Dai combustibili fossili, al surriscaldamento della Terra, alle ricadute sulla natura e le nostre vite. Uno studio firmato Oxford University, diffuso a settembre dalla BBC, rivela come solo il 10% delle aziende abbia ampliato finora la propria produzione e offerta di energia con l’utilizzo di fonti rinnovabili come l’eolico e il solare. Dopo aver seguito per 20 anni, con le tecnologie di apprendimento automatico, 3.000 compagnie di tutto il mondo, i ricercatori concludono che le grandi società elettriche non stanno favorendo la transizione energetica: si stanno rivelando delle palle al piede rispetto alle fughe in avanti delle startup e la lentezza pachidermica accumulata nel disfarsi di petrolio e carbone ostacola il passaggio a un’economia verde. Anche chi ci investe continua a tenere aperto il rubinetto del fossile vanificando ogni sforzo contro i cambiamenti climatici.
La crisi climatica e l’impatto sulla Sanità
Molti degli impianti eolici e fotovoltaici, che in questi anni hanno conquistato una fetta importante del mercato energetico (vicina al 40% in Gran Bretagna), sono stati costruiti da produttori indipendenti. Ma da soli non bastano. Quelli pubblici su larga scala, statali e municipali, sono infinitamente più lenti nella riorganizzazione ecocompatibile: le utility nazionali continuano a dominare il mercato dei carburanti tradizionali e non sembrano intenzionate a modificare il business così in fretta. Un sonnambulismo che procede inerte verso il baratro. Il discorso riguarda pure il gas naturale, fatto passare per “green” e dunque falsato nella percezione del pubblico, che pare assistere a una frettolosa corsa all’ecologico, pubblicizzata solo negli spot ma in pratica inesistente.
Peccato perché ce ne sarebbe, di fretta. Luglio 2019 è stato il luglio più caldo mai registrato sul pianeta; idem settembre 2019, gennaio 2020, maggio 2020. Non è una coincidenza: è uno schema.
L’anidride carbonica riscalda il pianeta e non sarà più tanto facile raffreddarlo se la temperatura aumenterà solo di 2 gradi invece dell’1,5 fissato a Parigi, per tanti osservatori già una chimera. Il calore colpisce ogni parte del nostro corpo. La medicina ufficiale attesta come contribuisca ad ansia, ipertensione, compromissione delle funzioni cognitive e complicazioni cardiache e polmonari.
Questo caldo artificiale, da ozono, prodotto da ciminiere fumanti, aumenta le fotosintesi e di conseguenza i pollini nell’aria, e quindi le allergie asmatiche. La crisi climatica influisce sulla Sanità, pubblica e privata. Numerose ricerche anche recenti indicano l’inquinamento atmosferico come con-causa della letalità del Sars Covid-19, che in alcune aree come la Lombardia sembra inestinguibile. La crisi climatica è un moltiplicatore di minacce e il conto deve arrivare: i danni sanitari ed economici provocati dallo stravolgimento del clima saranno superiori agli investimenti che bisognerebbe fare ora, per recuperare al volo il latte versato.
Il ruolo del Covid-19: quali sono i settori su cui puntare?
Il contagio ha accelerato il ricorso a Iot e IA ma ha messo fuori portata i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030, non solo per proteggere l’ambiente ma per porre fine alla povertà e sostenere il benessere, altrettanto importanti dal punto di vista clinico.
I pochi progressi compiuti sono stati recisi. Forse non in Italia, ma nel mondo il virus ha fatto tornare indietro l’orologio della scolarità e della vaccinazione infantile. Auguri al WFP, neo Nobel della Pace: ne avrà di lavoro con gli attuali 270 milioni di persone alla fame sul pianeta e gli oltre 750 milioni che sopravvivono, secondo le sue stesse stime, con meno di 1,9 dollari al giorno. La mancata riconversione del mercato energetico con le fonti alternative innesca un effetto domino, che porta all’emissione incontrollata di Co2 e da questa all’implosione dell’assistenza medica: è chiaro che l’accesso a strutture e servizi, già stressato dall’aumento delle criticità causato dalla degenerazione ambientale, scoppi davanti all’evento imprevisto e globale.
E’ necessario re-sintonizzare gli interventi su un mondo pandemico. Decarbonizzazione energetica per un’industria ecocompatibile, e biodiversità per migliorare terra, acqua e qualità del cibo: sono i due comparti che – oltre a lanciare un nuovo mercato tra quelli ormai saturi – risolleveranno le sorti della salute umana, riducendo i rischi di future patologie e ripetuti collassi della capacità di risposta di ospedali e ambulatori. Il mondo prosegue a lottare con il Coronavirus, i governi sono sull’orlo di una crisi di nervi di fronte a un nemico invisibile e sconosciuto e stanno cooperando molto meno: i vertici internazionali sulla migrazione verso l’energia pulita sono saltati, come gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. L’Europa non può più permetterseli. Erano fissati negli obiettivi di crescita del Pil dei diversi stati, naufragati sotto le ondate epidemiche: quel che è rimasto in cassa ora lo destinano in patria.