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Come aprire un ostello a Milano se non hai soldi ma solo tanto voglia di fare

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Ammettiamolo. In questo periodo narrare storie di successo è compito arduo. Aziende che chiudono, lavoratori che rimangono senza un’occupazione e che stentano a trovarne una nuova, condizioni di lavoro, per chi ha la fortuna di averlo, inaccettabili per un paese che si definisce avanzato. La crisi ci sbatte in faccia ogni giorno fallimenti, insoddisfazioni e frustrazioni che allontanano ogni speranza di far ripartire il nostro Paese.

Ma proprio questo quadro desolante rende necessario stanare le esperienze di chi, nonostante tutto, non demorde e corre il rischio di provare a dare una svolta alla propria vita, rompendo gli argini di percorsi professionali arrivati ormai al capolinea. Diffondere speranza e fiducia nella possibilità di cambiamento è oggi sempre più un dovere morale.

La storia che voglio raccontarvi è quella di Asli Haddas, imprenditrice milanese che da qualche mese ha realizzato il proprio sogno aprendo la sua attività: un Ostello internazionale a Milano.

Occorre fare una premessa importante. Asli non ha grandi patrimoni alle spalle. Non è “figlia di”, “moglie di”, “sorella di”. E’ una giovane donna di 34 anni che dalla sua famiglia ha ereditato un’inesauribile energia e un’incrollabile fiducia verso il domani.

Ci tenevo a sottolineare questo aspetto perché molto spesso si leggono storie di giovani imprenditori che riescono a mettersi in proprio potendo, però, contare su un notevole capitale iniziale. Certo, il denaro non é garanzia di successo, ma é indispensabile per sostenere una buona idea imprenditoriale.

La nostra protagonista di soldi non ne ha, né tantomeno ha garanzie per poter accedere ad un finanziamento delle banche.

Asli è matta. E’ quello che molti le hanno detto quando l’anno scorso, nel bel mezzo di una crisi mondiale, ha deciso di licenziarsi dall’azienda in cui da dieci anni lavorava come responsabile informatico.

Lei rispondeva sempre:

Matto è chi tutti i giorni vive una vita di insoddisfazione. Chi sogna di abbandonare tutto per trovare un lavoro più entusiasmante, ma non ha il coraggio di farlo.

Lei di coraggio ne aveva da vendere, così ha deciso di andare a vedere che effetto fa vivere i propri sogni, e per farlo doveva lasciare il suo posto di lavoro.

Milano è la città in cui è nata e cresciuta e dalla quale ha imparato che se una cosa la si vuole veramente la si può ottenere, anche a costo di dover ricevere un’infinità di porte in faccia.

Le banche le negano qualsiasi sostegno. Troppo giovane, troppa poca esperienza, nessuna garanzia.

Beh, l’attività la sto avviando ed é ovvio che non abbia garanzie, ma datemi fiducia.

Non ve ne pentirete.

Ma il suo entusiasmo non è sufficiente e le banche le dicono di ritornare quando avrà qualche sicurezza in più.

Nell’attesa di trovare un finanziatore, Asli deve anche individuare un immobile per il suo Ostello. La ricerca è stata estenuante, resa ancora più difficile dalla diffidenza dei proprietari che guardavano con sospetto una giovane donna per di più nera. Asli mi racconta di quando visitava gli appartamenti accompagnata da un caro amico italiano. I proprietari si rivolgevano sempre all’amico che ogni volta doveva ribadire di essere solo l’accompagnatore della futura imprenditrice. Occhi sgranati e tanti no per un progetto a cui però Asli non ha mai smesso di credere.

Niente soldi, niente immobile, niente Ostello e ovviamente niente più lavoro sicuro dove poter tornare. Apparentemente una tragedia, ma ecco che le cose iniziano a prendere una piega diversa.

Asli entra in contatto con una società che è pronta a darle quella fiducia che le banche le hanno rifiutato. Si chiama PerMicro ed è una realtà specializzata in microcredito. Non una passeggiata, perché anche loro chiedono impegno, serietà e pianificazione. Un percorso in cui però si viene accompagnati nella definizione del business plan e nell’individuazione dei punti di forza e di debolezza del progetto. L’idea di Asli a loro non sembra così avventata, e il fatto che abbia deciso di cambiare vita da un giorno all’altro è garanzia di passione e determinazione. Le accordano un piccolo prestito, sufficiente per iniziare.

Insieme ai soldi arriva anche lo spazio in cui poter realizzare l’Ostello, grazie al proprietario di una palazzina che crede nell’idea e nella persona.

Dopo tanto tempo si chiudono i tasselli e a Milano, in Via Chieti 1 , nasce finalmente il Gogol’ Ostello. Un caffè letterario, ma anche un luogo accogliente dove fermarsi a dormire, partecipare a proiezioni di film, presentazioni di libri, aperitivi in lingua straniera e tante altre cose.

Riassumere in un articolo la fatica che Asli ha affrontato per realizzare il suo progetto è impossibile.

La Banca Mondiale con il suo rapporto “Doing Business 2013” ci dice che è più facile fare impresa in Botswana che in Italia, ma questa storia ci prova che anche da noi è possibile partire da zero per inventarsi un nuovo futuro.

Asli mi saluta dicendomi che se qualcuno vuole passare a trovarla per farsi dare qualche dritta su come avviare la propria attività, lei è più che disponibile. La riconoscerete dal suo sorriso contagioso, dalla folta chioma di cappelli ricci e dalla pelle nera frutto delle sue origini eritreo/etiopi.

Sì perché Asli è una cosiddetta seconda generazione, figlia di genitori immigrati in Italia negli anni ’70. Un dettaglio che volutamente non ho approfondito. Perché?

Perché in fondo questa è la storia di una giovane e brillante nuova imprenditrice italiana.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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Scritto da chef

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