Boom per Venmo: app al posto del contante e cellulare come bancomat

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E’ molto probabile che in un futuro non troppo lontano l’unico accessorio di cui non faremo a meno sarà il telefonino, e tra le funzioni più importanti che questo svolgerà ci sarà lo scambio di moneta: il telefonino diventerà il nostro portafogli e la nostra banca.

Traferire soldi elettronicamente non è un fenomeno nuovo, PayPal è stata la prima impresa a farlo, ma non è riuscita a riprodurre la semplicità dello scambio delle banconote o degli assegni dove basta allungare la mano e passare la moneta o l’assegno in quella di un altro.

Le nuove banconote “social”

Un sistema di pagamento semplice e popolare tra i giovani e che si avvicina molto allo scambio delle banconote è Venmo, dal latino Vendere e dall’anglosassone Money.

Creato nel 2009 da due amici Andrew Kortina e Iqram Magdon-Ismail, Venmo viene usato per regolare piccoli debiti tra amici, ad esempio per restituire i soldi del biglietto del cinema o quelli di una cena, oppure per pagare una quota dell’affitto e così via. I soldi si muovono da un conto corrente all’altro gratis attraverso un app scaricabile sul telefonino, solo se si usano le carte di credito Venmo trattiene il 3 per cento del valore della transazione.

Iqram Magdon-Ismail e Andrew Kortina, co-fondatori di Venmo. Credits: Forbes.com

Venmo è anche un social network, tutti gli scambi sono infatti visibili in rete da chi lo usa, ma non basta, è anche possibile commentarli, e molti lo fanno umoristicamente.

Incrociando gli amici di Facebook con i clienti di Venmo è possibile scoprire chi la sera prima è andato al cinema o a cena fuori e con chi, spesso leggendo i commenti ci si rende anche conto di come sia andata la serata. A differenza di Facebook, Venmo svolge prima di tutto un servizio utile, l’aspetto sociale e voyeuristico è solo un corollario ma sicuramente è importante.

L’idea di poter aggiungere un tassello importante, e cioè lo scambio del denaro, al mosaico sociale prodotto dai social media è alla base della popolarità di Venmo tra i giovani

E questa è a sua volta legata alla comodità con la quale si possono saldare piccoli debiti senza dover spedire un assegno o restituire il denaro di persona. In altre parole Venmo è frutto della fusione tra attività pratica e sociale, qualcosa che nessun social network o app offre.

Ciò spiega perché nel terzo trimestre del 2014 Venmo ha trasferito 700 milioni di dollari quando all’inizio dell’anno il totale delle transazioni arrivava appena 140 milioni di dollari. Le potenzialità di crescita sono tante, anche perché quello degli scambi di denaro virtuale è un settore ancora vergine in quanto poco sfruttato

Il futuro? Nei pagamenti virtuali

Uno studio della Forrester Research americana stima infatti che entro il 2017 i pagamenti virtuali ammonteranno a 90 miliardi contro i 12,8 miliardi del 2012.

Una delle campagne pubblicitarie di Venmo, nella metropolitana di New York. Credits: Fastcompany.com

Nel 2012 Braintree, un’impresa di Chicago specializzata nei pagamenti in rete ed attraverso i telefonini, ha acquistato Venmo per 26,2 milioni di dollari. Nel 2013, a sua volta EBay PayPal ha comprato Braintree per 800 milioni. L’idea è di far convergere Venmo, PayPal e Braintree in un’unica impresa che offrirà ai clienti un vasta gamma di pagamenti virtuali, e che verrà quotata in borsa.

L’inarrestabile crescita di Venmo. Credits: Businessinsider.com.au

E’ possibile che nei prossimi anni Venmo diventi un nuovo sistema di conti correnti bancari. Chi lo usa avrà la possibilità non solo di connetterlo con il conto corrente tradizionale, ma di lasciare il contante ricevuto nel conto di Venmo ed usarlo per altre simili transazioni. Più cresce il numero di persone disposte ad utilizzarlo come un conto corrente più Venmo diventa un pericolo per il sistema bancario tradizionale. Se poi si potrà usare Venmo anche nei negozi, magari iniziando da quelli virtuali, allora è anche probabile che nel lungo periodo questo rimpiazzi anche il bancomat e le carte di credito.

Per ora l’alta finanza non sembra interessata al futuro di Venmo, ma non e’ la prima volta che ignora un cambiamento radicale nel settore bancario e che ne paga le conseguenze.

LORETTA NAPOLEONI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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