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Arriva Spillover: la startup spy-game che spiega la scienza ai ragazzi

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[Disclaimer: se il post vi sembra promozionale, beh sappiate che è per via del grande entusiasmo con cui questa avventura viene intrapresa!]

Andare in Afghanistan e aprire la prima scuola per cantastorie del Paese. Passare sei mesi intensissimi ma anche bellissimi per realizzare un sogno, quello di utilizzare la cultura tradizionale afgana come leva per lo sviluppo locale. Dimostrare che si può fare (startup), anche in un Paese tanto particolare come quello.

In queste poche righe si trova l’essenza di una possibilità unica e irripetibile, grazie soprattutto agli studenti che, con tanto coraggio e speranza, hanno riempito l’unica stanza di The Qessa Academy sfidando convenzioni sociali e pericoli di ogni genere per mesi, pur di imparare a tessere storie in grado di creare una realtà differente.

Ma se costruire da zero una visione così impegnativa – o se preferite, bislacca – ha richiesto tempo, tanta testardaggine e determinazione, non da meno sarà la nuova impresa che mi trovo ad iniziare proprio oggi.

Sì, perché oggi partiamo ufficialmente con Spillover, startup a vocazione sociale supportata da Angelab Ventures, la cui mission certo non è da meno: rendere la scienza una roba cool!

Lo so, ci hanno già provato in tanti. Bene, ci proveremo anche noi, vi spiego il perché. Quello attuale è infatti un mondo immerso nella scienza – e nella tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) – tanto che:

– 6,000 articoli scientifici vengono pubblicati ogni giorno;

– la quantità di informazioni scientifiche e tecnologiche aumenta del 13% l’anno.

Nonostante questo però, la scienza è vista in generale come “astrusa e poco interessante” per il 59,5% della popolazione Europea, secondo dati della Commissione Europea. Per i giovani tra i 15 e i 25 anni la cosa non è diversa, con il 49,6% che la trova “assolutamente noiosa”.

Non si tratta solo di un problema di percezione o di reputazione, comunque. Il disinteresse verso la scienza e le materie scientifiche risulta infatti in:

– posti di lavoro vacanti – fino a 2,8 milioni di posti nei prossimi 6 anni;

– crescita più lenta e perdita di competitività a livello internazionale;

– rallentamento della velocità con cui le scoperte vengono fatte e rese fruibili al pubblico.

Insomma, non è cosa da poco: ci sono in gioco variabili importanti anche in un clima difficile come questo, dal lavoro all’innovazione, passando per il miglioramento della vita di ognuno di noi. Arrivati a questo punto, forse vi state chiedendo cos’è Spillover e cosa fa, più nello specifico. Beh, per farla semplice vi posso dire che è uno spygame che aiuterà i ragazzini dagli 11 anni in su a capire meglio la realtà che ci circonda (sì, prima di perderli per sempre per via della concezione della scienza “noiosa”).

L’obiettivo? Salvare il mondo, naturalmente! O provarci almeno, scoprendo tra le altre cose che la fisica può essere davvero divertente, che i microbi aiutano salvare le opere d’arte e che le sostanze sono come le persone: possono trovarsi simpatiche, antipatiche o indifferenti tra loro.

Le missioni che Spillover presenta ai giocatori – pardon, agenti del Team – sono basate su invenzioni e scoperte scientifiche attuali, fornite direttamente da ricercatori e laboratori reali e poi rielaborate sotto forma di app in un contesto altamente interattivo e coinvolgente, grazie ad uno storytelling unico e innovativo. Tra agenti segreti, prove ad alto rischio,enigmi da risolvere, laboratori virtuali e esperimenti reali, non ci si annoierà di certo, ve lo prometto!

Perché vedete, un giorno dei nuovi eroi dovranno essere pronti a salvare il mondo. Quel giorno è oggi. Quegli eroi potreste essere tutti voi. Noi di Spillover partiamo, appunto, oggi… voi avrete invece abbastanza coraggio per entrare nel Team?

SELENE BIFFI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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