Misure di sicurezza per il Capodanno 2024
Il Capodanno 2024 si preannuncia diverso dagli altri anni, con un focus particolare sulla sicurezza pubblica. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha emesso direttive ai prefetti per identificare le cosiddette “zone rosse” nelle aree urbane. Queste zone saranno soggette a restrizioni per garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire comportamenti pericolosi, in particolare da parte di individui con precedenti penali.
Negli ultimi tre mesi, misure simili hanno già portato all’allontanamento di 105 persone in città come Firenze e Bologna, a fronte di un controllo su circa 14.000 individui. L’obiettivo è quello di rendere le piazze e gli spazi pubblici più sicuri, specialmente in aree ad alta densità di criminalità, come quelle vicine alle stazioni ferroviarie o ai luoghi di spaccio.
Zone rosse e divieti specifici
Le zone rosse, introdotte in città come Milano, includeranno aree chiave come il Duomo, Darsena e Navigli. In queste zone, sarà vietato lo stazionamento per coloro che mostrano comportamenti aggressivi o molesti. Le forze dell’ordine hanno il compito di allontanare immediatamente i trasgressori, con sanzioni che possono includere fino a tre mesi di carcere e multe fino a 200 euro.
Inoltre, il Comune di Bologna ha deciso di limitare il numero di persone presenti in piazza durante il tradizionale rogo del Vecchione a 9.000, per garantire un controllo maggiore sulla sicurezza. Ogni partecipante riceverà un coupon da restituire all’uscita, per monitorare il flusso di persone.
Divieti e misure per il benessere degli animali
Oltre alle misure di sicurezza, alcune città hanno introdotto divieti specifici per tutelare gli animali.
A Roma, è stato imposto il divieto di utilizzare botti rumorosi durante le festività, una misura che l’assessore Alfonsi ha dichiarato destinata a diventare permanente. Tuttavia, a Napoli non sono state emesse ordinanze simili, sebbene sia stato vietato vendere bevande in bottiglie di vetro o lattine.
Le nuove misure hanno suscitato dibattiti tra i legali, con alcuni penalisti milanesi che hanno criticato l’allontanamento di persone già segnalate, sostenendo che ciò contrasta con il principio di presunzione di innocenza. Le ordinanze, ispirate da logiche di sicurezza, sono state oggetto di contestazione, evidenziando la tensione tra sicurezza pubblica e diritti individuali.