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Ca’ del Bosco, tre stelle per le bollicine rosa

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Abbinato a una quaglia farcita di funghi porcini, crema di foglie di sedano e trombette trifolate cucinata da Annie Feolde è assolutamente perfetto. È il Franciacorta Cuvèe Annamaria Clementi Rosè Extra Brut 2003, l’ultimo raffinatissimo prodotto uscito dalle cantine di Ca’ del Bosco.

E per presentarlo, il presidente Maurizio Zanella ha voluto rendere omaggio a quella sfumatora rosa che rende le bollicine particolarmente leggere e, allo stesso tempo, importanti: «abbiamo scelto le tre donne che rappresentano il meglio della cucina italiana». Perché non c’era solo la signora dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze a proporre le sue ricette, ma anche Luisa Valazza (“Al Sorriso” di Soriso, Cn) e Nadia Santini (“Dal Pescatore”, di Canneto sull’Oglio), ovvero le chef italiane tristellate Michelin al gran completo, riunite nella stessa cucina, quella del Principe di Savoia di Milano, a preparare un unico pranzo.

E forse il modo migliore per raccontarlo, questo vino, è proprio quello di preparare il palato affidandosi al menu scelto da cotante signore. Si può iniziare con una patata all’uovo gratinata al parmigiano con tartufo bianco d’Alba firmata da Nadia Santini, abbinandola ad un altro Franciacorta Cuvèe Annamaria Clementi, il Brut 2003. E proseguire con i tortelli di zucca di Nadia Santini innaffiati con uno Chardonnay del 2007, sempre delle cantine di Erbusco, s’intende.

A questo punto, entra in scena il grande protagonista, il primo rosè della Cuvèe Annamaria Clementi, l’etichetta che rappresenta la punta di diamante della maison. Un vino che, spiega l’enologo Stefano Capelli, «riesce ad essere intenso senza essere imponente». E soprattutto, un rosèe al 100% di pinot nero, una vera rarità visto che in genere gli champagne rosèe sposano un 60-70% di questo uvaggio con una rimanente parte di chardonnay.

Un Franciacorta invecchiato per sette anni, nato da un’annata ideale, quella 2003, particolarmente calda, che ha visto una vendemmia anticipata, e che nasce dall’arte di saper assemblare quattro diversi vini base provenienti da 3 vigne ottenuti con una macerazione durata 36 ore a una temperatura di 14 gradi. Un particolare importante, perché il segreto per tingere di rosa le bollicine e ottenere un risultato d’eccellenza è nella capacità di cogliere «l’istante esatto per separare il mosto dalle bucce con tempestività e accortezza». Il risultato è un vino che, per dirla con le parole dell’enologo, esprime «eleganza, finezza, fragranza».

La precisione della tecnica, la cultura del territorio, e le più moderne tecnologie enologiche sono gli ingredienti fondamentali dei prodotti di un’azienda nata dopo che, a metà degli anni ’60, Annamaria Clementi comprò una casa nel bosco in quella che oggi è da tutti conosciuto come la Franciacorta.

Il figlio, ovvero l’attuale presidente Maurizio Zanella, parte per la Francia, frequenta le caves della Champagne, e al ritorno avvia il percorso delle bollicine italiane di qualità. Il primo Bianco di Franciacorta è del ’73, gli spumanti arrivano con la vendemmia del ’76. Oggi Ca’ del Bosco ha 58 dipendenti, una cantina guidata da Stefano Capelli con sistemi innovativi e attrezzature con brevetto esclusivo, una sede alla quale si accede oltrepassando un maestoso cancello firmato da Arnaldo Pomodoro, un “Inno al Sole”, questo il nome dell’opera, che rappresenta la consacrazione del rapporto fra vino a arte.

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Scritto da luxu

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