Un attacco informatico senza precedenti
Negli ultimi giorni, il sito web dedicato al referendum sulla cittadinanza italiana ha subito un attacco informatico di notevole entità. I membri del comitato promotore hanno denunciato un aumento anomalo del traffico, tale da rendere il sito inaccessibile per un periodo significativo. Questo attacco, avvenuto in un momento cruciale, ha sollevato interrogativi sulla sua origine e sulle motivazioni politiche che potrebbero esservi dietro.
Dettagli dell’attacco e le sue conseguenze
Il sito www.referendumcittadinanza.it, fondamentale per la campagna di raccolta firme che ha portato alla convocazione del referendum, ha registrato picchi di traffico allarmanti. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha dichiarato che l’attacco è iniziato nella notte del 26 aprile e ha continuato a colpire ininterrottamente.
La tecnica utilizzata è quella del Distributed Denial of Service (DDoS), che mira a saturare i server con richieste simultanee da migliaia di dispositivi.
Le misure di difesa adottate
Nonostante l’intensità dell’attacco, gli amministratori del sito sono riusciti a implementare alcune misure di sicurezza per mitigare i danni. Tra queste, l’uso di un sistema reCAPTCHA, che aiuta a distinguere tra visitatori umani e bot. Inoltre, hanno limitato gli accessi ai dispositivi con indirizzi IP geolocalizzati in Italia e Francia, riducendo così l’efficacia della botnet utilizzata dai cyber criminali. Tuttavia, i tentativi di accesso da IP mascherati provenienti da paesi come Cina e Messico continuano a preoccupare.
Implicazioni politiche e appello al voto
Questo attacco non è solo un problema tecnico, ma solleva anche interrogativi sulle dinamiche politiche in gioco.
Il comitato promotore ha sottolineato che la portata dell’attacco dimostra quanto il referendum sulla cittadinanza possa spaventare alcuni gruppi. In un momento in cui la democrazia è messa alla prova, è fondamentale che i cittadini partecipino attivamente al voto previsto per l’8 e 9 giugno. L’appello è chiaro: non lasciate che la paura e l’intimidazione influenzino il vostro diritto di voto.