La sua web radio la definisce sfigatina.Stefano Pietta, 31 anni e telelavoratore, ha il potere di trasformare la sua piccola camera da letto in uno studio radiofonico.
Avevo rimandato il nostro incontro a causa di molti impegni. Mi aveva contattata attraverso Facebook chiedendomi l’amicizia e scrivendomi un semplice messaggio. Finalmente un lunedì nebbioso di novembre, nella conca della Val Padana arrivai a Manerbio, un piccolo comune in provincia di Brescia.
Suono il campanello, e mi apre il padre di Stefano. Noto subito la casa ad un piano, e una piccola rampa che unisce la parte esterna dell’uscio a quella interna, l’atrio.
“Permesso” e all’improvviso ci si sente un po’ estranei, non si sa se chiedere dove posare la giacca o lo zaino.
Subito si ha timore di invadere alcuni spazi, per lo più intimi.
Un’intervista doppia:“Mi devo presentare?” “Devo dire – salve a tutti?”
L’intervista al DJ di Steradio
Bene, cominciamo.“Ci ha raggiunto negli studi di Steradio DJ una giovane ragazza impegnata in tanti progetti…” e ciò che prima era un luogo adibito ai compiti, ai libri, ai vestiti diventa qualcos’altro. Io intervistata da Stefano, lui intervistato da me. Una mossa per ciascuno.
Un paio di settimane prima lo avevo incontrato alla conferenza di “Non uno di meno – la promozione della lettura nelle diverse abilità”, a cui era presente come speaker, incentivando l’ascolto per la persona non vedente. Avevo deciso all’ultimo momento di partecipare, e così non feci altro che una volta conclusosi l’evento, avvicinarmi e stringergli la mano per poi ritrovarsi alla giornata di novembre.
Ci aiutiamo a vicenda. Io nell’avvicinare il registratore in alta definizione, lui dandomi segno di assenso mentre mi incespico tra una parola e l’altra descrivendo FABLE (la mano stampata in 3D). Dopo le primi fasi di avviamento per cui un amico ha aiutato Stefano ad attaccare i primi cavi, ora gestisce la sua web radio in autonomia. Da due anni, ormai, quando il 23 ottobre 2013 fece la prima diretta. Il mixer si trova già regolato sopra la scrivania, il computer di trasmissione con il programma inserito Edcast trasmette la radio, e invia le informazioni al server streaming che è in internet. Musica leggera, notizie di attualità e di disabilità, interviste.
La sua web radio ha una normale licenza SIAE, e da questo per sostenere le spese annuali e l’hobby quotidiano di Stefano, l’Associazione Riscatti ha aperto dallo scorso mese una campagna di crowdfunding sul portale Crowdfunding Italia.
La web-radio anche sui social
Potete ascoltarlo tutti i pomeriggi, dalle 17.30 alle 19.30 e tutte le sere dalle 21.30 alle 23, tramite la pagina diretta del sito web, l’APP e i relativi canali social, Facebook, Twitter, con i quali ha avuto la possibilità di farsi conoscere maggiormente, e confrontarsi con il prossimo. Creare nuove amicizie e, perché no, tenere compagnia a qualcuno rimanendo connesso. Stefano mi parla di un rapporto con l’esterno che è cambiato dopo l’apertura della web-radio, anche con le persone del piccolo comune in cui abita. Ha avuto modo di incrociare la sfera del giornalismo e della musica, sue passioni. Incontri sull’innovazione sociale, progetti di vita indipendente in cui la famiglia può avere un momento di sollievo trovando un ragazzo a disposizione nel tempo libero. E ancora, un canale Youtube, in cui gli ospiti della sua web radio, vengono filmati, e autonomamente poi crea il montaggio.
Mi introduce Stefano.
“Riesce a trovare soluzioni a tutto, vi posso assicurare che non è un problema…”
Se vi può sembrare un’azione eccezionale per cui una persona disabile possa auto gestirsi verso qualsiasi cosa, ad esempio una web radio, forse è perché riduciamo il tutto a “Può farcela?”. Nella nostra mente abbiamo solo un simbolo.
Di computer, mi racconta, ne ha dovuti gestire sin dalla prima elementare quando, nell’impossibilità di scrivere con la mano, a scuola e a casa aveva il suo: un 8086 dell’IBM. Stefano utilizzava il primo sistema operativo Microsoft DOS per cui si doveva digitare il comando per aprire una cartella o un programma. E ha imparato da solo.
Appena entrata nel suo studio radiofonico, notai le magliette della squadra di calcio Inter, di cui è un grande tifoso e sue foto sul campo. Per ben undici anni, grazie a un contatto nato dall’insegnante di educazione fisica, è stato aiuto allenatore di calcio giovanile a Manerbio, Varola, e Montichiari.
“Ti avvicino un po’ Stefano?” “Inserisco il freno?”Con la carrozzina elettrica con le ruote più grosse era sul campo durante le partite, imparando con il tempo a calcolare le traiettorie del pallone e a schivarle.“I ragazzi erano molto disponibili e si facevano in quattro per aiutarmi.”
Nel frattempo dopo il diploma di tecnico di gestione aziendale, frequenta un corso di Web Master, fino a che, qualche tempo più tardi, diventa telelavoratore part-time, per cui si occupa principalmente di caricare il lavoro commissionato sul server dell’azienda, giorno per giorno.
A volte, risulta complicato muoversi, soprattutto se dalla nascita viaggi su una sedia con le ruote e ci si sente un peso per il prossimo; se prima bisogna stilare la lista dei contatti da chiamare per rendere accessibile la propria strada fuori, e ahimè quando un solo accompagnatore non basta.
Servoscala fuori servizio alla Commissione INPS, cinture troppo corte in metro, ma dicono che arriveranno.
Di certo bisogna pianificare il proprio percorso, attendere il proprio turno.Pazientare per il cambiamento e il legame di questo dentro – fuori. A voler fare di tutto per migliorare la società, soprattutto nel nostro Paese nei confronti dell’ampio tema della disabilità e delle persone disabili. Come Stefano con il semplice scopo di farsi nuove amicizie, attraverso il web, attraverso gli eventi, è un ragazzo, lavoratore, dj e poi disabile.
“Mi puoi aiutare a spegnere il registratore?”“Come è andata? Si sente che non sono un dj professionista?”
Di sfigatino – come dice lui, – la sua radio ha ben poco.“Per correttezza dico che non ho ascolti altissimi. Puoi decidere se venire.” – scriveva.
In questo momento sto ascoltando la sua web radio. E vi dico la verità, fa strano pensare ad una semplice stanza da letto, ora adibita a uno studio radiofonico. È bello.In fondo è stata la mia prima intervista radiofonica.