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Agenda digitale: Caio non c’è, ma non è andato via (per ora)

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Specifico per tutti una cosa: il Digital Champion non è il boss dell’Agenda Digitale. L’ Italia non ha mai compreso davvero la natura di tale figura, scegliendo sempre persone decisamente collegate con l’iter di creazione e applicazione dell’agenda digitale costruita dal governo (dai governi) e dal parlamento. Il fatto che Caio sia contemporaneamente Digital Champion e Commissario per l’Agenda Digitale è solo una coincidenza italiana. Vi lascio questa interessante conversazione tra Neelie Kroes e Mike Butcher, Co-Founder ed Editor at Large di Tech Crunch sull’assenza di Caio dai social network. Avete presente tutta la discussione sugli influencer e la visione dell’Italia nel mondo? Ecco. Butcher è un super influencer, noi siamo messi male.

Un Commissario per l’Agenda Digitale può fare un ottimo lavoro.

Il Digital Champion invece è un ruolo puramente comunicativo (deve evangelizzare il suo paese, partecipare alle fasi di aumento della consapevolezza digitale della popolazione) e di interconnessione (connette l’agenda digitale europea a quella locale). Sotto tutti questi punti Caio toppa, non è un Digital Champion. Niente a che vedere con il lavoro sull’Agenda che insieme a diversi professionisti (tra i tanti: Luca De Biase e Francesco Sacco).

Come Commissario per l’Agenda Digitale penso che nessuno possa mettere in discussione le sue competenze anche se possiamo affermare che, ad oggi, l’intera ADI è focalizzata quasi esclusivamente su su infrastrutture e processi, meno sulle persone. Detto questo, perché in Italia i Digital Champion sono sempre scelti all’interno delle strutture burocratiche? Com’è possibile che Caio abbia accumulato la carica di Mister Agenda con quella di Digital Champion? La risposta è che il Governo Italiano non ha ben capito cosa facciano e a cosa servano i Digital Champion.

Caio lavora part-time e da quel che si dice rassegnerà le dimissioni in primavera. Spero che con l’ennesimo cambio di Digital Champion si riesca a mettere a fuoco la necessità di un vero evangelizzatore digitale. Che comunichi.

Non solo su Twitter, ma che comunichi.

Federico MorelloReblog da FedericoMorello.eu

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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