Come spende le tasse il mio comune me lo dice Telegram

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Non tutti sanno che SoldiPubblici.Gov.it è un sito strategico per il nostro Paese, perché consente un controllo distribuito e dal basso della spesa delle Amministrazioni Pubbliche che noi cittadini paghiamo con l’altissimo livello di tassazione cui siamo sottoposti.

Trasparenza, tasse e soldi pubblici

Pertanto, sia in un’ottica di trasparenza, che di metodo, e di adeguamento al resto d’Europa, il controllo pubblico in tema Government Spending ottenibile grazie ai dati aperti è fondamentale. Purtroppo se andiamo sul sito del Global Open Data Index vediamo che il nostro paese ha ancora molti “rossi” (deficit informativi) proprio su questo fronte. Ad onore del vero è dovuto in gran parte ad una questione di timing: infatti il sito Soldipubblici ha messo online i dati di spesa della Pubblica Amministrazione centrale (i ministeri) solo da qualche settimana, per cui quando l’iniziativa dell’Open data index ha censito l’Italia, quelle informazioni non potevano essere censite.

E tuttavia il sito a mio modesto avviso è fatto molto bene ed è ricco di infografiche e confronti che ne rendono molto semplice e intuitivo l’uso. Ci sono ancora alcune cose da implementare, tra cui la disponibilità di API pubbliche (le Interfacce di programmazione delle applicazioni informatiche), cioè un sistema codificato con cui “interrogare” il sito per avere una risposta strutturata e leggere quello che vogliamo sapere.

Nonostante soldipubblici non lo preveda, abbiamo trovato una soluzione per ottenere quelle informazioni in maniera intuitiva dal telefonino.

Come? Grazie alla comunità degli opendata ed in particolare Spaghetti openData ho imparato tantissime cose, tra cui alcuni trucchetti tecnici e li ho usati per interrogare proprio siti come SoldiPubblici. In questo caso usando il servizio di messagistica Telegram e facendolo interfacciare con i dati presenti sul sito governativo grazie a un programmino scritto da me.

Come spende le tasse il mio comune me lo dice Telegram

Se ad esempio voglio sapere qualcosa su di un ente come il Comune di Prato – ma potrebbe essere un altro comune, una regione, un’azienda sanitaria locale, ecc. – con il mio “bot”, dopo aver digitato “comune di prato” avremo una risposta di questo tipo che ci fornisce il cosiddetto codice ente:

Quindi, dopo aver ricavato il “codice ente” che mi serve, posso fare la “vera richiesta.” Nell’esempio sotto se digito “%800000062?spese postali” riceverò le informazioni sulle spese postali del comune di Prato relativametne al 2014, al progressivo 2015 e all’ultimo mese rilevato:

Ovviamente posso ottenere altre istruzioni e trovare i credits digitando /start o cliccando Informazioni:

Bello no? Provateci.

La nuova stagione della trasparenza

Grazie poi allo Tsunami dei Bots di Telegram, in questo periodo mi sto divertendo molto a fare qualcosa che possa far conoscere il mondo dei dati aperti e la loro utilità nel quotidiano.

In particolare, dopo l’esperienza di Matteo Tempestini su Emergenze Prato, ho focalizzato l’attenzione su tantissimi Open data pubblici. La mia idea è portare a tutti la potenza dei dati. Per farlo serviva una piattaforma solida, presente su più sistemi operativi e hardware diversi (Mac, Linux, Windows, iPhone, Android, WindowsPhone ect), qualche piccola esperienza nell’uso degli opendata e un pò di fantasia. Qui trovate tutti i miei bots.

​A che serve tutto ciò? Abbiamo risolto il problema della corrruzione e delle inefficienze della PA con gli opendata?

No, certamente. Ma è un modo per aggredire il problema. Il nostro è un semplice esempio di riuso. Abbiamo già parlato dei bots sviluppati per la pubblica amministrazione di Lecce proprio su Che Futuro nell’articolo “Telegram nasconde i segreti, ma apre anche le porte del tuo comune“. E non ci siamo fermati qui. Ne abbiamo parlato anche ultimamente a proposito di trasporti pubblici su ForumPA. E continueremo grazie alle vostre segnalazioni.

Il movimento per la trasparenza è in fermento e noi abbiamo varie velocità. Ci sono delle eccellenze in Italia ma ancora non si può parlare di “sistema degli Open Data”. Spero che la nuova legge approvata ad Agosto (la cosidetta Riforma Madia) possa accelerare il processo, ma intanto, dal basso, diamo il nostro contributo al piano per la Crescita digitale.

Ah, dimenticavo, tutti i sorgenti dei miei programmi sono aperti in modo da permettere ad ogni PA o sviluppatore di riusarli gratuitamente. Li trovate su GitHub.

FRANCESCO PIERO PAOLICELLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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