra vaccino trivalente e autismo, né tra additivi al mercurio e autismo. Smentisce la terza ipotesi — confutata più rigidamente dall’articolo del CDC dell’anno scorso — e invita a ricercare la causa, o le cause, di questa terribile patologia «seguendo piste più promettenti».

Insomma, i pochissimi studi pubblicati che appoggiavano la tesi di Wakefield sono stati poi refutati perché basati su dati alterati, conflitti d’interesse o grossolani errori scientifici — correlazione non significa causalità, come vedremo tra poco.

Chi sostiene che il mondo scientifico sia diviso in due gruppi discordanti (uno a sostegno dell’ipotesi vacciniautismo, mentre l’altro afferma che non vi siano prove sufficienti) ha torto, torto marcio. Oppure mente spudoratamente. Il mondo scientifico è unito nell’affermare la mancanza di prove di questa relazione, proprio a seguito degli oltre 15 anni di studi e ricerche svolte in merito.

Trovo spaventoso soprattutto come l’articolo-bufala di Wakefield, che parlava solo di vaccini trivalenti, venga utilizzato come cavallo di battaglia contro tutti i vaccini… assurdo!

6. Cos’è una correlazione?

Ma la prima cosa che dovremmo chiederci è proprio: cos’è una correlazione? Due fenomeni sono correlate quando il loro comportamento, o andamento, ha una relazione. Ad esempio, due ballerine che eseguono gli stessi movimenti in sincrono sono ‘correlate’. Allo stesso modo sono ‘correlati’ i movimenti di due ballerine che si comportano in maniera speculare, opposta.

Questi sono i due estremi della correlazione: due cose che si comportano allo stesso modo o in modo opposto. Ma esiste tutta una serie di sfumature tra questi due estremi — tra cui anche la mancanza di correlazione.

Uno dei peggiori errori che si trovano talvolta in alcuni studi scientifici consiste nello scambiare la correlazione con la causalità.

7. Cos’è la causalità?

Abbiamo detto che due cose sono correlate quando il loro comportamento è legato ad una relazione matematica. La causa di un fenomeno è correlata al suo effetto: se la causa avviene, allora produrrà il suo effetto. I loro comportamenti sono ‘legati’. Però non è scontato che due fenomeni correlati siano rispettivamente la causa e l’effetto!

Per spiegarmi meglio userò il classico esempio del Pastafarianesimo — di cui ho parlato anche in un altro articolo. Il Pastafarianesimo è una religione satirica sorta in risposta all’entrata del Creazionismo (il ‘disegno intelligente’) nelle scuole di alcuni stati americani come alternativa alla teoria dell’evoluzione.

Tra le altre cose, i Pastafariani ironizzano proprio sull’errore causalità/correlazione con un esempio che viene usato spesso dai docenti universitari all’inizio dei corsi di statistica.

I Pastafariani hanno notato che negli ultimi duecento anni sono successe due cose: il numero dei pirati è andato via via diminuendo, e l’effetto serra è andato via via aumentando. I loro comportamenti sono quindi correlati: al diminuire di uno, aumenta l’altro. Quindi, i Pastafariani sostengono che l’effetto serra sia causato dalla diminuzione del numero dei pirati!

Chiaramente questo ragionamento è sbagliato! Allo stesso modo dimostrare la correlazione tra due eventi biologici o biochimici non significa affatto dimostrarne il nesso causa-effetto! Sembra banale, ma sono molti gli studi ‘scientifici’ che di scientifico hanno ben poco proprio perché commettono questo errore.

8. É rischioso non vaccinarsi?

Sì. Non vaccinarsi è rischioso per sé stessi e per gli altri!

Come abbiamo visto, vaccinarsi — ovvero immunizzarsi— significa permettere al proprio corpo di rispondere più velocemente e con maggiore efficacia alla malattia, impedendole di raggiungere gli stadi di piena virulenza. Non possiamo essere vettori di contagio, ovvero trasmettere ad altri la malattia.

Vaccinarsi permette di proteggere sé stessi. Ma soprattutto, grazie alla cosiddetta immunità di branco, permette di proteggere tutti coloro che non possono essere immunizzati. Ad esempio, persone con un sistema immunitario parzialmente compromesso non possono essere vaccinate. Se non siamo vaccinati e trasmettiamo la malattia a queste persone, corrono il rischio di morire. La cosiddetta immunità di branco, oltre a proteggere queste persone, limita la diffusione delle malattie e serve a prevenire epidemie e pandemie!

Quando ci vacciniamo fungiamo da scudo per noi stessi e per le persone che non possono vaccinarsi.

Trento, 14 aprile 2014Jason Fontana

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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