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Anche il Papa ha il suo dominio Internet. Vi racconto come l’Icann ha raggiunto l’accordo su .catholic

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Rientro dalla 54a riunione di ICANN che si è tenuta a Dublino nella passata settimana. 7 giorni, circa 2400 partecipanti da 130 paesi del mondo, più di 370 sessioni di lavoro.

Credits: www.credomag.com

Incontrare newcomers italiani mi ha riempito di ottimismo. Chi partecipa a ICANN ha una gran voglia di fare, non si limita ad avere buoni propositi, si impegna concretamente per garantire funzionamento, crescita e stabilità della rete; partecipano studiosi, istituzioni, imprese, associazioni, gruppi e semplici utenti. Chi partecipa porta la sua esperienza, la sua passione, il suo interesse per discutere di futuro di Internet. Ho conosciuto Flavio Fazio, giovane imprenditore di Catania, al suo primo ICANN, emozionato di vedere il suo brand mescolato tra i colossi, le aziende e le organizzazioni che negli anni passati hanno “fatto” la rete.

Flavio ha parlato con i membri di ICANN, con i maggiori registry e registrar internazionali, si è confrontato con loro ha raccontato del suo lavoro, ha proposto soluzioni. Porta a casa importanti contatti con numerosi attori del settore, con i quali sicuramente riuscirà a collaborare nel corso dei prossimi mesi. Veronica Giovannone che partecipa per conto di Seeweb, è rimasta entusiasta del suo primo ICANN, curiosa, si sposta da una sessione all’altra, vorrebbe seguirle tutte! Oltre alle tavole rotonde relative alla governance di Internet, all’introduzione dei nuovi gTLD e alla transizione IANA, ha scelto di partecipare ai forum pubblici riguardanti argomentazioni più delicate come i diritti umani, la situazione dei paesi in via di sviluppo e il rapporto delle donne con la tecnologia.

Per Veronica ICANN è un’oasi di ispirazione, da cui trarre grande insegnamento.

In una settimana di lavori si sono affrontati con serietà diversi temi cruciali della governance di Internet. Impossibile raccontarvi tutto quello che c’è stato. Qui mi limito ad alcuni argomenti, poi se volete saperne di più basta fare un giro sulla pagina ICANN54 Materials and Media.

MA POI UNO SI CHIEDE: A CHE SERVE ICANN?

Il presidente Fadi Chehadé ha dedicato il suo discorso di apertura a spiegare dove inizia e dove finisce il ruolo di ICANN. Se stratifichiamo la governance di Internet e la governance digitale in tre livelli abbiamo al primo livello la infrastruttura, tutte le reti, IETF, ITU, i ministeri e le autorità di regolamentazione; il secondo è il livello logico dove le organizzazioni del primo livello e ICANN lavorano insieme per fare in modo che la infrastruttura sia stabile e sicura; poi c’è il terzo: il livello economico e della società, insieme ai problemi sui contenuti, i diritti umani, la cybersecurity, i crimini informatici, tutti quei problemi sui quali il mondo è impegnato da quando Internet è divenuta trasversale a tutte le nostre attività.

Fadi ha voluto sottolineare che la responsabilità di ICANN si ferma al secondo livello, allo stato logico. ICANN è solo una organizzazione tecnica e il suo compito è quello di mantenere la stabilità delle risorse necessarie per assicurare che la rete funzioni. ICANN non può intervenire sui contenuti, non sta a lei decidere se un sito è pericoloso, se una farmacia on line deve essere chiusa o meno, non sta a lei identificare chi viola il copyright o commette crimini on line.

COME È ORGANIZZATA LA COMUNITÀ DEGLI UTENTI INTERNET

In ICANN gli utenti sono rappresentati dalla At Large Constituency (ALAC). Nasce nel 2002. Fanno parte di ALAC le At Large Structures. Sono organizzazioni di professionisti (ad esempio ingegneri, avvocati, etc.), organizzazioni accademiche e di ricerca, comunità che si occupano di networking, associazioni dei consumatori, organizzazioni di utenti della rete, gruppi della società civile che si occupano di Internet, molti chapters della Internet Society. A Dublino ALAC ha discusso principalmente della transizione IANA. Si è discussa la posizione da sostenere sui punti più critici della proposta sin qui elaborata che comprende alcune questioni ancora aperte sulle quali occorre una rapida convergenza, in particolare il tema della responsabilità di ICANN nei confronti del mondo esterno. Si è comunque convenuto che la transizione debba essere portata a termine e che ALAC si adopererà per smussare le resistenze di chi mette ostacoli nei confronti delle condizioni posta dal governo USA per assicurare tale transizione. La posizione di ALAC potrebbe alla fine non coincidere con la posizione dei governi rappresentati in ICANN. Mentre ALAC e i governi hanno indubbiamente un ruolo convergente per assicurare la partecipazione della società civile nelle decisioni di ICANN, tuttavia potrebbe succedere che i governi rimangano intrappolati in questioni di politica internazionale col rischio di far fallire il progetto di transizione; pertanto ALAC sta agendo in un ruolo di moderatore.

PAPA FRANCESCO HA UN SUO DOMINIO INTERNET DI PRIMO LIVELLO

Da Dublino arriva l’OK definitivo a .catholic. Il 21 ottobre 2015, l’ICANN e il Pontificium Consilium de Comunicationibus Socialibus – PCCS (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali), hanno stipulato un accordo in base il PCCS gestisce il dominio di primo livello .catholic. L’accordo è pubblicato sul sito di ICANN. Superate le diverse obiezioni generate al fatto che molti altri cristiani usano il termine ‘cattolica’ per riferirsi più in generale a tutta la Chiesa cristiana a prescindere dalla appartenenza confessionale. I nomi di dominio all’interno del dominio .catholic saranno autorizzati dal PCCS a suo insindacabile giudizio: saranno riconosciute diocesi, ordini religiosi e istituzioni della Chiesa cattolica appartenenti alla directory ufficiale di tutte le istituzioni legate alla Santa Sede.

Farmacie e Internet, una minaccia crescente per la sicurezza dei consumatori? Grazie a Alliance for Safe Online Pharmacy in Europe, ICANN Dublino ha dato spazio a questo delicatissimo argomento che tocca aspetti economici, sociali e di sicurezza degli utenti. Come rendere Internet un luogo più sicuro per acquistare medicine? Sarebbero decine di migliaia le morti all’anno causate dall’acquisto di medicine on-line. È una questione di sicurezza. Non si risolve vietandone la vendita, ma piuttosto cambiando i termini di utilizzo e implementando nuove politiche in modo da avere maggiore controllo su chi sta facendo affari con la vendita di farmaci on-line. Serve maggiore collaborazione fra le industrie che producono i farmaci, dialogo e confronto per coinvolgere i diversi attori del settore, particolarmente i consumatori, che devono essere informati dei problemi reali. Il 97% dei venditori di medicinali on-line nel mondo opera illegalmente, il 94% non ha un farmacista responsabile delle vendite e più del 90% dei venditori non richiede prescrizione medica. In aggiunta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, segnala che il 50% dei farmaci prescrivibili venduti attraverso siti web sono falsificati. Il 18% degli europei (130 milioni di persone) hanno acquistato un farmaco on-line. Questi numeri sono pazzeschi. Sono persone che si rivolgono a Internet per fare questo, a volte inconsapevolmente, a volte consapevolmente, ma è un mare di gente. Si parla di circa il 25% dei 390 milioni di persone che vivono negli Stati Uniti, 79 milioni di americani che comprano farmaci in linea e che rischiano potenzialmente la loro salute. Uscire dai sistemi sanitari nazionali non può essere una buona cosa, Ma chi sono le persone che acquistano farmaci su Internet? Una anticipazione di una ricerca che uscirà a breve ci dice che la maggior parte dei pazienti che fanno shopping su questi siti web sono persone altamente istruite. Si parla di 30.000 a 40.000 siti Web per comprare le medicine on-line, senza prescrizione medica, in completa libertà! C’è una grande sottovalutazione di questo problema da parte dei medici. C’è mancanza di comprensione del pericolo da parte del paziente. Come innovare intorno a questo spazio? Informare i responsabili politici, aumentare la capacità di verificare l’applicazione della legge. C’è molto da lavorare, senza perdere tempo!

LA SFIDA PER L’INTERNET DEL FUTURO

Quando sento parlare Ira Magaziner, mi incanto. Ira, come consigliere del presidente Clinton, nella seconda metà degli anni 90 ha coordinato il gruppo di lavoro che pose le basi per la costituzione di ICANN. Il gruppo scartò l’ipotesi di una gestione dell’Internet con l’appoggio alle Nazioni Unite attraverso l’ITU perché inadatta alla velocità di decisione richiesta da Internet. Grande sostenitore del principio che i governi dovrebbero evitare di imporre restrizioni indebite a Internet, ha fatto un lungo discorso con importanti considerazioni, che trovate qui. Sin dall’inizio si era progettato un termine della supervisione USA sulle attività di ICANN, e adesso ci stiamo arrivando, Ira è ottimista che si possa trovare l’accordo, è certo che le persone che fanno funzionare Internet sono in grado di tenere il passo con i cambiamenti richiesti dalla rivoluzione digitale: Internet continuerà a funzionare senza problemi. Quando le decisioni sono prese coinvolgendo tutte le persone interessate alla soluzione e sono basate sul consenso, nonostante gli alti e bassi e le molte ore di discussione, si riesce sempre a trovare una soluzione. Ira va oltre Internet e guarda all’evoluzione delle comunità nella società concludendo con un invito alla persone riunite a Dublino. Nella storia dell’umanità ogni rivoluzione ha modificato inevitabilmente la società, quella digitale porterà grandi conseguenze alla società futura. Per Ira l’approccio partecipativo e multi-stakeholders della governance di Internet deve essere paradigma ed esempio per interventi in altri settori della societá.

Il prossimo appuntamento per la comunità Internet sarà fra pochi giorni in Brasile all’Internet Governance Forum di João Pessoa. Dialogo, confronto e discussione ci aspettano!

*LAURA ABBA

* Digital Champion Massa (Provincia di Massa e Carrara)

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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