Ecco ci risiamo. Anche il ministro della pubblica istruzione Stefania Giannini l’ha fatto: ha promesso un tablet per banco entro cinque – sei anni.
1. LA PROMESSA DI GIANNINI. L’impegno non è stato scritto bianco su nero ma annunciato Urbi et Orbi dai microfoni della trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” su Radio2. Per ora sulla carta, nelle linee programmatiche presentate al Senato, non ci sono tempi certi ma un generico “prima si parte meglio è”. La Giannini, la tabella di marcia, l’ha comunicata a Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro che le hanno chiesto “Arriveremo ad avere un tablet per banco? In due o venticinque anni?”.
Pronta la risposta dell’inquilino di viale Trastevere: “Entro cinque – sei anni”. Con quali finanziamenti non si sa.
Non è stato detto. La Giannini ha solo specificato: “Magari non in tutte le scuole”.
2. I TABLEB PER TUTTI DI PROFUMO. Un annuncio che avevamo già sentito due anni fa quando sulla poltrona della Giannini sedeva il signor Francesco Profumo. A quei tempi lo slogan “tablet per tutti” era di moda. Profumo all’inaugurazione dell’anno scolastico nel settembre 2012 aveva annunciato la grande rivoluzione: tutte le classi scolastiche delle medie e delle superiori avrebbero dovuto avere un computer e ogni insegnante della Puglia, Campania, Sicilia e Calabria, un tablet. Non solo.
Sfogliando i quotidiani di quell’anno, sulle pagine de “L’Unità” dell’8 ottobre 2012, altra promessa. Profumo incontrando i bambini della scuola primaria e media “Enrico Fermi” di Monterosso, aveva detto: “Daremo a tutti gli studenti e a tutte le classi un tablet.
I libri sono troppo cari”.
Risultati? Zero. Sono passati due anni ma di tablet se ne vedono ben pochi sui banchi delle scuole. Anzi. Secondo una ricerca condotta da Eurispes con Telefono Azzurro, alla scuola primaria solo lo 0,9 % utilizza ogni giorno il tablet per fare lezione (alle secondarie lo 0,8%).
3. I COMPUTER DI BERLINGUER. Dall’altro canto, gli italiani, sembrano essersi abituati alle promesse di chi li governa. Sul tema della digitalizzazione della scuola, tutti ricorderanno che già nel 1997 Luigi Berlinguer era passato alla storia per lo slogan “Un computer su ogni banco”. I quotidiani nel maggio di quell’anno titolavano: “Camera, annuncio del ministro alla commissione cultura. Una rivoluzione da mille miliardi”.
Nel frattempo nel marzo del 2000 alla conferenza internazionale di European Schoolnet svoltasi a Bruxelles, la Commissione europea per la promozione delle nuove tecnologie stabiliva che tutte le scuole d’Europa avrebbero dovuto essere collegate ad internet entro il 2001 e gli insegnanti avrebbero dovuto avere piena padronanza dei computer entro il 2002.
4. LA WIRELESS DELLA MORATTI. L’Italia con l’arrivo del ministro Letizia Moratti conobbe una nuova illusione conosciuta a tutti come “la riforma delle tre i” (inglese, impresa, informatica). Nel 2002 al “Sole 24 Ore”, dichiarava: “Contiamo molto sullo sviluppo delle reti wireless, senza fili, che permettono ai computer di colloquiare tra loro e di navigare su Internet senza la necessità di grandi ragnatele di cavi. Oggi solo il 30% delle scuole italiane possiede un cablaggio strutturato, e poco più del 20% ha accesso ad internet tramite collegamenti a banda larga. Entro la fine del 2003 vogliamo completare un piano di cablaggio e di accesso ad internet tramite connessioni a banda larga”.
Siamo nel 2014: alzi la mano chi ha una rete wireless che funziona in ogni classe…
5. I PORTATILI DELLA GELMINI. Fioroni resta tra i meno ricordati degli inquilini di Trastevere mentre Maria Stella Gelmini nel settembre del 2010 al “Sole 24 Ore” dichiarava: “Il Ministero sta facendo alcuni accordi con le poste italiane per consentire l’utilizzo dell’Ipad. Si tratta di progetti in itinere, ma l’attenzione del governo per le nuove tecnologie e per l’inglese è molto forte”. Con il ministro Renato Brunetta aveva persino firmato un protocollo d’intesa siglato anche da Microsoft. In quel documento spuntavano le pagelle online, il registro elettronico di classe e naturalmente il progetto “compagno di classe” per favorire l’adozione da parte degli studenti delle scuole medie di un mini pc portatile come supporto alla didattica.
7. LA PRUDENZA DELLA CARROZZA. Solo Maria Chiara Carrozza non promise tablet per tutti ma tentò di accelerare il processo di digitalizzazione dei testi, senza riuscirci pienamente.
Tra uno slogan e l’altro, restano i fatti. Nella maggior parte delle nostre scuole non ci sono ancora un personal computer per banco, non tutte le classi hanno una lavagna multimediale, figuriamoci un tablet! La Giannini ha lanciato una nuova scommessa. Non resta che aspettare il 2019 sperando di non doversi ritrovare a scrivere un articolo simile.
Bologna, 8 maggio 2014ALEX CORLAZZOLI