Come ti cambio la gestione del rischio con la blockchain (e i suoi effetti sul business)

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Nonostante le prospettive sul mondo della gestione del rischio – e in generale sul business assicurativo – stiano cambiando molto su scala globale, come evidenziavano qualche giorno fa Rob Moffat su medium e Livio Huges sul blog di post*shift siamo tutti estremamente sorpresi di quanto i giganti del mondo assicurativo siedano tranquilli pensando che la loro industria sia – sostanzialmente – al riparo da ogni disruption.

D’altronde, come spiega efficacemente proprio Moffat nel suo pezzo, un nuovo attore che decida di entrare nell’industria delle assicurazioni deve superare almeno tre barriere fondamentali:

  1. quella regolatoria (come quello bancario il settore assicurativo è particolarmente regolato);
  2. quella del capitale (tradizionalmente gli assicuratori detengono il capitale necessario a rimborsare i propri clienti in caso di sinistro)
  3. quella della comprensione storica dei modelli di rischio e quindi dell’accesso ai dati e alle informazioni che rendono possibile il calcolo del rischio nei ai casi d’uso e alle fattispecie normalmente assicurate.

    Le cose tuttavia potrebbero cambiare velocemente.

Come cambiano i processi di business e la loro dipendenza dal rischio

Se su scala globale i fattori di rischio in grado di colpire le economie umane sembrano aumentare: gli attriti geopolitici, il rischio relativo al clima, le altre instabilità. In un altrettanto affascinante trend, la nostra economia e i processi di business che la compongono si stanno gradualmente spostando verso minori rischi “operativi”.

Di che stiamo parlando

Molte tendenze e nuovi fattori abilitanti spingono in questa direzione e cercherò di spiegare facilmente cosa intendo.

Prima di tutto, l’automazione è una potente tendenza: pensate ai veicoli autonomi; questi veicoli si troveranno a sostenere sempre meno incidenti, diminuirà a livello globale il rischio legato alla copertura assicurativa sui trasporti, sulla logistica e sulla mobilità e l’onere assicurativo si sposterà pian piano dal passeggero (che possiederà meno frequentemente l’auto che utilizza) alla flotta e, quindi, alle aziende con efficienze evidenti.

In poche parole, ad esempio, gli operatori di car-sharing pagheranno meno a livello aggregato rispetto a quanto avrebbero pagato i possessori delle auto il cui possesso viene oggi reso obsoleto.

In altri settori (si pensi alla salute per esempio) i processi supportati dall’intelligenza artificiale ci aiuteranno a ridurre l’impatto degli errori umani, migliorando l’esattezza delle diagnosi e delle cure personalizzate e, quindi, ancora una volta faranno diminuire, si spera, a livello globale del rischio legato alla salute.

La pervasività delle informazioni inoltre renderà i processi produttivi, sempre più automatizzati, meno dipendenti da informazioni inaffidabili.

Il rischio di portare avanti operazioni potenzialmente inutili che potrebbero creare rifiuti o errori (un semplice esempio: far passare un autobus su una strada senza passeggeri) sta diminuendo.

Pensate a come una informazione onnipresente può aiutarci a ottimizzare la logistica delle merci deperibili – come gli alimentari – eliminando fattori di rischio come le intossicazioni alimentari, gli incidenti e altro ancora. Inoltre è in continua crescita la disponibilità di informazioni storiche sulle persone e sulle imprese: potenti sistemi di gestione della reputazione nascono e si consolidano ogni giorno e questi sistemi ci aiutano a prendere meno rischi nell’attività economica, aiutandoci a selezionare i migliori fornitori e partners.

La produzione Just in time è anch’essa un modo efficace per eliminare sprechi e rischi logistici e – in aggiunta – è caratterizzata da processi più snelli e agili in grado di aiutarci a creare prodotti e servizi più precisi e rilevanti per i clienti, intrinsecamente diminuendo di nuovo il rischio legato ai processi di business.

L’unbundling del rischio e dell’azienda

Oggi quasi tutti conoscono la Blockchain – è stata spiegata ottimamente anche su CheFuturo – ma capire il suo impatto a lungo termine è un’altra storia.

Prima di tutto, nel medio lungo termine, la Blockchain sarà il luogo in cui verranno memorizzate tutte le informazioni rilevanti di cui abbiamo parlato finora, in maniera aperta e pubblica, e l’impatto di memorizzare informazioni relative rischio pubblicamente e in modo trasparente potrà essere assolutamente enorme sui modelli di gestione del rischio.

Quando tutte le informazioni relative ai processi di business sono memorizzate online con una latenza ragionevolmente bassa questo rende il rischio collegato sostanzialmente “disaggregato”: ad esempio pensate di poter accedere alla posizione georeferenziata di un camion, e alla temperatura interna (se ad esempio è coinvolto del cibo) o anche allo stato di salute del guidatore.

Se fino a ieri si doveva assicurare una distribuzione di cibo via camion dall’inizio alla fine el viaggio (o normalmente avere un accordo quadro tra la società di logistica e l’assicuratore) il fornitore di assicurazione di domani – che avrà un aspetto più simile a un high speed risk trader – potrà essere in grado di assicurare anche solo pochi minuti del percorso del camion o – magari una zona geografica specifica.

Avere le informazioni necessarie per calcolare il rischio pubblicamente disponibili e quasi in tempo reale aprirà dunque la strada per la negoziazione del rischio fatta dai sistemi autonomi (algoritmi e bot) e per una massiccia dose di disruption nell’attività assicurativa: un po’come abbiamo visto accadere nel trading finanziario con, appunto, l’High-frequency trading.

la penetrazione della Blockchain, le informazioni a disposizione del pubblico e l’aiuto dei bot e dell’intelligenza artificiale saranno essenziali

Lo saranno per la nascita di un vero mercato del rischio peer to peer e non mediato come è stato raffigurato giorni fa da coindesk. Nel futuro previsto da Olivier Rikken tre ruoli sono possibili:

  1. quello dell’utente che richiede un modello assicurativo personalizzato (insieme ad altri peers),
  2. quello dell’investitore che vuole monetizzare il capitale
  3. quello dell’assicuratore del futuro che si occupa più che altro di far incontrare questi due fabbisogni, una vera e propria piattaforma

Agendo come il fornitore del marketplace e dell’intelligenza, gli assicuratori guadagnano una serie di vantaggi: il capitale necessario per assicurare i clienti rimane agli investitori, così l’assicuratore, a sua volta, può operare con livelli minimi di capitale o nulli di capitale.” (Rikken su Coindesk)

La gestione del rischio è più facile ma identificare la responsabilità è più difficile

L’impatto della tecnologia Blockchain tuttavia probabilmente non si fermerà qui nel campo delle assicurazioni e della responsabilità. Potreste aver sentito parlare di DAO (Decentralized Autonomous Organization): essenzialmente una DAO è un complesso accordo tra pari, che vive nel codice. Assomiglia ad un organizzazione, ma non è legalmente costituita da nessuna parte e non ha personalità giuridica di sorta.

Il codice software può essere nella (familiare) forma di un’applicazione client che diversi pari decidono di utilizzare per aderire a una “rete” o nella forma (meno familiare) del cosiddetto “contratto intelligente” (smart contract).

Uno smart contract è un codice software speciale che – in sostanza – è gestito autonomamente dall’interazione dei software client che costituiscono la DAO e che è in grado di fare cose sempre più interessanti. Oggi uno smart contract può, ad esempio, essere in grado di trasferire fondi o proprietà quando si verificano condizioni particolari. Grazie a oggetti intelligenti come le “serrature intelligenti” (smart locks) come gli ethereum computer di Slock.it – essenzialmente attuatori collegati alla rete – la DAO sarebbe in grado non solo di aprire porte e finestre ma anche di o operare una automobile self driving o magari un drone e altro ancora. Ad un certo punto le funzionalità di una DAO potrebbero includere la capacità di acquistare prodotti, assumere appaltatori ed estendere l’impatto ben al di là del regno del software o degli oggetti smart. Alcuni framework per la creazione di DAO esistono già, come quello di Slock.it – https://daohub.org – e Fermat.

la DAO: eccitante come un Godzilla senza testa che cammina su casa tua

Suona emozionante eh? È eccitante esattamente come un Godzilla senza testa che inarrestabilmente cammina su casa tua. Impegnativo.

Le DAO sono infatti essenzialmente forme giuridiche non ancora riconosciute e ad oggi.

Cercare di citarle in giudizio o renderle responsabili di qualche problema potrebbe essere un compito arduo. Se nessuno la possiede potremmo essere tentati di pensare che nessuno è essenzialmente responsabile e che ognuno interagisce con la DAO a proprio rischio, un rischio che dovrebbe essere in grado di calcolare. Un po‘ come abbiamo fatto nei primi giorni di Bitcoin, si può essere tentati di dire: “usatelo a vostro rischio e pericolo”.

Ma siamo – come società – inclini ad avere a che fare con tale quadro di rischio e con questa passività verso soggetti così potenzialmente potenti? Non credo. Come alcuni hanno già sottolineato (leggete “Come citare in giudizio una DAO” che spiega egregiamente il quadro anglosassone) quando si tratta di valutare chi è responsabile, la legge – a seconda dei differenti codici di legge che abbiamo nei diversi paesi – sarà capace di trovare un modo per identificare il responsabile e, in alcuni casi, questo responsabile avrà i tratti del capro espiatorio, ovvero di colui che, magari inconsapevolmente, può finire per trovarsi addosso la maggior parte della responsabilità.

Quindi se da un lato le DAO, i contratti intelligenti e i dati pubblici sulla Blockchain rappresentano un nuovo e potente set di strumenti, in grado di eliminare le burocrazie e fare disruption degli incumbent, questi strumenti vanno in conflitto diretto con il concetto stesso di responsabilità in cima al quale abbiamo costruito la storia del commercio e dei i nostri affari.

Proprio questa discontinuità, penso, ci porterà a vedere una grande trasformazione del mercato per coloro che sono nel settore assicurativo e delle responsabilità legali (liabilities) e in generale per tutti i brand.

Il futuro delle assicurazioni sarà dunque da un lato disaggregato e commoditizzato – con il trading del rischio standardizzato e ad alta velocità sulla Blockchain – dall’altro, sarà un processo chiave per dare ai brand la possibilità di prendersi la responsabilità per i processi di business complessi e dinamici che essi creeranno combinando componenti come le stesse DAO, i contratti intelligenti, le risorse distribuite e la conoscenza aperta e open-source: quel “general intellect” che – malgrado la forza distruttiva – non può essere ritenuto legalmente responsabile.

In poche parole, le piattaforme (non solo nel settore assicurativo) saranno sempre più in grado di sfruttare strumenti distribuiti e costruire processi di business su attività e informazioni che essi non possiedono direttamente, ma delle quali saranno responsabili di fronte agli utenti e la legge: per farlo, la capacità di calcolare il rischio complessivo di tali complesse combinazioni, sarà una essenziale fattore nel decretare il successo del brand di domani.

Venite a parlarne con me a imparare come funzioneranno le piattaforme di domani a Firenze il 15 Giugno.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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