Cari angel investor, vi spiego perché investire in startup

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Con questo articolo inizia una serie di post regolari sul tema dell’angel investing. Questa serie si rivolge ad imprenditori e manager dei settori più diversi, che hanno magari messo da parte un po’ di capitale (che investono in borsa o in fondi vari), con lo scopo di avvicinarli al mondo delle startup. Sarà sicuramente interessante anche per chi si trova già all’interno di questo fantastico ecosistema e vuole capire meglio come gli investitori valutano le società e quali sono le ragioni per cui investono o declinano. Inoltre, se conoscete persone che pensate possano essere dei buoni candidati come angel investor, girate loro questo articolo!

Sono stato da entrambi i lati della barricata: ho prima lavorato in un fondo di venture capital e poi aiutato a raccogliere diversi milioni di dollari in una startup.

Inoltre i pochi risparmi che ho messo da parte li ho investiti come angel in piccole startup italiane. Scelta folle? Vedremo.

Tratterò diversi argomenti: come cominciare, quanto investire, dove trovare le startup su cui investire, come scegliere gli investimenti, gestire il rischio nel portafoglio, diversificare il portafoglio, come aggiungere valore nella società, valutazioni, termini, crowdfunding e molto altro ancora. Cominciamo con: perchè investire in startup.

Imparare. Investire in startup è una delle attività più formative che conosca. Stare a contatto con giovani innovatori ed imprenditori, nelle prime fasi di vita di una società, da l’opportunità di toccare con mano ogni aspetto di una startup: prodotto, tecnologia, marketing, vendite, risorse umane, finanza, brevetti, acquisizioni, etc. Tim Ferris, noto blogger americano ed autore del libro The 4-Hour Work Week, ha deciso di non frequentare un MBA a Stanford e, invece, sostituirlo con due anni di Angel Investing.

Ha finito per acquisire quote di Twitter, Digg, Evernote, DailyBurn, Shopify, Posterous, etc. Il suo articolo è uno spunto molto interessante.

Excitement. L’eccitazione e la sensazione che si ottiene dall’investire in startup non è paragonabile a molto altro. Vedere giovani imprenditori inventare il futuro, avere la possibilità di aiutarli a farlo ed essere parte della giornata può dare veramente grandi soddisfazioni.

“Give back”. In America si usa molto il termine “Give Back“, ovvero “dare indietro/ restituire”.

Tutti gli studenti di un certo college, appena iniziano ad avere un reddito che glielo permette fanno donazioni alla propria Università, spesso arrivando a donare decine di milioni e interi edifici.

Si può Give Back, però, anche nel mondo delle startup, e dare la possibilità alla generazione futura di avere lo stesso successo, se non di più.

Questo è probabilmente uno dei metodi migliori per aiutare concretamente i giovani, il paese e creare posti di lavoro.

Non è complicato. Fare l’angel investor non è estremamente complicato. Essere un top performer è chiaramente difficile come in ogni altra professione, ma con un po’ di networking, studio e buon senso si può costruire un portafoglio molto interessante.Ritorno sull’investimento. L’aspetto finanziario non è da trascurare, ma è probabilmente uno dei minori. Il downside è perdere tutto quello che si è stanziato, ma dall’altra parte il potenziale è veramente altissimo. Gli angel investor che hanno investito nel momento giusto in Google o Facebook, hanno avuto ritorni straordinari. Peter Thiel ha trasformato 500 mila dollari in più di due miliardi di dollari: 4000%. Sono chiaramente eccezioni, e probabilmente la maggior parte degli angel investor non riesce a produrre ritorni interessanti, se non perde tutto il capitale investito, ma comunque possibili se si riesce ad avere il network giusto ed aggiungere valore alle società. Alcuni dati sembrano dimostrare che l’investitore medio riesca a portare a casa un ritorno del 2.5x.Creare innovazione. Gli investimenti privati sono il cuore pulsante dell’innovazione, e non si può aspettare che sia il governo a finanziare tutto. Sapere di essere impegnati in prima linea per supportare imprenditori che cercano di cambiare il mondo ogni giorno, è quello di cui ha bisogno il nostro paese.San Francisco, 22 ottobre 2012Stefano Bernardi

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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