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CCI France Italie, Cécile Bourland: “Le Bridge, un evento per far dialogare grandi gruppi e startup”

Il prossimo 12 novembre si terrà "Le Bridge", evento organizzato dalla CCI France Italie. Ne abbiamo parlato con Cécile Bourland, amministratore delegato.

CCI France Italie Cécile Bourland
CCI France Italie Cécile Bourland

Si può fare matching tra investitori e startup anche in un periodo di crisi. È quanto si propone la Camera di Commercio Francese in Italia, per la quale fare business significa, prima di tutto, creare un contesto di relazioni fecondo. Il prossimo 12 novembre presso il Talent Garden di via Calabiana, a Milano, si terrà “Le Bridge Milan”: un evento unico, pensato per essere fruito sia in presenza che offline, incentrato sugli incontri fra grandi aziende e startup italiane e francesi. Con questo evento, la Camera di Commercio Francese in Italia lancia un messaggio: la volontà di non fermarsi, a dispetto di un era di vulnerabilità globale. Ne abbiamo parlato con Cécile Bourland, Amministratore Delegato della CCI France Italie.

Le Bridge Milan

Il 12 novembre la Camera di Commercio Francese in Italia organizzerà un evento per mettere in contatto startup e grandi aziende. Qual è la situazione delle startup in un tempo così complesso?

“Ciò che come Chambre stiamo vedendo è una grande energia: se da una parte la pandemia rende la situazione difficile, dall’altra le startup con cui ci relazioniamo mostrano grande fermento. Il periodo è complesso, ma c’è una grande propensione a creare opportunità di business e cercare finanziamenti. Si tratta del nostro obiettivo: con i suoi circa trecento aderenti, divisi fra grandi gruppi e PMI, la Chambre ha tutti gli strumenti per favorire il business”.

Qual è la realtà delle startup che aderiscono alla Camera di Commercio Francese in Italia?

“Nel mese di novembre scorso abbiamo lavorato a formato e obiettivi del Club Start Up della Chambre con il supporto di G2 e Capgemini che ci ha ospitato presso l’Applied Innovation Exchange per l’incontro di Brainstorming Session. In questo anno abbiamo sviluppato un club di startup pronte ad entrare in contatto con un sistema costituito da filiali italiane di grandi gruppi francesi, e viceversa. Il programma 2020 realizzato fino ad ora ha affrontato il macro tema della reciproca conoscenza e del dialogo tra due realtà diverse tra loro, che, pur necessitando l’una dell’altra, possono avere difficoltà ad intendersi. Abbiamo parlato di contratti, di proprietà intellettuale, di Open Innovation e con Le Bridge del prossimo 12 novembre il nostro scopo è, appunto, creare un ponte concreto fra queste due realtà”.

Brainstorming session

Come si strutturerà l’evento Le Bridge del prossimo 12 novembre?

“L’evento, che potrà essere fruibile sia dal vivo che in live streaming, sarà scandito in due momenti. Il primo è costituito da interventi di Keynote Speakers che si alterneranno in due tavole rotonde, la prima più istituzionale e la seconda più operativa con focus su Open Innovation ed Exit. Seguiranno gli Speed dating, incontri one-to-one fra le startup e i grandi gruppi per creare un contatto e una conoscenza diretta. Fra i grandi gruppi non avremo solo i responsabili innovation, ma anche i responsabili acquisti, finanza e marketing. Questo perché la Chambre vuole offrire alle startup che hanno un prodotto già pronto alla vendita delle opportunità di business concrete”.

Com’è la risposta dei grandi gruppi alla vostra linea?

“Molto positiva. Ormai i grandi gruppi lavorano nella local innovation, vale a dire con un crescente interesse per i nuovi sviluppi delle startup. Oggi i grandi gruppi sono più motivati, e lo dimostra l’ampia partecipazione ai workshop che abbiamo avuto quest’anno. Si è evidenziata la consapevolezza di dover superare una barriera culturale e le Corporate in particolare stanno realizzando notevoli passi avanti per facilitare la comunicazione con le Startup così da poterne veicolare l’energia creativa all’interno della loro realtà”.

Startup session

A proposito di barriere, una difficoltà è dovuta alla grande propensione delle società al risparmio piuttosto che all’investimento nelle startup. Ci sono differenze di approccio fra società italiane e francesi?

“Noi come Chambre non vediamo grandi differenze. La Francia ha iniziato prima ad adottare una propensione all’investimento, ma il fermento dell’ecosistema italiano delle startup ha pressoché azzerato questo gap. Piuttosto, oggi si opera in un’ottica più europea, le stesse startup – e gli investitori – superano le barriere nazionali”.

L’anno scorso avevate dichiarato l’innovazione come asse portante del futuro. Quest’anno a cosa puntate?

L’innovazione resta la chiave di volta del futuro e quella verso cui la Chambre orienta i suoi sforzi. All’interno dell’innovazione abbiamo prediletto l’asset della sostenibilità. Quest’anno abbiamo lanciato un club CSR, che ha recepito un grande successo. Molti fra i soci che aderiscono alla Chambre hanno voluto partecipare ad operazioni sostenibili”.

Sulla base delle startup che aderiscono alla Chambre, su quali settori si concentrano gli interessi del futuro?

“Come menzionavo, diverse startup operano nell’ambito della sostenibilità. L’ecosistema è, comunque, eterogeneo. I trend sono quello fintech, healthtech, biotech e foodtech, quest’ultimo sicuramente in comune fra Italia e Francia per tradizione. Importante anche il settore di industria retail e gdo”.

startup innovazione

Cosa si aspetta per il futuro delle startup italiane e francesi, nonostante i tempi di emergenza che stiamo vivendo?

“Vivo da vent’anni in Italia e ravviso uno spirito incredibile fra le startup italiane. Gli italiani hanno un atteggiamento ottimista e reagiscono di fronte alle difficoltà. Va, inoltre, detto che molti fra gli startupper sono giovani e guardano al futuro, non si ancorano al presente. La loro sfida è la nostra: resistere a questo periodo difficile e puntare al post-pandemia, pronti a ripartire”.

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Scritto da Marco Grieco

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