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Cattivi pagatori: come cambiano i tempi di cancellazione

È possibile richiedere la cancellazione dalle banche dati dei cattivi pagatori in maniera tale da poter ritornare a vivere normalmente e a poter ottenere un importante supporto economico se e quando necessario.

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Per “cattivo pagatore” si intendono coloro i quali non hanno onorato un prestito, che sia in toto o solo una minima parte. Non pagare un prestito o di un mutuo significa finire automaticamente all’interno di una “lista nera” che renderà difficile, se non impossibile, risultare ancora affidabili e quindi finanziabili dalle banche. Un’inadempienza di questo tipo porta all’inserimento del proprio nome all’interno di una banca dati la cui finalità è quella di limitare il rischio di insolvenze future agli istituti, comportando la negazione di prestiti, finanziamenti, mutui, carte di credito e così via. Tuttavia è possibile richiedere la cancellazione dalle banche dati dei cattivi pagatori in maniera tale da poter ritornare a vivere normalmente e a poter ottenere un importante supporto economico se e quando necessario.

Ecco di cosa si tratta

Il registro dei cattivi pagatori fa riferimento a particolari banche dati in cui vengono iscritti tutti quei soggetti che hanno richiesto una qualsiasi delle forme di finanziamento. Queste banche dati prendono il nome di Sic, cioè Sistemi di informazioni creditizie ed è all’interno di queste che viene inserita l’eventuale segnalazione come cattivo pagatore. La più nota tra le banche dati esistenti è quella che viene gestita dalla società Crif, nonostante ve ne siano altre gestite da società private. Ma quando si viene segnalati come cattivi pagatori? La buona notizia è che non basta un ritardo o un mancato pagamento di una sola rata e nemmeno un eventuale disordine nei rimborsi per poter essere segnalati e schedati in “lista nera”. La segnalazione, infatti, parte nel caso in cui il debitore non dovesse pagare due rate consecutive e per due mesi successivi ed anche in questo caso, prima di segnalare, occorre comunque avvisare il cliente attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno almeno 15 giorni prima della segnalazione e conseguente iscrizione. In questo modo, qualora il cliente dovesse saldare il dovuto, allora la segnalazione non può e non deve partire.

Come funziona la cancellazione

In merito alla cancellazione dalle banche dati come cattivo pagatore sappiate che esistono già dei meccanismi automatici di cancellazione di informazioni come questa. La permanenza della segnalazione all’interno di queste banche dati, infatti, ha a che fare con l’ambito dei trattamenti personali e di conseguenza è lo stesso Garante della Privacy ad occuparsi e stabilire quali siano le tempistiche entro cui la segnalazione deve essere cancellata. La cancellazione automatica dalle banche dati, però, dipende anche dal numero di rate non pagate: qualora queste fossero solo due allora tali informazioni vengono conservate solo per 12 mesi dal momento in cui la posizione viene sanata (quindi rimborso della rata più eventuali more), nel caso in cui, invece, le rate dovessero essere di più allora la segnalazione rimarrà più a lungo, ma comunque si viene cancellati al massimo 24 mesi dopo la data della regolarizzazione. Chi, invece, non dovesse sanare la rata si ritroverà cancellato dalla lista dopo 36 mesi dalla data di scadenza del contratto o, in casi particolari, dopo 60 mesi.

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Scritto da Redazione Think

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