Aiutare i bambini dislessici con i tablet: Ora si può

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“Domani andiamo in gita, ma non portate telefonini o tablet”.

Questo assurdo ritornello l’ho sentito ancora una volta nei giorni scorsi. La maestrina dalla penna rossa, abituata a libro e biro cancellabile, non si è accorta dell’utilità del tablet. Nella scuola italiana sembra che il tempo si sia fermato. Non ho mai visto un tablet su un banco. C’è sulla scrivania di qualche dirigente, c’è sulla mia cattedra ma sul tavolo dei bambini è ancora considerato un tabù. Eppure mi sarebbe stato utile sapere, quando ho avuto a che fare con qualche bambino dislessico, che i videogiochi possono migliorare l’attenzione e le prestazioni alla lettura.

Marco Iannaccone è un ingegnere che si è accorto di quanto fosse necessario essere un po’ profeti, guardare oltre gli strumenti che abbiamo per dare una risposta alla dislessia: ha inventato EdiTouch, il primo tablet per dare un contributo ai genitori e agli insegnanti di bambini che hanno questo genere di disagio.

In Italia finalmente c’è una legge, la 170 del 2010, che riconosce la dislessia; c’è una diversa sensibilità rispetto agli anni scorsi e ci sono molti più dislessici (tre mila nuovi casi solo in Italia). Se ne contano in ogni classe.

Restano ancora troppo poche le risposte. Spesso mi vien detto: “Quel bambino è dislessico, serve una programmazione semplificata”. Stop. Nulla di più. Oppure: “E’ seguito dal centro di neuropsichiatria”. Ma non basta.

Iannacone con il suo tablet ha saputo dare una risposta in più ai dubbi, alle incertezze degli insegnanti. Un lettore ebook, una calcolatrice parlante, un diario per i compiti, il visualizzatore di documentari e filmati: tutto ciò che serve per un bambino che fatica a leggere e che con difficoltà imparerà le tabelline.

Il tutto sotto il controllo dell’insegnante e del genitore che possono decidere quali applicazioni debba usare il bambino. Un passo verso una scuola digitale che dovrebbe tenere in considerazione, riguardo la dislessia, i dati emersi da uno studio effettuato da un team di ricercatori dell’Università di Padova e dell’istituto scientifico “Eugenio Medea” di Lecco che hanno dimostrato quanto i videogiochi possono essere utili per i bambini dislessici. Hanno testato le capacità di lettura, di attenzione e fonologiche di 20 bambini con dislessia e hanno valutato le loro capacità di attenzione e di lettura prima e dopo nove sedute di gioco di 80 minuti ciascuna: i bambini che avevano usato videogiochi d’azione erano diventati più efficienti nel leggere e scrivere, mostrando progressi in alcuni test d’attenzione.

Un metodo che potrebbe essere adottato fin dalla scuola materna dove tablet con videogiochi potrebbero essere utili a prevenire e migliorare l’attenzione dei bambini dislessici. E forse un giorno potrò sentire qualche collega dire: “Mi raccomando, domani non dimenticate il tablet.

ALEX CORLAZZOLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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