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Approvato il ddl sulle spoglie mortali delle vittime di femminicidio

Il Senato approva un disegno di legge per proteggere le prove nei casi di femminicidio

Approvazione ddl spoglie mortali femminicidio
Il ddl sulle spoglie mortali delle vittime di femminicidio è stato approvato.

Il nuovo disegno di legge

Il recente disegno di legge approvato all’unanimità dal Senato rappresenta un passo significativo nella lotta contro il femminicidio. Questo provvedimento modifica il codice penale e il regolamento di polizia mortuaria, stabilendo che l’imputato per la morte della moglie o della compagna non avrà più la facoltà di decidere riguardo all’inumazione o alla cremazione della vittima. Questa misura è stata introdotta per evitare che possibili prove vengano compromesse, garantendo così un’indagine più efficace da parte delle autorità competenti.

Protezione delle prove

Con l’approvazione di questo ddl, le spoglie mortali delle vittime di femminicidio diventano intoccabili. Questo è un aspetto cruciale, poiché spesso l’autore del delitto può sfruttare le normative esistenti per far cremare il corpo della vittima, disperdendo così prove fondamentali per le indagini.

La senatrice Giulia Bongiorno, promotrice del disegno di legge, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, evidenziando come sia intollerabile che chi è accusato di un reato possa avere accesso a diritti che potrebbero compromettere le indagini.

Le nuove disposizioni

Il ddl introduce pene accessorie per il coniuge, il compagno o il partner di coppia unita civilmente, nonché per il parente più prossimo o il convivente di fatto. In caso di condanna, questi soggetti perderanno ogni diritto e facoltà riguardanti la disposizione delle spoglie mortali della vittima. Inoltre, è prevista una preclusione assoluta all’esercizio di qualsiasi diritto relativo alla tumulazione, inumazione o cremazione del cadavere durante il processo. Questo divieto rimarrà in vigore fino al passaggio in giudicato della sentenza di condanna.

Impatto sulle indagini

Le misure introdotte dal ddl si applicano anche a casi di maltrattamenti in famiglia che portano alla morte della persona offesa, nonché a reati come l’omicidio del consenziente e l’infanticidio in condizioni di abbandono. Queste disposizioni mirano a garantire che le indagini possano procedere senza interferenze e che le prove possano essere preservate, anche a distanza di anni. La legge, una volta approvata anche dalla Camera, rappresenterà un importante strumento di tutela per le vittime di femminicidio e per la giustizia.

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