Come gestire le 5 fasi del burnout

Una persona può sperimentare il burnout anche in un lavoro che gli piace e che desidera mantenere.

Burnout

Una persona può sperimentare il burnout anche in un lavoro che gli piace e che desidera mantenere. I leader incoraggiano tutti a prestare attenzione ai segnali delle cinque fasi del burnout.

Il burnout sul lavoro

Il benessere dei dipendenti deve sempre essere in primo piano. Nonostante questo, sempre un maggior numero di dipendenti segnala il burnout sul lavoro. Le aziende devono riuscire a capire questo fenomeno, valutare i rischi ed essere pronti a ridurli e controllarli per proteggere le proprie attività e le persone che lavorano per loro. Il termine burnout descrive la sensazione di essere oberati di lavoro o sopraffatti dalle condizioni del lavoro, ma in realtà è ancora più complicato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il burnout come una forma di forte stress legato al lavoro. Esistono cinque fasi del burnout che è importante valutare per riuscire ad agire e limitare il peggioramento dei sintomi. L’analisi dei rischi di burnout è importante per le aziende, soprattutto in settori ad alto rischio, come l’edilizia, la produzione, l’ospitalità e i trasporti, dove la diminuzione dell’efficacia, della capacità decisionale e delle mancanze di giudizio possono rivelarsi fatali.

Come gestire le 5 fasi del bornout

Esistono 5 fasi diverse del bornout che è importante conoscere e saper riconoscere, per evitare peggioramenti:

  1. Fase 1 – La fase della luna di miele: quando si ottiene un nuovo lavoro si sperimentano livelli di stress molto forti, ma la maggior parte delle persone è in grado di affrontare questa fase.

    I leader aziendali devono fornire aspettative chiare, opportunità di miglioramento delle competenze, risorse di supporto e un livello di autonomia adatto per aiutare i dipendenti a gestire i rischi di questo livello di burnout.

  2. Fase 2 – L’inizio dello stress: l’inizio dello stress può manifestarsi in modi diversi, presentandosi come ansia nervosa, irritabilità, affaticamento o disorganizzazione. I dipendenti devono dare priorità alle proprie decisioni e impiegare una quantità di tempo adeguata per valutarle. Le tecniche di consapevolezza possono portare a capire i cambiamenti dell’umore delle persone, della loro frequenza fisica e altri cambiamenti fisici come stanchezza e tensione muscolare. Respirazione, meditazione e altre tecniche possono ridurre lo stress. I leader possono valutare l’insorgenza di stress dei dipendenti con delle riunioni e dei sondaggi, oltre a ridurre il numero di e-mail inviate, migliorare la chiarezza sulla strategia e investire su seminari dedicati al benessere.

  3. Fase 3 – Stress cronico: quando i livelli di stress aumentano i rischi per le conseguenze sulla salute mentale e fisica aumentano. La chiarezza e la concentrazione di cui hanno bisogno per prendere decisioni valide ed eseguire attività in sicurezza potrebbe diminuire. Gli individui devono essere incoraggiati e avere la possibilità di parlare di miglioramenti del lavoro. I leader devono essere disponibili e dare la priorità al lavoro essenziale, invece di costringere i dipendenti a fare sempre di più, pensando a miglioramenti significativi. Coloro che soffrono di stress cronico dovrebbero cercare servizi medici e di salute mentale professionali.
  4. Fase 4 – Il vero burnout: se i dipendenti raggiungono questo punto possono sperimentare sintomi critici come forte pessimismo sul lavoro, paure ingiustificate, senso di incompetenza, forti desideri di fuga o isolamento. Si tratta di cambiamenti che possono aumentare la possibilità di incidenti sul lavoro, lesioni, scontri e violenze. I dipendenti possono diventare un pericolo per se stessi, per gli altri e per le attività dell’azienda. Coloro che provano questi sintomi devono chiedersi se è davvero il lavoro giusto per loro. Le aziende possono limitare il burnout con una migliore pianificazione strategica e risorse sanitarie organizzative.
  5. Fase 5 – Il burnout abituale: questa è la fase più grave del burnout, che si verifica quando i sintomi fisici ed emotivi vengono incorporati e influiscono sulla qualità della vita. Si manifesta con forme di tristezza o depressione cronica, esaurimento mentale, bassa autoefficacia e, nei casi peggiori, istinti suicidi. Le aziende devono creare spazi di lavoro sicuri e i leader devono essere empatici.

Il burnout non deve essere devastante o permanente. Non è solo possibile per una persona sperimentare il burnout in un lavoro che gli piace, ma per alcune persone e aziende diventa un catalizzatore per i cambiamenti necessari nella leadership, nella cultura, nella retribuzione e nei benefici, nelle comunicazioni, negli investimenti e nel lavoro da svolgere.

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Scritto da Chiara Nava

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