Il contesto della causa
Il 13 febbraio, un gruppo di editori di alcune delle testate giornalistiche più rispettate a livello globale ha avviato un’azione legale contro la società canadese di intelligenza artificiale, Cohere. Questa iniziativa, sostenuta dall’associazione News/Media Alliance, coinvolge nomi illustri come Condé Nast, The Guardian, Forbes, Politico e Vox. Gli editori accusano Cohere di aver utilizzato opere protette da copyright per addestrare il proprio modello linguistico, il che ha portato alla riproduzione di articoli interi o di porzioni significative senza autorizzazione.
Le accuse specifiche
Le accuse mosse contro Cohere sono gravi. Secondo i ricorrenti, l’intelligenza artificiale della società non solo riproduce contenuti esistenti, ma in alcuni casi attribuisce articoli o passaggi mai pubblicati a testate specifiche, un fenomeno noto come “allucinazioni” nell’ambito dell’AI.
Gli editori chiedono un risarcimento di 150.000 dollari per ogni opera utilizzata senza consenso, sottolineando l’importanza di proteggere i diritti d’autore in un contesto in cui l’AI generativa sta diventando sempre più prevalente.
Le dichiarazioni degli editori
Danielle Coffey, presidente di News/Media Alliance, ha dichiarato: “Andremo in tribunale per proteggere i nostri diritti. È essenziale che vengano applicate tutele legali affinché l’innovazione possa svilupparsi in modo responsabile”. Roger Lynch, CEO di Condé Nast, ha descritto la situazione come una “minaccia esistenziale al giornalismo”, affermando che i contenuti delle loro testate non possono essere rubati o distorti senza conseguenze. Queste dichiarazioni evidenziano la crescente preoccupazione tra gli editori riguardo alla sostenibilità dei loro prodotti in un panorama mediatico in rapida evoluzione.
La posizione di Cohere
In risposta alle accuse, Cohere ha negato di aver violato i diritti d’autore, definendo la causa “sbagliata e frivola”. Un portavoce dell’azienda ha affermato che la società ha sempre dato priorità a controlli che riducono il rischio di violazioni della proprietà intellettuale. Fondata nel 2019 e guidata da Aidan Gomez, ex Google, Cohere è considerata uno dei principali attori nel campo dell’intelligenza artificiale generativa, con una valutazione che supera i 5 miliardi di dollari.
Un panorama legale in evoluzione
Questa causa rappresenta solo l’ultima di una serie crescente di azioni legali tra editori e aziende di intelligenza artificiale. Con l’espansione rapida del settore, iniziata con il lancio di ChatGPT nel 2022, molte aziende stanno cercando di tutelarsi contro l’uso non autorizzato dei loro contenuti.
Recentemente, la società che controlla Reuters ha ottenuto una vittoria significativa in un caso di diritto d’autore contro Ross Intelligence. Tuttavia, non tutte le aziende stanno seguendo la via legale; alcune, come Condé Nast, stanno esplorando accordi con le società di AI per l’utilizzo dei propri contenuti a pagamento.