Cambiamenti climatici e surriscaldamento globale non sono semplici concetti ideati per tenere occupata la comunità scientifica, ma problemi reali e attuali, i cui effetti si stanno già facendo sentire.
Secondo gli studiosi, sebbene il pianeta sia da sempre soggetto a mutamenti del clima, gli attuali cambiamenti avrebbero un’elevata componente antropica, derivante dall’aumento esponenziale delle emissioni di gas serra, in primis anidride carbonica.
Per far sì che il problema non degeneri e non porti a risvolti drammatici, come l’aumento incontrollato di fenomeni atmosferici estremi, l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione, è indispensabile mettere in atto interventi mirati.
Considerando che in Europa circa il 75% delle emissioni dannose deriva dal settore dell’energia, la transizione energetica gioca un ruolo di primo piano nella lotta ai cambiamenti climatici.
Che cosa si intende per transizione energetica
Il concetto di transizione energetica è molto ampio e non si limita a prevedere una modifica delle fonti di energia, ma include cambiamenti radicali per quanto concerne metodi di produzione, sistemi di distribuzione e utilizzo.
Le basi per la transizione sono state gettate nel 2015 con l’accordo di Parigi, per essere poi riprese in momenti successivi dall’UE e dai governi dei singoli Stati, al fine di individuare obiettivi e strategie.
In particolare, l’Unione Europea ha messo a punto il Green Deal e “Pronti per il 55%”, pacchetto di provvedimenti pensati per favorire l’obiettivo di riduzione dei gas serra entro il 2030, i quali prevedono svariate proposte, tra cui la revisione della direttiva sull’efficienza energetica, che porterebbe l’obiettivo dal 32,5% al 36%, e di quella sulle rinnovabili, che innalzerebbe l’obiettivo della quota stabilita dall’UE dal 32 al 40%.
Transizione energetica: quali ambiti la favoriscono
Sono numerosi gli ambiti sui quali è possibile intervenire al fine di favorire la transizione energetica.
Il primo e più evidente, sebbene non l’unico, è quello che prevede l’abbandono dell’energia prodotta tramite combustibili fossili e il passaggio a quella rinnovabile e soprattutto pulita.
Com’è ormai noto ai più, i combustibili fossili, oltre a produrre elevate quantità di gas serra, sono destinati a esaurirsi; per questo motivo, l’energia prodotta con essi viene detta “non rinnovabile”. Tra le energie rinnovabili, utili per la decarbonizzazione, rientrano quella geotermica e quella da biomasse, le quali però, pur essendo rinnovabili, non sono pulite.
Quando si parla di energia pulita si fa riferimento a quella che utilizza fonti come il sole, il vento e l’acqua, inesauribili e privi di emissioni nocive. Alcuni grandi gruppi, tra cui Prysmian Group, stanno lavorando assiduamente per promuovere, tramite l’adozione di soluzioni innovative e all’avanguardia, proprio quest’ultimo tipo di soluzione energetica, che risulta essere la migliore per accelerare la transizione climatica.
Tra gli ambiti in grado di favorire questo passaggio rientrano, oltre a quello che include incentivi alla sostenibilità pensati per spronare sempre più persone a passare all’energia verde, l’efficientamento energetico, il passaggio alla mobilità sostenibile e lo sviluppo di modelli di economia circolare. In tal modo si condivide il surplus di energia sulla rete, così da favorire lo scambio e aumentarne la disponibilità. I processi di efficientamento energetico si attuano tramite l’adozione di reti moderne, sempre più digitalizzate e smart.