Accuse a Facebook, Zuckerberg: “Profondamente insensate”

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Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg ha deciso di rispondere alle accuse rivolte all’azienda da una ex dipendente che ha denunciato il disinteresse della società per la sicurezza degli utenti. Simili accuse, infatti, sono state definite come assolutamente infondate.

Accuse a Facebook, Zuckerberg: “Profondamente insensate”

Mark Zuckerberg ha rotto il suo silenzio sulle accuse della informatrice ed ex dipendente di Facebook, Frances Haugen, che ha denunciato il modo in cui la società ha anteposto i profitti alla sicurezza degli utenti di Facebook e Instagram.

Il CEO dell’azienda ha risposto alle accuse attraverso un lungo post su Facebook, nel quale ha scritto: “Al centro di queste accuse c’è questa idea che noi diamo priorità al profitto rispetto alla sicurezza e al benessere.

Questo non è vero… La tesi che Facebook pubblicizzi deliberatamente contenuti che fomentano la rabbia degli utenti per il profitto è profondamente illogica. Facciamo soldi dagli annunci e gli inserzionisti ci dicono costantemente che non vogliono i loro annunci accanto a contenuti dannosi o arrabbiati”.

Nel suo post, Zuckerberg ha anche riferito che il “cambiamento delle interazioni sociali significative in News Feed” è la prova che la società preferisce tutelare la sicurezza rispetto ai profitti. Inoltre, ha spiegato che il cambiamento attuato, riducendo la presenza di video virali a favore di contenuti postati da amici e familiari, ha portato gli utenti a trascorrere meno tempo sulla piattaforma. Seppur controproducente, una simile scelta è stata attuata perché “la ricerca ha suggerito che era la cosa giusta da fare per il benessere delle persone”.

Le accuse di Frances Haugen a Facebook

Nella giornata di martedì 5 ottobre, l’ex prduct manager Fraces Haugen ha tenuto un discorso alla sottocommissione per la protezione dei consumatori del Comitato del Commercio del Senato, durante la quale ha spiegato che “i prodotti di Facebook danneggiano i bambini, alimentano la divisione e indeboliscono la nostra democrazia”.

L’ex dipendente ha riferito anche che Mark Zuckerberg e i dirigenti dell’azienda sanno “come rendere Facebook e Instagram più sicuri” ma preferiscono non fare nulla “perché hanno messo i loro astronomici profitti prima delle persone”.

Down Instagram, Facebook e WhatsApp: le perdite della società

Intanto, dopo il clamoroso down di Instagram, Facebook e WhatsApp di lunedì 4 ottobre che è costato a Zuckerberk una perdita economica personale di circa 7 milioni di dollari, la società è stata travolta da una seconda, seppur più breve, interruzione nel pomeriggio di venerdì 8 ottobre.

In quest’ultima circostanza, Facebook, Instagram e WhatsApp sono andate down per circa due ore prima che il servizio venisse ripristinato. In un tweet, che annunciava il ritorno delle applicazioni, la società non ha offerto alcuna spiegazionesul perché il funzionamento delle piattaforme risultasse sospeso.

In totale, soltanto nella settimana compresa tra lunedì 4 e domenica 10 ottobre, le app della società sono state offline per quasi nove ore. Misurando i dati relativi alle ultime entrate trimestrali di Facebook, l’azienda subisce una perdita pari a circa 13 milioni di dollari all’ora: pertanto, le due interruzioni probabilmente corrispondono a una perdita superiore ai 100 milioni di dollari.

Il successo delle piattaforme rivali

Per quanto riguarda i rivali di Facebook, i problemi riscontrati dalle app della società hanno rivitalizzato l’utilizzo di altri prodotti afferenti al mondo dei social network: l’uso di Snapchat, ad esempio, è salito del 23%, mentre quello di Twitterè aumentato dell’11%, secondo i dati di Sensor Tower.

Le app di messaggistica Telegram e Signal, nel frattempo, sono salite rispettivamente al n. 1 e al n. 10 tra le app gratuite di Apple più scaricate, secondo Sensor Tower.

Pavel Durov, il miliardario fondatore di Telegram, ha detto che la sua azienda ha visto un numero record di installazioni pari a “oltre 70 milioni di rifugiati”.

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Scritto da Ilaria Minucci

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