Artigiani e piccole imprese devono contaminarsi col digitale

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A metà dicembre si è concluso a Roma il roadshow di Eccellenze in digitale, il progetto promosso da Google, Unioncamere e Symbola per sensibilizzare la piccola impresa italiana alle potenzialità della rete. Il tour ha messo in evidenza progetti e iniziative in tanti territori italiani, consegnando ai promotori alcune indicazioni importanti su come sviluppare un’agenda digitale per il Made in Italy a scala internazionale.

Partiamo dalla domanda. I numeri confermano il potenziale di tante realtà manifatturiere, anche di piccola dimensione

Una ricerca condotta proprio da Google ha messo in evidenza, fra il 2013 e il 2012, un’impennata di interrogazioni a scala globale (+12%) relative a parole riconducibili al made in Italy. Il mondo chiede prodotto italiano e lo cerca sui motori di ricerca.

E’ importante che le nostre imprese siano capaci di intercettare queste richieste sviluppando una presenza digitale in grado di affiancare l’impegno sui canali tradizionali di distribuzione e di vendita.

Uno dei meeting di Eccellenze in digitale

Digitale e internazionalizzazione per le PMI

I numeri relativi all’export mettono bene in evidenza l’impegno di tanta parte del nostro sistema manifatturiero nell’affrontare sfida dell’internazionalizzazione. Se consideriamo le performance dell’export dopo la crisi, vediamo che anche la piccola e media impresa ha saputo reagire. Nell’arco di tempo che va dal 2009 al 2012 le imprese di media dimensione (50-500 addetti) hanno visto aumentare il proprio fatturato all’estero di circa di 29%; le piccola impresa (10-49 addetti) del 39%, a conferma che anche realtà di dimensioni contenute possono guardare oltre i confini nazionali.

Se guardiamo, tuttavia, all’uso delle nuove tecnologie appare evidente che molta è la strada da fare

Una ricerca recente della Fondazione Nord Est conferma che le imprese italiane che operano nei settori del made in Italy usano poco la rete, sfruttano in modo limitato i social network e non hanno ancora sviluppato una presenza robusta nell’ambito del commercio elettronico. I confronti internazionali mettono in evidenza uno scarto netto con le economie più avanzate dell’Europa. Il raffronto con le aziende tedesche, ad esempio, non lascia spazio a dubbi: i nostri concorrenti diretti su molti mercati internazionali utilizzano la leva dell’e-commerce in maniera decisamente più diffusa di quanto non lo facciano le imprese italiane (nel 2013, il 22% delle aziende tedesche con più di 10 addetti ha gestito transazioni online contro il 5% delle omologhe in Italia).

Digitale significa andare oltre il sito web

La scommessa, tuttavia, non è solo quella di vedere più imprese con un sito web all’altezza dei concorrenti. I casi di successo analizzati nell’ambito del progetto ci dicono che per proporre il made in Italy in rete è necessario “contaminare” il nostro modo di stare sul mercato con le possibilità offerte dalla rete.

Dario Loison. Credits: Corrieredelveneto.corriere.it

Un paio di esempi rendono bene il senso del percorso. Dario Loison è un pasticcere che da tempo ha puntato sul web per vendere i suoi panettoni. Il panettone, in Italia, è un prodotto stagionale: si vende dalla fine di novembre alla fine di dicembre. E’ un prodotto inesorabilmente legato alle festività natalizie. Per ragionare su nuovi mercati Loison ha deciso di coinvolgere in rete oltre duecento chef che oggi condividono on line ricette e spunti per utilizzare il panettone nei menù più sofisticati. E’ anche da queste conversazioni che è nata, ad esempio, la polvere di panettone e zafferano per condire il risotto!

Filippo Berto. Credits: Ilgiorno.it

Altro percorso interessante è quello di Filippo Berto produttore di divani a Meda. Per raccontare la qualità delle sue poltrone, Berto ha deciso di lanciare un canale YouTube dove proporre dei corti che spiegano perché scegliere il suo prodotto (#perchéberto). Questi video (oggi scaricabili in cinque lingue diverse) raccontano al cliente le specificità costruttive del divano fatto in Brianza. Sono questi video che spesso seducono i clienti di tutto il mondo e che mettono in moto la vendita on line.

Il percorso avviato da Loison e da Berto, così come molte altre storie proposte nell’ambito del tour, parlano di una piccola e media impresa che punta a sviluppare in rete un proprio percorso originale

Eccellenze in digitale ha avuto il merito di mostrare come questi percorsi non siano iniziative isolate quanto piuttosto la parte più visibile di un processo di cambiamento che le istituzioni e la politica devono assecondare e promuovere.

STEFANO MICELLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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