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A Natale, exploit all’estero per il Made in Italy

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Particolarmente in Russia e Giappone, il lusso sulla tavola delle feste si traduce in vini, spumanti, grappa, liquori, panettoni, formaggi tipici, salumi di qualità e tanta pasta. Vola il Made in Italy con un aumento del 10 per cento, secondo le stime della Coldiretti, un successo che toccherà 2,2 miliardi d’euro. Nonostante la crisi attanaglia un po’ dovunque, cresce la voglia di prodotti alimentari italiani all’estero, soprattutto d’alta qualità e produzioni tipiche da regalare e regalarsi.

Primo in classifica è lo spumante, che sembra aver eguagliato l’aristocratico champagne francese, con un record del 21 per cento nelle spedizioni; richiestissimo in Germania, principale importatore, da Stati Uniti e Gran Bretagna, tutti con percentuali nel segno +. Complessivamente, saranno circa 150mila le bottiglie di spumante italiano che si stapperanno all’estero per i consueti auguri, un risultato che traina l’intero settore enologico nazionale, dove si regista già un aumento sostanziale pari al 9 per cento.

Richiesti anche i dolci della migliore tradizione soprattutto se da forno; il panettone è molto gradito all’estero e ne saranno consumati dieci milioni, quantità più che raddoppiata negli ultimi vent’anni. Cresce la domanda di formaggi; si stima che saranno spesi più di 130 milioni d’euro per assaggiarli, con l’intramontabile Parmigiano in testa; in particolar modo, per imbandire le tavole a festa, gli stranieri sceglieranno la pasta. Secondo la Coldiretti, con un importo che supera i 150 milioni d’euro, si fissa il primato nazionale a livello mondiale, nella produzione ed esportazione.

Il trend positivo sui mercati internazionali potrebbe subire un nuovo incremento con una più efficace tutela, impegnandosi contro l’agro pirateria, per esempio, che utilizza parole, colori, immagini, ricette e denominazioni, richiamando impropriamente luoghi e culture con cui nulla ha da spartire.

Sempre secondo la Coldiretti, un Made in Italy parallelo, fattura 50 miliardi d’euro con prodotti fraudolenti: le denominazioni più copiate al mondo appartengono al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano; ma imitati e prodotti negli Stati Uniti, anche il Romano, l’Asiago, il Gorgonzola; un alter ego del Chianti (californiano), inquietanti cloni di soppressata calabrese e pomodori San Marzano, sono comunemente “smerciati” come prodotti italiani. In molti casi, sono i “marchi storici” a essere falsificati, com’è successo di recente per la mortadella e il prosciutto San Daniele, prodotti in Canada. Un fenomeno dirompente e deleterio che toglie spazi preziosi di mercato, danneggiando l’immagine stessa del vero Made in Italy.

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Scritto da luxu

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