Questo weekend ho avuto il piacere di ritrovare tanti amici alla Blogfest di Rimini e partecipare a tre panel. Uno di questi si è occupato di monete complementari e monete virtuali (consiglio a tutti di leggere l’e-book su Bitcoin di Luca Mercatanti che mi ha aiutato finalmente a capire Bitcoin) e sulle monete virtuali.
È sempre difficile provare a spiegare questo settore, principalmente perché siamo abituati a concetti come moneta, ricchezza, interessi, credito, finanza come oggetti fissi e definiti. Talmente definiti da non poter essere messi in discussione.
Mi sono avvicinato a questo mondo, grazie all’investimento in Sardex, azienda di cui siedo nel consiglio di amministrazione.Il credito Sardex non genera interessi e il circuito non richiede garanzie specifiche per erogare il proprio credito, se non il fatto che i beni e servizi offerti da chi partecipa alla community siano effettivamente utili, necessari e richiesti dagli altri appartenenti.
In effetti Sardex non è una moneta, ma una camera di compensazione, che utilizza una moneta virtuale per regolare le transazioni che avvengono dentro la rete. Per questo più che di monete complementari preferisco parlare di monete funzionali.
Viste sotto questo profilo allora si possono categorizzare tutte le monete come oggetti che definiscono delle specifiche funzioni.
In questo senso allora anche i punti fragola Esselunga o le Millemiglia sono una moneta funzionale, il cui unico scopo è la fidelizzazione del cliente. Le monete che noi conosciamo da sempre, come l’euro o il dollaro, incorporano due grandi funzionalità: da un lato regolano le transazioni tra persone (fisiche o giuridiche) e dall’altro consentono anche l’accumulazione di ricchezza, fungendo da riserva di valore. Due funzioni che in effetti sono in opposizione l’una con l’altra.
Siamo in mezzo ad una crisi economico-finanziaria profonda che ha tante ragioni ma alla base di tutto c’è una enorme scarsità di liquidità e grande difficoltà per le aziende ad ottenere credito. Chi detiene moneta ha pochi incentivi a prestarla e farla ‘girare’ con la conseguenza che la funzione di ‘riserva di valore’ sta comprimendo in maniera impressionante quella di generare transazioni, che in ultima analisi sono ciò che determina veramente lo sviluppo economico e quindi la ricchezza.
Sappiamo che c’è una relazione diretta tra i tassi di interesse e lo sviluppo. Più bassi sono i tassi di interesse e maggiore è la crescita economica, perché tassi bassi aumentano gli investimenti, impattando sui redditi e quindi sul consumo. Ma ormai i tassi di interesse sono talmente bassi (in alcuni casi vicini allo zero) che questa leva di sviluppo è diventata un’arma spuntata, soprattutto nel contesto della crisi economica attuale.
Quindi come fare a far ripartire l’economia?
Siamo abituati a pensare che la moneta debba generare interessi, ma questo concetto è legato al fatto che guardiamo alla funzione di riserva di valore.
Nelle monete complementari, infatti , esiste il concetto di demurrage, ovvero un tasso di interesse negativo.Una sorta di inflazione programmata tale per cui la moneta detenuta e non messa in circolazione perde valore. Questo documentario sulle monete complementari spiega molto bene questi concetti. Incluse le tante diverse funzionalità che possono essere applicate, ad esempio nel no-profit.
La domanda che mi sorge spontanea quindi è: cosa succederebbe se si applicasse il demurrage al credito interbancario? Ovvero cosa succederebbe se la Banca Centrale cominciasse a prestare alle banche commerciali moneta che perde valore giorno dopo giorno se non viene immessa sul mercato del credito commerciale?
Succederebbe che probabilmente questa particolare ‘moneta funzionale interbancaria a tasso negativo’ avrebbe come unico scopo quello di circolare e fungerebbe da grande stimolo per far ripartire l’economia
Perché incentiverebbe le banche ad erogare il credito e non avrebbe senso utilizzarlo per ripianare posizioni finanziarie.
Lo abbiamo visto con i mille miliardi che la BCE ha distribuito per salvare le banche recentemente. Quei soldi hanno effettivamente salvato le banche dal default, e quindi hanno assolto ad una funzione assolutamente positiva e necessaria per la società, ma per contro non sono arrivati alle aziende, non hanno fatto ripartire la produzione e non hanno avuto impatto sullo sviluppo economico.
Insomma se il tema è far ripartire l’economia, perché non disegnare monete specifiche a questo scopo, cominciando ad immaginare più che una singola moneta ‘fits for all’ un ecosistema di monete, ancorate all’euro ma disegnate per raggiungere diversi scopi specifici e funzionalità?
Qui il post originale
GIANLUCA DETTORI