Come fare per non essere sostituiti sul lavoro da un robot

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Ci sono solo 4 tipi di lavori: ripetitivi (cognitivi o manuali); non ripetitivi (cognitivi o manuali). Il dramma è che i primi rischiano di essere fungibili, sostituibili rispettivamente dai computer e dai robot. Come aggravante c’è anche il rischio che il lavoro ripetitivo e cognitivo possa essere digitalizzato e quindi esternalizzato (il classico esempio del radiologo indiano che può fare la diagnosi a distanza, a minor costo). Vediamo come fare per non essere sostituiti localmente da una macchina o perdere il lavoro perché si sposta all’estero.

LAVORO IN DECLINO

Una buona statistica riassuntiva delle occupazione attuali e future da qui al 2024 è fornita dall’istituto americano U.S. Bureau of Labor Statistics. Si evince una forte crescita per chi si occuperà di cure alla persona, analisti, cuochi, etc.

Qui invece ci sono i lavori in declino.

NECESSARIA PIU’ ISTRUZIONE

Tutte le notizie di riduzione occupazionale, a parte i fallimenti di intere fabbriche, riguardano prevalentemente i lavori ripetitivi, ormai non più necessari. Un aspetto da tenere in mente è che il totale dell’occupazione aumenterà (del 6.5% in USA), da qui si evince che: la quantità di lavoro non diminuisce, magari peggiora la qualità; di certo quelli che lavoreranno devono essere sempre più istruiti, anche se molti saranno sotto-occupati (intellettualmente).

Qui di seguito una serie storica del rapporto di crescita tra i differenti tipi di lavori (fonte Economist.com).

DECISIONI CREATIVE

I datori di lavoro più obsoleti vedono ancora le macchine e le persone come strumenti sostitutivi: se uno è più costoso, ha senso scambiarlo per l’altro.

Questo vale solo in condizioni statiche, ma oggi non sono più tempi lineari, abbiamo bisogno di complementarietà. Non si può più assumere n lavoratori che lavorino un tempo t per essere certi che produrranno x quantità di output. La grande maggioranza produce informazione, negozia, quindi dovrebbe essere incoraggiata a prendere decisioni creative e a interagire meglio con l’ecosistema.

Le macchine hanno vinto nel gioco computazionale (scacchi, quiz, etc.) e non diventano solo più potenti, ma raccolgono più dati, hanno in mente tutti gli schemi delle partite precedenti, perciò vincono

Per evitare di far lavori ripetitivi non dovremmo pensare al lavoro come se esso fosse solo disegnato per le macchine. Infatti, se il lavoro non è economicamente e temporalmente misurabile, sembra non esistere.

Le macchine hanno vinto nel gioco computazionale (scacchi, quiz, etc.) e non diventano solo più potenti, ma raccolgono più dati, hanno in mente tutti gli schemi delle partite precedenti, perciò vincono. Ora migliorano il price/performances, scalano verso il basso per prendere il posto degli umani nei lavori procedurali. Per arrivare oggi a un minimo di impiego che non corrisponde neanche al tempo giornaliero di una persona, bensì a una quota piccola di ore da dedicare a un’attività da svolgere online (Upwork, Amazon Mechanical Turk, etc.). In attesa di essere rimpiazzati dalle macchine appena sarà possibile. Così tali strumenti online diventano ottime scorciatoie per evitare le lunghe procedure di assunzione e licenziamento delle persone. Perdendosi il meglio della loro creatività. Si pensa di fare innovazione, ma essa è un processo sociale, mentre la creatività è individuale. La tecnologia connette meglio le persone e le persone con le imprese, e queste attraggono i migliori esperti. Ora con la banda larga a casa puoi essere la corporation di domani, dipende da te.

PERCHE’ DIPENDE DA TE

Nel grafico, pubblicato dall’Harvard Business Review, si vede chiaramente che le competenze guidano sempre più il mercato. Il progresso tecnologico aumenta la produttività del lavoro e quindi rende più prezioso il lavoro creativo. Il filosofo dell’informazione Luciano Floridi afferma che “Internet promuove la crescita della conoscenza creando al contempo forme di ignoranza senza precedenti. Il processo non è affatto insolito nella storia della tecnologia. Ogniqualvolta appare una trasformazione radicale del modo in cui manipoliamo la nostra conoscenza, alcuni individui sono lasciati indietro, privi di istruzione, mentre la nuova tecnologia rende coloro che la dominano improvvisamente coscienti di ulteriori spazi intellettuali ancora da esplorare”.

Anche inventare la ruota ha significato eliminare molti lavori, ma ne ha creati un’infinità nei secoli successivi.

L’invenzione del computer ripercorre la strada tracciata da quella ruota. Ora abbiamo le competenze per fargli le giuste domande (pensiamo all’Intelligenza Artificiale di Watson, Siri, Cortana, etc.) e capirne le risposte? Questa capacità determinerà, oltre ai restanti lavori non ripetitivi, il futuro del lavoro umano.

MASSIMO CHIRIATTI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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