Briatore ha ragione: mollo le startup e apro un kebabbaro

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In un recente video in cui parla alla Bocconi, Flavio Briatore ha affermato che le startup sono tutte una fuffa e che nessuno ci ha mai fatto i soldi. Tali affermazioni hanno suscitato un vespaio sul web, ma il punto è molto semplice: Briatore ha ragione! Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo ad alta voce, sfidando i luoghi comuni: le startup sono tutte una mistificazione!

Frequento da anni il mondo delle startup, ho fatto startup e adesso lavoro in un fondo di venture capital, per cui so bene di cosa parlo: tutti cialtroni. La dignità con la quale Briatore ha affrontato l’ambiente ostile della Bocconi, mi danno finalmente la forza per fare outing: è tutta una manfrina, orchestrata da poteri occulti e frutto di quell’intreccio tra potere politico e finanziario che notoriamente fiorisce sul terreno dell’innovazione aperta.

Eppure, potreste obiettare, i media sono anni che evidenziano ad ogni piè sospinto i clamorosi successi delle startup nostrane: passaggi TV, copertine di periodici, articoli di giornali! Le facce dei fondatori di Yoox, Mutuionline, Venere, Gioco Digitale, Buongiorno e altre sono notissime al grande pubblico, nei bar non si fa che parlare d’altro. Ma la realtà è un’altra: la stampa controllata dalla lobby dell’innovazione crea questi falsi miti di progresso, ma in verità nessuno ci ha mai fatto un centesimo con queste cose: i signori Yoox, Mutuionline, Venere, Gioco Digitale e compagnia varia vivono sotto i ponti, soli e negletti, con lunghissime barbe che ne impediscono il riconoscimento all’uomo della strada.

Alcuni mistificatori sostengono che aprire un’attività imprenditoriale, qualsiasi attività imprenditoriale, persino una pizzeria, è fare startup.

Ma quando mai! Come il Flavio nazionale svela con poche pacate parole, le startup sono robe dove si fallisce con facilità, mentre le pizzerie fioriscono senza problemi e basta aprirne una per ricavare profitti pazzeschi (pensate che il cameriere in una pizzeria supera i 5000EUR al mese di sole mance!). E’ la lobby dei pizzettari, che vogliono artificialmente tenere sotto controllo la concorrenza, che infiltra informazioni fuorvianti sul fatto che ogni tanto pure le pizzerie chiudono, è lei che soffia sulla bolla delle startup. Noi della Cupola delle startup lo sappiamo: la lobby dei pizzettari si muove al nostro fianco.

E’ questa febbre delle startup che sta mandando alla malora le ingenue aziende italiche: la corsa degli uffici acquisti dei grandi gruppi per comprare i prodotti e servizi di startup, la scandalosa quantità di denaro utilizzata per acquisirle stanno riducendo a zero la nostra capacità di competere sul piano internazionale, mettendo a repentaglio i nostri tradizionali asset (pizze, discoteche, produzione di mandolini).

Quelli di Google o Facebook continuano ad acquisire startup (anzi, adesso va pure di moda il cosiddetto “acquhire”) dicendo che è l’unico modo realmente efficace per innovare continuamente l’azienda? Si tratta ovviamente del complotto pluto-giudaico-massonico, mirante a spezzare il nerbo del nostro tessuto produttivo: è solo grazie ai robusti incentivi federali, diffusissimi in Silicon Valley, che Google e Facebook fanno queste finte acquisizioni il cui risultato finale è duplice: chiudere le startup acquisite e relegare i relativi startupper a posizioni del tipo centralinisti o addetti alle pulizie (altro che acquhire!)

Quelli delle startup sono sempre gli stessi e sono una vera e propria mafia: utilizzando i copiosi aiuti pubblici e i faraonici finanziamenti privati si dilettano in investimenti strampalati, spesso solo di facciata, il cui unico scopo è quello di continuare a godersi le loro feste e le loro caipirinha su spiagge esotiche, mentre sghignazzano alle spalle dei poveri beoti che ci hanno creduto. Sono loro, quelli della Cupola delle startup, che hanno selezionato una classe dirigente incapace, sono loro che hanno messo a repentaglio i conti dello Stato con gli imponenti sgravi fiscali a chi fa investimenti in innovazione, spinto ondate di persone a diventare neo-imprenditori per via di una legislazione scandalosamente pro-startup.

Infine sono loro, i guru delle startup italiche, che spingono i nostri giovani a passare le giornate a “fare la startup” invece che a giocare a pallone, sono loro che hanno minato il nostro giardino di talenti costringendoci ad avere solo due squadre in Champions League: maledetti!

Roma, 10 maggio 2014AUGUSTO COPPOLA

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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