Secondi l’ACI, al 31 dicembre 2019, il parco auto italiano contava 39.545.232 unità, con una crescita dell’1,35% rispetto all’anno precedente. Si stima che, mediamente, le auto vengano lavate dalle 5 alle 10 volte all’anno. Inoltre, le attività di autolavaggio si estendono sempre di più: ai lavaggi tradizionali di interni ed esterni, si aggiungono altri servizi, come la sanificazione, sempre più richiesta, vista anche la situazione di crisi sanitaria che il mondo sta vivendo da diversi mesi a questa parte. Dati alla mano, quindi, l’apertura di un autolavaggio appare come un’idea tutt’altro che peregrina e potrebbe rivelarsi estremamente redditizia, tuttavia è bene effettuare la scelta giusta e seguire il corretto iter burocratico.
La scelta del tipo di autolavaggio: location e costi
Le soluzioni di autolavaggio includono la realizzazione di un’attività tradizionale oppure l’apertura di un lavaggio auto self-service o ancora l’avvio di un’attività di lavaggio a domicilio, sempre più richiesta in quanto coniuga la necessità del cliente di usufruire di un servizio di alta qualità con la comodità di non dover spostare la propria auto e di non dover interrompere la propria attività.
Un primo fattore discriminante è la scelta della location. L’ideale sarebbe scegliere un luogo strategico, vicino ai centri commerciali o situato in prossimità di strade trafficate oppure nelle vicinanze di un distributore di benzina, dove è garantito un massiccio afflusso giornaliero di automobilisti. La scelta della location, però, varia a seconda della forma di autolavaggio che si intende avviare: se nel caso di un autolavaggio tradizionale è sufficiente avere a disposizione un unico impianto e un’area destinata alla pulizia degli interni e all’asciugatura finale, nel caso del fai da te sarà indispensabile avere a disposizione una superficie maggiore, in grado di ospitare più postazioni, per permettere a più clienti contemporaneamente di effettuare il lavaggio del proprio veicolo.
Chiaramente, nel caso del lavaggio a domicilio decade la necessità della location, poiché sarà necessario dotarsi solo della strumentazione necessaria per effettuare i diversi servizi di pulizia e sarà l’operatore a raggiungere i propri clienti.
Come si può notare da quanto finora esposto, quindi, i costi di apertura di un autolavaggio variano a seconda della tipologia di impianto che si intende avviare. Si può stimare che una piccola attività self-service abbia un costo che si aggira attorno ai 15-20 mila euro, ai quali va aggiunto il costo dell’affitto (o, se è il caso, dell’acquisto) dell’aerea e quello dell’adeguamento dell’impianto idraulico e dello smaltimento delle acque, il quale può raggiungere anche i 50 mila euro. Nel caso di una attività tradizionale di lavaggio a mano, invece, le spese saranno inferiori, nell’ordine delle poche migliaia di euro per l’avvio della struttura, ma sarà necessario considerare l’eventuale costo fisso del personale presente in loco.
L’iter burocratico per l’apertura di un autolavaggio
Tra i requisiti essenziali per aprire un autolavaggio di qualità rientra la maggiore età dell’imprenditore, l’assenza di condanne in corso e di sentenze di fallimento subite. Il titolo di studio non è un elemento vincolante. È chiaramente necessario costituire la società e provvedere all’apertura della partita IVA, nonché all’iscrizione della propria azienda al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio territorialmente competente.
Inoltre, l’apertura dell’attività di autolavaggio è soggetta all’ottenimento dell’Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.), che tiene conto di tutte le indicazioni riguardanti la gestione delle acque, le emissioni sonore e altri titoli riferiti alla parte V del Dlgs 152/2006. La domanda per ricevere tale autorizzazione deve essere inoltrata per via telematica alla provincia attraverso lo Sportello Unico delle Attività Produttive del comune di appartenenza.
Un’ulteriore autorizzazione necessaria si riferisce al nulla osta sulla sicurezza antincendio, che si riceve da parte del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, dietro presentazione della pratica idonea per l’ottenimento dello stesso.