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Blocco dell’app DeepSeek in Italia: il Garante della privacy interviene

L'intervento dell'autorità italiana sul trattamento dei dati da parte di DeepSeek

Immagine del blocco dell'app DeepSeek in Italia
Il Garante della privacy interviene sul blocco dell'app DeepSeek in Italia.

Il contesto del blocco di DeepSeek

Negli ultimi giorni, l’applicazione DeepSeek ha suscitato grande attenzione in Italia, ma ora è stata bloccata dal Garante per la protezione dei dati personali. Questo provvedimento segue un’analisi approfondita delle pratiche di trattamento dei dati da parte delle società cinesi coinvolte, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence. L’autorità ha ritenuto che le informazioni fornite dalle aziende non fossero sufficienti a garantire la protezione dei dati degli utenti italiani, portando così alla sospensione immediata delle loro attività nel nostro paese.

Le preoccupazioni del Garante

Il Garante ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla gestione dei dati personali da parte di DeepSeek. In particolare, l’autorità ha sottolineato il rischio elevato per la riservatezza degli utenti, evidenziando che l’applicazione raccoglie una vasta gamma di dati sensibili, dalle credenziali alle cronologie delle conversazioni.

Queste informazioni potrebbero essere condivise con terze parti, anche a scopo commerciale, senza il consenso esplicito degli utenti. Inoltre, l’assenza di opzioni per chat riservate o in incognito ha sollevato ulteriori interrogativi sulla sicurezza dei dati trattati.

Le conseguenze del blocco

Il blocco dell’app DeepSeek ha avuto un impatto immediato sugli utenti italiani, che ora non possono più scaricare l’applicazione né accedervi tramite gli store ufficiali. Tuttavia, coloro che avevano già installato l’app possono continuare a utilizzarla, almeno fino a quando non verranno implementate ulteriori restrizioni. Questo scenario ricorda quanto accaduto nel marzo del 2023 con ChatGPT, quando il Garante aveva già adottato misure simili per proteggere i dati degli utenti. La situazione attuale potrebbe portare a un effetto domino, con altre autorità europee che potrebbero seguire l’esempio italiano, aumentando la pressione su DeepSeek e altre aziende che operano nel settore dell’intelligenza artificiale.

Prospettive future e risposte delle aziende

Le società coinvolte hanno ricevuto 20 giorni di tempo per fornire chiarimenti e rispondere alle richieste del Garante. Tuttavia, le risposte già pervenute sono state giudicate insufficienti, il che ha portato all’apertura di un’istruttoria per verificare la conformità di DeepSeek al GDPR. Gli sviluppi futuri dipenderanno dalla capacità delle aziende di dimostrare che le loro pratiche di trattamento dei dati sono in linea con le normative europee. Nel frattempo, gli utenti italiani si trovano in una situazione di incertezza, con la speranza che venga trovata una soluzione che garantisca la protezione dei loro dati senza compromettere l’accesso a strumenti innovativi come DeepSeek.

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