Nasce Bea: la nuova frontiera della narrazione strategica d’impresa

Be A Media Company: la creatura di Salvatore Ippolito e Matteo Bardazzi nasce per aiutare le aziende ad affrontare la narrazione strategica d'impresa.

be a media company
Be A Media Company

In un’epoca digitale in cui la rete è tempestata da una vasta gamma di servizi, Bea – Be A Media Company diventa la soluzione per sfidare il caos.

Cos’è Bea – Be A Media Company

Bea, la nuova casa della narrazione strategica dell’impresa, nasce per interpretare le opportunità di crescita che il web offre alle aziende. Infatti, la creatura di Salvatore Ippolito e Marco Bardazzi – due professionisti della comunicazione – è progettata per aiutare le attività imprenditoriali. Per farlo, si serve delle idee più innovative del brand journalism e i contenuti più avanzati del content marketing. Quindi, Bea non nasce solo come un veicolo per attraversare la fitta rete del web, anzi. Il servizio ha l’obiettivo di accompagnare per mano un’impresa che vuole costruire uno storytelling strategico ed efficace.

Be A Media Company inizierà dunque il suo cammino appoggiandosi sulle partnership firmate con tre grandi pilastri della comunicazione del mondo digitale.

The Visual Agency, agenzia di data e information specializzata in visualizzazione dei dati; Dalk, un giovane ed innovativo digital studio specializzato in branded content grazie alle straordinarie competenze in analysis e storytelling; Imille, azienda veterana che dal 2004 ha seguito passo per passo il percorso dell’evoluzione digitale.

L’unione tra Bea e queste tre realtà affermate della comunicazione digitale darà vita ad un network interconnesso ad altre aziende nel mondo della comunicazione. Infatti, Be a Media Company offrirà alle aziende interessate l’accesso a questa nuova community di innovatori che metteranno in campo le loro competenze. L’azienda potrà dunque usufruire di un servizio che va ben oltre la narrazione strategica.

Infatti, Bea fornirà un aiuto anche sulla produzione di contenuti di qualità e sugli strumenti di data analysis, machine learning e intelligenza artificiale.

Bea tratterà temi sensibili, quali lo sviluppo eco-sostenibile, la decarbonizzazione e la possibilità di vivere in un mondo connesso in 5G. Inoltre, verrà messa particolare attenzione sulla comunicazione della trasformazione energetica e digitale.

Un punto di incontro

Bea rappresenta quindi un meeting point tra la cultura umanistica e la tecnologia. Il datastorytelling dell’azienda è il punto di contatto tra l’approccio umanistico alla comunicazione digitale e l’apertura all’innovazione e alla tecnologia. Un nome, Bea, che mette in accordo una bidirezionalità al contempo analoga e – a tratti – ossimorica. Bea come il diminutivo di Beatrice, omaggio alla musa dantesca nell’anno della celebrazione del sommo poeta; Bea come ponte tra italiano e inglese – lingua universale della comunicazione – per diventare call-to-action: “Be a media company”.

Leggi anche: Digital Storytelling: il potere delle storie al servizio del marketing

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Scritto da Redazione Think

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