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A Bologna diamo valore alle emozioni dei cittadini (in Open Data)

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Siamo a Bologna, è mattina presto, prestissimo, mancano poche ore alla conferenza stampa di lancio del progetto HUB – Human Ecosystems Bologna. Abbiamo deciso di scrivere questo pezzo senza il tempo per scriverlo, fra treni, montaggio dell’installazione, prove di proiettori, conferenza stampa, annessi e connessi del lancio di ogni evento.

Ma il desiderio di raccontare questa storia e condividerla con voi è stato più forte: dopo mesi di assenza dall’Italia, dopo il suo girovagare all’estero, fra il Brasile, gli Stati Uniti e tante città in Europa, Human Ecosystems torna in Italia. Era partito tutto due anni fa a Roma, a settembre del 2013, nel I Municipio, e di strada questo progetto ne ha fatta tanta: l’ultima tappa proprio a Electronica qualche settimana fa a Linz in Austria, ad Ars, il festival di arti digitale più antico e probabilmente più importante al mondo – tanto che quest’anno ha festeggiato la sua 36esima edizione.

BOLOGNA: POST URBAN CITY

Ed eravamo là, con la felicità dell’installazione per raccontare la nostra Post City (tema a cui era dedicato il festival quest’anno) e un pensiero all’Italia: riusciremo a riportare là, da dove tutto è partito, il progetto? Riusciremo a far partire una sperimentazione sulla città in Italia, il paese che per cultura e tradizione è la culla dell’urbanesimo, e come tale riconosciuta ovunque al mondo?

Queste domande hanno trovato l’inizio di una risposta. Bologna si è mossa, ha dato il suo segnale e ha aperto la porta: siamo tornati. Con HUB, Human Ecosystems si intreccia al percorso “Collaborare Bologna“, le politiche partecipative avviate dal Comune che hanno visto nascere in città progetti differenti come il regolamento per i beni comuni urbani o la Festa della Collaborazione Civica.

Osserveremo la Bologna della collaborazione per come questa si esprime sui social network nelle interazioni pubbliche dei suoi abitanti: chi parla di collaborazione? Come se ne parla? E quali emozioni si esprimono intorno alla collaborazione? Quali i temi più discussi? Chi sono gli hub, gli influencer, i ponti fra le comunità? Quali le lingue della collaborazione?

Da oggi al 7 dicembre allo Urban Center (la Sala Borsa) una mostra racconterà la città della collaborazione in tempo reale. Ma non solo: alla fine della mostra, il Comune rilascerà un set di Open Data contenente tutti gli elementi emersi durante il periodo di osservazione.

OPEN DATA PER PROMUOVERE LA COLLABORAZIONE SOCIALE

E’ la prima volta che una città rilascia degli Open Data di questo tipo: Open Data di nuova generazione, dove i sensori sono i cittadini, le loro espressioni e interazioni pubbliche nel nuovo spazio di esistenza costituito dai social network.

Fino ad ora eravamo abituati al rilascio di dati provenienti da strade, reti idriche, edifici, consumi di energia, mai dai social network. Mai una città aveva trasformato l’ecosistema relazionale che si esprime nella sua dimensione digitale in un nuovo commons immateriale: un nuovo bene comune. Bologna ha fatto un passo concreto in questa direzione. Il comune prende sul serio questo progetto, ne vede le possibilità. Ce lo dice Matteo Lepore, assessore alla promozione della città con delega all’Agenda Digitale:

Con questo progetto intendiamo sperimentare concretamente l’uso dei big data. Siamo consapevoli che l’ecosistema digitale sia un’infrastruttura di sviluppo, crescita e inclusione.

“Ma per fare il salto, dobbiamo imparare a mettere a sistema i nostri dati: con HUB, stiamo andando nella direzione giusta, anche in vista dei finanziamenti di Bologna città metropolitana”, dice Lepore.

HUB – IL DIALOGO CON LE CITTÀ, NELLA CITTÀ

E c’è l’ANCI – l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che supporta l’operazione HUB con un patrocinio formale. Antonella Galdi, Vice Segretario Generale e Responsabile ANCI Innovazione tecnologica e Cultura, ha uno sguardo lungimirante, rivolto al futuro: “il progetto si presta ad essere replicabile in altre città e contesti”, e continua affermando che “Guardiamo con interesse ad una sperimentazione capace di “leggere” la città in modo nuovo, convinti della necessità di usare ogni strumento di analisi possibile per migliorare le politiche pubbliche dei territori urbani.”

Questa iniziativa è in grado di mettere in evidenza il ruolo dell’arte e della cultura nei processi di innovazione tecnologica e, allo stesso tempo, di creare nuovi spazi, strumenti, forme di relazione e coinvolgimento dei cittadini.

Ci risentiamo quindi a dicembre quando della Bologna della collaborazione potremo sapere di più: abbiamo appena iniziato. Intanto una piccola anteprima per voi: la mostra è anche accessibile online per chi all’Urban Center non può andarci. Almeno una parte di essa, tre visualizzazioni che consentiranno a tutti nel mondo di navigare il paesaggio informazionale dei bolognesi che parlano, discutono, riflettono sull’importanza della collaborazione.

SALVATORE IACONESI & ORIANA PERSICOBologna 7 Ottobre 2015

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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