“Sawadee”, benvenuti nella “perla del sud”, accolti dal sorriso dei thai, tra lunghe spiagge bianche e tracce di un’antica foresta pluviale e tanti, forse troppi locali notturni, frequentati dalle girls, dai lady boy. Dopo lo tsunami, Puket è ancora un’isola straordinariamente bella, con infrastrutture che si rinnovano, ma si sa, il fascino della Thailandia va di pari passo col suo essere, da molti punti di vista, un posto complicato.
L’eterno sorriso thai? Va ben oltre il candore effimero di cui si ammanta in un primo approccio. Un’interpretazione, quella inevitabile dei turisti, quasi mai sorretta dall’imprescindibile conoscenza culturale che, certo, gli attribuirebbe una giusta collocazione. Consuetudini e costumi dei tailandesi? Lontani dal cliché che ogni occidentale vorrebbe attribuire a proprio uso e consumo ed è pur vero che non basta una sola volta in Thailandia per scoprirne il volto più autentico, anzi, spesso s’inciampa in una parzialità del tutto opposta, come ad esempio, non cogliere quelle sfumature che, a prima vista, potrebbero apparire insignificanti.
Un posto complicato, appunto.
L’isola offre agli occhi del mondo le sue spiagge mozzafiato e le più attraenti sono fra quelle meno frequentate: tra novembre e gennaio a May Khao e Yang Beach, nel National Marine Park, tartarughe giganti diventano stanziali per il ciclo della riproduzione. Surin Beach è battuta da violenti correnti che s’infrangono in marosi sulla battigia, sull’arenile di Kamala si trova uno dei pochi villaggi di pescatori musulmani in cui ancora, si osservano antichi rituali tradizionali, mentre, sulle spiagge di Karon e Kata l’osservatore più attento può cogliere quel rapporto armonioso che resiste tra insediamenti e natura.
Nui Beach con la piccola cascata si raggiunge in barca, bella anche Nai Harn, con i suoi tramonti infuocati tra le anse e la laguna.
Da Patong e Puket Town partono le escursioni nei paradisi selvaggi delle Phi-Phi Islands, nell’Isola delle scimmie e per immergersi in calette dall’acqua talmente limpida che si può ravvisare il fondo anche a distanza di parecchi metri; per gli amanti della subacquea, irrinunciabile una fuga alle nove isole di Similian, a ottanta chilometri da Puket, completamente disabitate. Tra giardini di corallo e correnti così dolci da lasciarsi trasportare, un tuffo tra queste isole meravigliose è qualcosa di semplicemente idilliaco.
Il modo migliore per riscoprire Puket è soggiornare in una villa di lusso (o suite con piscina privata), all’Andara Resort (per i lettori di Tripadvisor, il migliore della Thailandia), situato presso Kamala Beach, di fronte alle Andamane. Le ampie camere da letto si aprono su un panorama tra i più strabilianti, verdi colline che digradano sull’oceano e il profilo delle isole sullo sfondo.
La scelta prevede diverse luxury accommodations: Andara Pool Villas con terrazzi panoramici e piscina all’aperto e Andara Residence Suites, in tre differenti categorie, “Terrace Suite”, “Pool Suite” e “Pool Suite Penthouse”, sul piano attico.
Raffinatissima cucina tailandese e bevande after dinner al Silk Restaurant and Bar, con particolare attenzione al menù per i più piccoli; per tutte le ville e le suite, la gamma di servizi e il comfort sono ai massimi livelli.
Nell’esclusivo Andara Beach Club si noleggiano splendidi yacht (28 a 35 metri, con personale di bordo), per salpare verso le Andamane e le altre isole; ultima nota va alla Spa, davvero notevole; in posizione isolata dal resto della struttura, avvolta in un’atmosfera di sensualità e relax, offre una molteplicità di trattamenti per il corpo e la mente: massaggi tailandesi tradizionali, ayurvedici, javanesi, svedesi, trattamenti individuali o per coppie che magari prediligono camere riservate, complete di Jacuzzi e sauna.