Alfred Sisley, all’epoca del “divisionismo”, lo ritraeva in un quadro celebre, riconoscibile tra i capolavori del Musée d’Orsay, “Vista del Canale Saint Martin“. Oggi, con le sue nove chiuse e due ponti girevoli, si è trasformato nel “faubourg” più amato; tanto alla moda sì, ma anche ricco d’emozioni evocative e visive, come solo il fascino assoluto di una città come Parigi sa rivelare.
In un viavai rilassato lungo i suoi quattro chilometri, Canal Saint – Martin interpreta la nouvelle vague nel lifestyle eufonico anni duemila: musicisti di strada, luoghi di ritrovo, store di tendenza, ristoranti, un nuovo boutique hotel, Le Citizen Hotel, dal carattere eco-friendly/iper-tecnologico.
Perfino il cinema lo ha immortalato; Marcel Carnè, nel 1983 vi ambientò le scene salienti di “Hotel du Nord”, nome, tra l’altro, di una nota brasserie al 102 di Quai des Jemappes.
In tempi più recenti (2001), alcune scene del “Fabuleux Destin d’Amélie Poulain”, di Jean – Pierre Jeunet, sono state ambientate proprio sui suoi navigli, con la protagonista del lungometraggio che amava lanciare sassi nell’acqua.
Tre sono gli indirizzi per lo shopping: Antoine et Lili, al 95 di Quai de Valmy, tutto per lei, il bambino e la casa, Artazart Design Bookstore, che si trova sulla stessa strada, al numero 83, sede, tra l’altro, d’interessanti mostre/happening letterari e Pop Market Concept Store, al 50 di Rue Bichat.
Imperdibile una sosta da Chez Prune, bistrot di tradizione con arredi d’epoca e ambiente vieille mode, oppure, in alternativa, da Le Chateaubriand, giovane ristorante molto ricercato, al 29 d’Avenue Parmentier.
O ancora, perché non scegliere una delle tante enoteche della zona? La più famosa è Le Verre Volé, al 67 di Rue de Lancry, che propone, da dieci anni, esclusivamente vini naturali. Anche Canal Saint – Martin non si priva del tocco esotico; per Le Cambodge, al 10 d’Avenue de Richerand, il gusto etnico e multiculturale è sempre molto apprezzato.
