Le irregolarità nel teleselling di TIM
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha recentemente preso provvedimenti nei confronti di TIM, diffidando la società a rispettare gli obblighi previsti dal codice di condotta per le attività di teleselling e telemarketing. Questa decisione è stata presa in seguito a numerose segnalazioni da parte degli utenti, che hanno denunciato pratiche scorrette da parte di call center associati a TIM.
Secondo la delibera n. 462/24/CONS, AGCOM ha ricevuto lamentele da tre utenti che sono stati contattati da vari call center. Le telefonate provenivano da numeri fissi con prefissi di Roma e Milano, oltre a numerosi numeri mobili. Gli operatori hanno utilizzato tecniche ingannevoli per convincere gli utenti a sottoscrivere nuovi contratti, come l’affermazione di interruzioni della linea per manutenzione o l’aumento delle tariffe da parte del precedente gestore.
Le risposte di TIM e le misure adottate
In risposta alle richieste di AGCOM, TIM ha dichiarato che alcuni dei numeri utilizzati non appartenevano alla sua rete di vendita e non erano registrati nel ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione). Tuttavia, la società ha fornito i dati completi riguardanti i partner coinvolti e ha successivamente risolto i contratti con i call center che non rispettavano il codice di condotta.
Nonostante queste azioni, AGCOM ha messo in dubbio l’efficacia del sistema di monitoraggio e controllo della rete di vendita di TIM, evidenziando che le attività illecite dei call center sono emerse solo dopo le richieste di verifica. Pertanto, l’autorità ha diffidato TIM a implementare tutte le misure organizzative necessarie per garantire un monitoraggio efficace dei partner.
Il contesto normativo e le future misure di AGCOM
AGCOM ha recentemente avviato una consultazione pubblica per discutere le misure da adottare contro il fenomeno del CLI spoofing, una pratica che consente ai call center di mascherare la propria identità durante le chiamate. Questa iniziativa mira a proteggere i consumatori da pratiche commerciali ingannevoli e a garantire un mercato più trasparente e giusto.
In conclusione, la situazione attuale rappresenta un campanello d’allarme per TIM e per l’intero settore delle telecomunicazioni. La necessità di un monitoraggio rigoroso e di pratiche commerciali etiche è più che mai urgente, affinché i diritti dei consumatori siano tutelati e le aziende operino nel rispetto delle normative vigenti.