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Come sono entrato in un Venture Capital della Silicon Valley

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Se qualcuno mi avesse chiesto a vent’anni (ora ne ho ventinove): “Tra dieci anni dove immagini di stare?” avrei probabilmente risposto Roma, la città in cui sono nato. Invece a dieci anni di distanza ho fatto tutt’altro. Ma andiamo con ordine.

I miei primi passi

I miei primi, e forse più importanti, passi da globetrotter li ho compiuti quando ho accettato un’inaspettata borsa di studio Erasmus in Belgio.

Oltre ad essere stata un’esperienza straordinaria dove ho conosciuto uno dei miei attuali migliori amici (e una mia ex ragazza), mi ha anche consentito di imparare l’inglese e di rendermi conto che oltre i confini della mia città c’è un mondo di cui, ammetto, ignoravo le possibilità e le opportunità.

In Belgio ho conosciuto tantissime persone di ogni nazionalità, ho iniziato a viaggiare (non fermatemi!!) e questo mi ha consentito di “aprire la testa“!

Al mio ritorno in Italia ho capito che oramai la mia città e la mia vita mi stavano strette.

Non perché non mi piacesse Roma. Anzi, avevo un’attività di eventi che andava alla grande e un paio di attività commerciali (che andavano così così), ma semplicemente volevo vivere di più, fare esperienze nuove.

Ho deciso quindi, per prepararmi alle mie nuove sfide, di fare un master interamente in lingua inglese, una summer school in Cina e un periodo di studio alla Harvard Business School.

Successivamente ho deciso di trasferirmi stabilmente fuori dall’Italia: ho fatto domanda per dottorati un po’ in tutto il mondo: America, Australia, Inghilterra, Francia, Spagna.

Più questi dottorati erano in luoghi lontani ed esotici più mi entusiasmavano. Tra le varie opportunità che mi si sono presentate ho scelto l’Inghilterra (lo so, e’ tutt’altro che esotica) in quanto la business school era tra le migliori al mondo e avevano accettato il mio programma di ricerca sul venture capital.

I miei passi tra gocce di pioggia e fish and chips

Dopo quasi tre anni di permanenza a Londra, sono certo di aver fatto la scelta di giusta, anzi avrei voluto farla prima. Ricordo ancora che il primo giorno all’università fermai per strada un signore per chiedere indicazioni in un inglese maccheronico; sembra incredibile, ma questa persona era responsabile per l’incubatore universitario e mi propose un incontro per lavorare con lui! Alla fine non accettai perché ero oberato dai miei primi impegni accademici ma mi sembrò incredibile ricevere una proposta lavorativa per strada!

Con questo non voglio dire che l’Inghilterra o l’estero siano l’Eldorado. Ho infatti molti amici che si trasferiscono qui e si trovano a fronteggiare difficoltà infinite e spesso non trovano ciò che cercano.

La mia esperienza mi ha fatto capire che c’è una competizione che spesso in Italia non esiste, ci sono Talenti con la T maiuscola, quindi se non si è preparati e hard-workers non si va lontano, però questo è un mercato dinamico dove ti viene offerta una possibilità, se te la meriti. Poi sta a te saperla sfruttare ed ottenere il massimo.

Io credo di aver avuto più opportunità di quelle che meritassi.

Dopo un anno di dottorato mi è stato proposto di insegnare finanza in Cina (due volte), poi anche in Belgio dove sono tornato da professore dopo soli 4 anni dal mio Erasmus per insegnare finanza imprenditoriale (VC).

Ma le mie soddisfazioni non sono venute solo dall’ambiente universitario. Infatti, ho velocemente capito di voler affiancare la mia ricerca accademica sui VC alla pratica sul campo: volevo essere a contatto con gli imprenditori, le tecnologie, gli investimenti. Ho quindi iniziato a fare consulenza ad alcune fantastiche startup italiane tra cui Co-contest e JustBit e londinesi (iSEN) che sono alla ricerca di finanziamenti di VC. Così facendo, il mio network si è velocemente ingrandito, e sono entrato in contatto con numerosi investitori ed imprenditori londinesi ed italiani. Ma ancora una volta, ho guardato oltre.

I miei passi ancora incompiuti

Come ogni amante di tecnologia, startup ed imprenditoria, il punto di arrivo è la Silicon Valley. Tramite i miei contatti (e un’infinità di email a freddo), sono riuscito ad entrare in contatto con un VC della Silicon Valley. Un altro sogno che si realizza: a gennaio mi trasferirò lì. Per ora per pochi mesi, poi si vedrà. Ogni giorno è un nuovo giorno, speriamo migliore di quello precedente.

Cristiano Bellavitis

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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