A voi governo e Parlamento vi ascoltano? A noi non tanto e non sempre. A volte sì, come quando hanno modificato la legge sul voto di scambio politico-mafioso o quando hanno preso misure contro i vitalizi di cui godono i condannati. Altre volte ci hanno ignorato come se non esistessimo, come quando ci siamo opposti alla primitiva idea di alzare la soglia dell’uso del contante.
Farsi ascoltare non è facile, anche quando ti chiami Riparte il futuro e rappresenti oltre un milione di firme della società civile. Inoltre, e questa è la cosa più difficile, se quello che proponi sono piccoli passi migliorativi e progressivi per combattere la corruzione e diffondere la trasparenza.
Noi non chiediamo cose che sappiamo irrealizzabili, non urliamo, non ci scagliamo con violenza verbale nell’arena politica, non facciamo i pagliacci e non ci arruoliamo nemmeno fra le file dei Savonarola che scorribandano fra i salotti tv.
In altre parole non sfruttiamo nessuno di quei trucchetti che si usano comunemente nella comunicazione politica per ottenere viralità. Non lo facciamo perché non vogliamo contribuire al rumore di fondo; noi vogliamo esclusivamente tentare di combattere la corruzione e promuovere la trasparenza.
Come Renzi, anche noi crediamo che la bellezza salverà il mondo
Ok, direte voi, belle parole, ma come pensate di ottenere visibilità con questo stile da duri e puri?
Prendiamo il nostro ultimo video ad esempio, in cui chiediamo al governo di aggiustare il Freedom of Information Act.
Il Foia è una legge dal potenziale enorme che Renzi sta però scrivendo malissimo.
In primo luogo cerchiamo di fare cose belle da opporre allo squallore della corruzione. D’altronde sappiamo che il problema di fondo è culturale, e la cultura della bellezza è già un primo antidoto.
Poi cerchiamo di esporre una critica in maniera forte, ma sempre costruttiva. Questo è veramente difficile perché al pubblico il buon senso e la moderazione non sempre piacciono, e allora cerchiamo di indorare la pillola con tecniche narrative (va di moda dire “storytelling”).
La nostra arma è l’ironia
Per il video sul Freedom of Information Act ci siamo spinti fino ai codici della fantascienza, usando il topos del robot che impazzisce, ammiccando ai grandi classici del genere ma senza dimenticare le atmosfere contemporanee a cui ci hanno abituato serie tv come Black Mirror. Infine l’arma più forte che abbiamo: l’ironia.
Cosa c’è di più corrosivo e garbato dell’ironia? Un avversario riuscirà ad opporsi con meno resistenza in una trattativa, se nel frattempo lo avete fatto sedere al tavolo con un sorriso.
Ma tutto questo funziona? Di certo passare per la parodia di un genere letterario per ottenere visite a un sito, per far raggiungere firme a una petizione, per augurarsi che il governo ti riceva e infine che faccia quello che chiedi è un giro molto lungo, ma noi siamo la società civile e l’opinione pubblica è il nostro unico potere.
A pochi giorni dal lancio, fra Youtube, Facebook e i vari giornali e blog che hanno ricaricato il video abbiamo superato le 100.000 visite, mentre la nostra petizione ha superato 60.000 firme. Se sono tante o poche lo capiremo in funzione di quanto il governo sarà disposto ad ascoltarci, ma di una cosa siamo già certi: i governi passano, le buone idee invece restano e se, come crediamo, il Freedom of Information Act è una buona idea, prima o poi vinceremo. Un click alla volta!
EUGENIO ORSIResponsabile digital team Riparte il futuro