«Che mestiere fai? Giornalista.»«E per chi scrivi? Per nessuno in particolare. Sono un freelance.«Cioè sei disoccupato?»
Non è un dialogo inventato, ma uno scambio di battute che ho sentito spesso – con accenti diversi – nel corso degli anni. Dietro c’è (c’era?) un’idea molto radicata in Italia:
se non fai parte di una redazione come redattore “fisso”, non conti, non lavori, non esisti.
Che poi era così negli anni Sessanta Settanta e Ottanta. Quando a metà degli anni ’90 era già