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Bologna, 2 agosto: un tumblog per una memoria partecipativa

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C’è Angela, 3 anni. Ci sono Paolo e Viviana in dolce attesa, che prenotano il traghetto per la Sardegna. Ci sono Rossella che va a incontrare il fidanzato, Gaetano, capo stazione neoassunto, Iwao da Tokio che ha vinto una borsa di studio. Ci sono Kai (8 anni) e sua sorella Eckardt (14) che tornano in Germania. C’è Fausto di turno con il suo taxi. Ci sono Catherine e John, neolaureati in viaggio per l’Europa. C’è Nilla che lavora alla Cigar e sta per sposarsi. Ci sono Carlo, Anna Maria e il piccolo Luca che, rotta l’auto per un incidente, procedono verso la Puglia in treno.

Ci sono tutte le 85 vittime della strage alla stazione di Bologna, con le loro storie di vita quotidiana, nel tumblog realizzato da Iperbole, la rete civica di Bologna, per provare a raccontare una storia, con tante storie dentro, a condividere la memoria di chi c’era con quella di chi era troppo piccolo o di chi ricorda solo i racconti dei genitori.

Perché la sfida è stata proprio quella di far convivere sullo stesso piano generazioni successive e diverse. E farlo utilizzando i media sociali, che per loro natura incrociano piani pubblici e personali, facendo racconto di immagini, testi, audio, video, tweet.

Attraverso una partecipazione digitale attiva è stato possibile (ri)raccontare un evento che l’intera comunità cittadina di Bologna vive sempre con la massima attenzione: unendo la logica della condivisione che alimenta i social network con il potenziale narrativo è nato un social blog partecipato, che assomiglia davvero a un collage in cui ognuno può ricostruire un proprio personalissimo percorso. E che con il tempo cambia, cresce e si arricchisce: tante piccole testimonianze che unite formano così un unico e per certi versi nuovo “ricordo”.

Ne è scaturito uno spazio aperto, che stabilisce connessioni e reti di connessione, che abilita link, collegamenti tra la memoria di oggi e la memoria vissuta di ieri. Frammenti di audio originali

dell’epoca e immagini d’archivio a colori e in bianco nero affiancano spettacoli teatrali, video commemorativi e le prime pagine dei quotidiani dell’epoca. Le memorie d’archivio dell’associazione dei familiari delle vittime trovano senso rafforzato dai frammenti personalissimi di chi come Cinzia, quel giorno doveva partire della tredicenne Marina. O di chi come Alberto ha condiviso la stanza con Sergio (vittima dell’attentato) e conserva ancora “i due libri che gli dovevo restituire.”

La sfera pubblica ha così ora uno spazio in cui poter ricostruire la propria identità collettiva, i nativi digitali hanno ora a disposizione uno spazio, linguaggi e forme in cui riconoscersi.

A cui chi lo desidera può prendere parte: perché ancora oggi chiunque abbia un’immagine, una foto, un ritaglio di giornale o più semplicemente un ricordo di quella giornata di violenza senza senso può condividerlo direttamente sul blog o via twitter con gli hashtag #2agosto1980 e #ioricordo.

Infine un auspicio e un piccolo sogno: riuscire a portare questo “blog” nelle scuole, per farlo vivere dagli studenti di oggi.

Un ringraziamento particolare all’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna per il supporto e la preziosa collaborazione.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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