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Al TedxLecce abbiamo declinato il futuro. Che è contagioso

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Le cose belle non accadono se dietro non c’è una comunità. Noi a Lecce questo lo sappiamo bene. Lo abbiamo imparato nel corso di questi anni grazie al nostro Tedx. E scrivo nostro, non a caso. Con me in questa avventura ci sono da sempre Vito Margiotta, Laura Casciotti, Pierpaolo Lala e un gruppo straordinario di persone che si allarga ad ogni edizione. Eravamo davvero in pochi il primo anno, oggi al terzo attorno a noi c’è una comunità vera.

Un gruppo che condivide positività, impegno, fatica, valori e visioni, che ha deciso di restare in questo paese e costruire anche qui il suo futuro.

Scegliere il tema attorno al quale per mesi ruoteranno discussioni, scelte, ricerche non è semplice. Attorno alle parole, al tono, al senso che ciascuno di noi gli attribuirà ruota il destino di un’idea, di una scommessa.

Così mesi fa dopo lunghe discussioni – dopo parole importanti come “Innovazione e imprenditorialità” e “coraggio” (parole che avevano caratterizzato le prime due edizioni) – siamo approdati al “Futuro”.

Il TedxLecce

Una parola di speranza perché il futuro è di tutti ma nessuno può ritenersi “autore” indiscusso di questo messaggio. Azioni, sogni assai pragmatici, ambizioni che portano lontano, intuizioni che cambiano le regole del gioco e tracciano una linea netta tra quello che è stato e quello che verrà. Al centro di ogni Tedx c’è questo e ci sono i relatori, narratori di opportunità, creatori di visioni e addirittura in qualche caso facilitatori del pensiero.

Ancora una volta, col nostro massimo impegno, abbiamo cercato di costruire un TedxLecce ricco di passione, leggerezza, cuore, volontà, speranza, responsabilità e visione.

Perché portare sul palco del Tedx una storia vuol dire celebrare la ricchezza e la diversità delle capacità umane; vuol dire rendere evidente il progresso e le sue contraddizioni; vuol dire indagare il futuro, riflettere sulla natura umana – difetti e pregi inclusi – indignarsi e restare in silenzio di fronte a racconti di pura testimonianza civile e sociale; ma soprattutto per noi vuol dire provare sempre a spiegare perché si rimane ottimisti nonostante tutto.

Le persone che in questi anni hanno scelto di percorrere con noi un pezzetto di questo viaggio, famose o meno che fossero, io le ho amate tutte. E credete a me se dico che ogni volta scegliere è una lotta. Una lotta contro il tempo che hai a disposizione, contro il ritmo e il passo di quello che diventa un vero e proprio spettacolo, e a tratti anche con il buon senso.

Scegliere una storia è difficile. In giro per l’Italia e non solo ci sono talenti straordinari che raccontano l’evidenza prorompente della creatività, dell’intelligenza, del coraggio, della capacità di resistere e costruire, della bellezza.

Diffondere idee di valore: il senso di quello che facciamo è tutto in questa frase. Portiamo in scena persone che realizzano, nei settori più diversi, cambiamenti di rotta o inventano cose nuove, innescando processi virtuosi.

Non c’entra solo la tecnologia. È qualcosa che si pone a mezza via tra cuore e cervello. Sono persone che migliorano la vita di altre persone. Per noi la forma più bella di innovazione che si possa immaginare. Si tratta di una faccenda che ha a che fare con sogni assai pragmatici e ambizioni che portano lontano. Persone che giocando la loro vita su un’intuizione, cambiano le regole del gioco e tracciano una linea netta tra il passato e il futuro. È come essere proiettati in un ecosistema mentale potentissimo. Questa edizione ci ha portato più di un regalo. Intanto la premiazione più Funky del mondo, ovvero la prima cerimonia di premiazione del Funky Prize, il premio in memoria di Marco Zamperini. Lui è stato con noi durante l’edizione più bella, la prima, perché figlia di tantissima passione e un pizzico d’incoscienza. Il Tedxlecce non sarebbe così com’è oggi se non avessimo conosciuto Marco.

E così ci proviamo anche noi a dare il nostro contributo alla crescita dei valori della rete. Sempre col sorriso di chi ha la consapevolezza di partecipare alla costruzione di qualcosa di utile e importante. In questa edizione dedicata al futuro abbiamo raccontato diciotto storie di economia, scienza, impresa, food, arte, teatro, impegno sociale, diritti umani e civili, agricoltura, nuove tecnologie e comunicazione. Tutte sul palco del teatro Politeama a Lecce per un lungo pomeriggio di emozioni.

Tra le tante storie abbiamo ospitato c’è stata quella di Chiara Giovenzana, direttore della Community Engagement alla Singularity University, un progetto della californiana Silicon Valley che ogni anno seleziona i migliori studenti da tutto il mondo con l’obiettivo di individuare le idee capaci di cambiare il nostro futuro.

Oppure quella di Maria Letizia Gardoni, 25 anni e imprenditrice agricola. La sua azienda produce ortofrutta con tecniche naturali. Lavora con passione alla crescita della sua azienda, per creare un luogo educativo in cui la realizzazione e il benessere della persona partano dal consumo di alimenti sani, passando per la divulgazione, soprattutto tra le nuove generazioni, delle tradizioni e del potenziale innovativo del settore agricolo.

Siamo poi davvero orgogliosi di aver ospitato Alexander Aleinikoff, vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati che ci ha raccontato come e quanto l’innovazione sia fondamentale anche in quei territori dove troppo spesso non ci sono obiettivi e telecamere, e dove tra molte difficoltà si tentano esperienze di libertà e dignità. Tra le sue cariche è delegato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati all’innovazione e ci ha raccontato di quanto e come le Nazioni Unite stiano sperimentando la potenza e la forza dell’innovazione tecnologica, il suo valore e il suo peso.

Proprio perché crediamo che la cultura digitale sia un volano fondamentale per lo sviluppo del nostro paese, abbiamo avuto sul palco Carmelo Presicce. Lui sviluppa di tutto, ma soprattutto le app, finché, sommerso dalle richieste, decide di insegnare agli altri come fare. Grazie ai piccoli programmatori di CoderDojo scopre l’informatica creativa e si appassiona allo studio del rapporto tra tecnologia ed educazione. Fondatore di CoderDojo Bologna e membro attivo del movimento internazionale, si improvvisa docente, finge di essere uno startupper e si mimetizza tra i makers imparando il più possibile, impegnandosi a promuovere un utilizzo attivo, consapevole e divertente della tecnologia. In realtà non abbiamo parlato solo di innovazione e tecnologia, ma anche di impresa, scienza, ricerca, innovazione sociale, arte e teatro. Siamo molto legati ai temi dei diritti umani e sociali, chi ci segue lo sa bene.

Lo scorso anno abbiamo ospitato Maryam A Khawaja attivista per i diritti umani nel Bahrein, oggi diventata una vera amica del nostro progetto. E quest’anno sul palco abbiamo ospitato Lina Bhen Mhenni, blogger tunisina. Nel 2011 ha raccontato con coraggio attraverso il blog Una ragazza tunisina gli eventi più cruenti della rivoluzione nel suo paese. Vive sotto scorta per le minacce ricevute per i suoi articoli schierati contro la corruzione, l’indifferenza del governo rispetto ai problemi della popolazione e l’estremismo religioso.

Il nostro obiettivo è raccontare storie e vite che contribuiscono al progresso. È così è secondo noi per tutte e diciotto le storie che abbiamo raccontato nel tedxlecce.

Seguiamo il flusso che queste forze grandiose mettono in moto. Abbiamo fame di futuro. E anche se ci troviamo in una condizione difficile nella quale non abbiamo idea di come saranno il nostro futuro e il pianeta che ci ospita, una cosa è certa: dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili attraverso gli spazi e i mezzi che abbiamo a disposizione per costruire quello che verrà. Perché siamo certi che la vita, nonostante tutto, punti a trionfare.

GABRIELLA MORELLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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