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Cannizzo: “La nostra app per semplificare il turismo a Siracusa”

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“Molte delle cose complicate dei nostri giorni, sono complicate in questo senso, nel senso della stupidità. Bisogna semplificare.”

Che nesso esiste tra questo pensiero di Sciascia e la nuova app mobile Love City Index Siracusa (LCI) che la Fondazione IBM Italia ha generosamente regalato alla città di Siracusa? La semplicità, intesa come risposta alla tendenza culturale siciliana a rendere complesso ciò che invece non lo è.

L’app LCI fornisce finalmente in un’unica piattaforma on-line tutte le informazioni relative alle risorse artistico-culturali della città di Siracusa: e per risorse culturali non s’intende soltanto il museo, la chiesa e l’edificio storico, ma anche paesaggi e prodotti della terra. Fin qui, direte, niente di nuovo; la vera innovazione sta infatti nella semplicità d’uso di questa applicazione.

Ogni luogo o prodotto segnalato dall’app ha tre categorie: le informazioni basilari, una curiosità che lo rende speciale e dove si trova. C’è poi il social buzz, che consente di condividere le proprie sensazioni rispetto alla visita dei luoghi d’interesse sui social media più diffusi come facebook e twitter. Il tutto veicolato da un’interfaccia intuitiva che si lega ad una grafica blu come il mare di Siracusa.

Dopo aver scoperto i luoghi e i tesori della città spazio ai feedback, con tre semplici domande per catturare all’istante l’esperienza dell’utente rispetto alla visita. Il messaggio è chiaro: “Diventa un vero amante di questa città! Aiutaci a preservare Siracusa per le generazioni che verranno, aggiungi le tue impressioni.” In appena due righe troviamo il senso profondo dell’arte dell’accoglienza, arte che si esprime nella capacità di dare e ricevere armoniosamente, come nella migliore delle relazioni d’amore, e soprattutto orientata al futuro, verso coloro che verranno dopo di noi.

Concetti spesso difficili da far propri, ma fondamentali per rimettersi in gioco, necessità che oggi molti siracusani (e siciliani, italiani ed europei) sentono come imprescindibile.

I feedback possono essere un’arma a doppio taglio, come ogni social network ci insegna, ma lo strumento più efficace e semplice per crescere: perché la città non si “vende” come una città perfetta, ma come una città che vuole creare una relazione autentica con chi la vuole scoprire veramente, siano turisti o i suoi stessi concittadini. Ed è con la raccolta del dato diretto che possiamo interagire rapidamente con i fruitori della città, raccogliere esperienze sul territorio ed attivare un confronto per migliorare i servizi che Siracusa offre.

Quest’approccio a una progettazione centrata sull’utenza è condiviso pienamente da Impact Hub che promuove da tempo metodi di progettazione partecipata, attenzione a discipline quali lo user experience design e l’architettura dell’informazione (lo scorso febbraio si teneva proprio negli spazi di Impact Hub Siracusa il WIAD, ovvero la giornata mondiale dedicata alla divulgazione dell’architettura dell’informazione).

L’obiettivo è fare di Siracusa una città smart, che non significa una città iper-tecnologica come credono in tanti, ma una città consapevole delle proprie risorse e capace di metterle a sistema – con l’aiuto delle tecnologie – per migliorare il benessere urbano in modo diffuso.

LCI Siracusa non nasce dalla mente di un singolo sviluppatore, ma dal cuore di una squadra di lavoro, coordinata da Nicola Palmarini, direttore IBM Europe Human Centric Solutions Center, dotato di un’incredibile capacità di generare entusiasmo, che ha puntato ad un obiettivo ben preciso: dare senso ad una vision sul futuro della città partendo dalla condivisione dei suoi beni.

E a proposito di condivisione, il pioniere del turismo 2.0 Airbnb (oggi impresa milionaria) ha lanciato l’iniziativa Shared City per aiutare i leader dei movimenti civici e le loro comunità a creare ambienti urbani più vivibili attraverso azioni concrete di partenariato. Siracusa si è già candidata per far parte di questo programma, confermando la volontà e la consapevolezza del percorso intrapreso.

Si condividono le grandi iniziative ma anche le piccole idee.

Così quando l’amico architetto Francesco Lipari mi chiede di suggerirgli alberghi e itinerari per il suo collega Jürgen Mayer (architetto di fama mondiale il cui lavoro si focalizza sulla relazione tra architettura, comunicazione e nuove tecnologie) che vorrebbe visitare la Sicilia nel modo più autentico possibile, arriviamo rapidamente a un piacevole compromesso: mi offrirò io come guida e host siracusana ed in cambio lui parteciperà a un incontro pubblico sulla visione urbanistica delle città del mediterraneo.

Condividere non significa regalare (seppure sia una bellissima parola anche questa) ma scambiare valore. Tanto più è ricco lo scambio, quanto più lo sarà la condivisione di soluzioni per rendere semplice ciò che è complesso, visibile ciò che è invisibile, ricco ciò che è povero.

Sbaglio o questa forma d’intelligenza collettiva è stata quella che ha generato la cultura e la grande civiltà del Mediterraneo?

Non mi resta che augurarvi buon viaggio verso sud con l’app LCI Siracusa!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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