in

Conoscere a fondo la Costituzione in un BOT (e Telegram). Così le tecnologie sono abilitanti

innovaizone

A scuola lo Stato è presente quando leggiamo la Costituzione. E noi docenti dovremmo leggerla sempre ai ragazzi, indipendentemente dalla nostra disciplina. Nella Costituzione c’è un universo, nelle sue parole è scritta la nostra Storia passata, presente e futura. @CostituzioneItalianaBot ha messo il testo a disposizione di ogni cittadino nel luogo più familiare in questo momento, lo smartphone. E si può fare una ricerca tematica.

credits alpinimaggiora.com

SULLA PAROLA “LAVORO”

Se dovessi introdurre gli studenti ai temi e ai contenuti dei percorsi di Alternanza Scuola Lavoro inviterei i ragazzi a prendere il cellulare, scaricare Telegram, cercare il bot della Costituzione, avviare la ricerca sulla parola “lavoro”. Visti insieme, in sequenza, l’Articolo 1, l’articolo 4, l’Articolo 35 ci raccontano quanto sia stato lungo il percorso per arrivarci, perché ogni parola ha una storia, richiede una spiegazione, richiama un contesto, disegna un cammino.

NEL CUORE DEL TESTO

Ma non basta leggere, commentare, discutere. Bisogna che i ragazzi possano entrare davvero nel testo, sentirlo proprio, impadronirsene. Questo nuovo viaggio è nato così:

per entrare nel cuore del testo abbiamo provato ad entrare nel cuore del BOT, leggere e scrivere la Costituzione, il testo come è e il testo come è stato modificato per il referendum con l’obiettivo di conoscerla meglio.

Intorno alla Costituzione si è costruita un’esperienza di codocenza: gli studenti hanno letto e commentato in classe la riforma costituzionale sotto la guida del docente di Diritto e del docente di Storia. Hanno lavorato in un documento condiviso e inserito il testo modificato in corrispondenza del testo originale.

Competenze digitali e competenze di cittadinanza insieme per facilitare l’esercizio del pensiero critico, farsi un’opinione in maniera consapevole, non attraverso la lettura del già detto, digerito da altri, manipolato, ma scendendo nel cuore delle parole.

E’ facile, se qualcuno, armato di tanto amore, ha reso disponibile il testo della Costituzione nelle tasche di ogni cittadino.

I visionari sono tornati e la magia si ripete.

Una classe, la quinta A Scienze Applicate del Liceo Pepe di Ostuni. Il prof. Nicola Vignola, docente di Diritto con la passione per la Costituzione. Fedele Congedo, architetto, facilitatore di processi cognitivi. Abbiamo lavorato insieme e abbiamo fatto vivere quello che si scrive nel Piano Nazionale Scuola Digitale:

“UN’AZIONE CULTURALE E DI SISTEMA Cosa intendiamo per educazione nell’era digitale sarà chiarito, a partire dal Capitolo 3, dall’organizzazione stessa di questo documento. Ma si tratta prima di tutto di un’azione culturale, che parte da un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio aperto per l’apprendimento e non unicamente luogo fisico, e come piattaforma che metta gli studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita.

In questo paradigma, le tecnologie diventano abilitanti, quotidiane, ordinarie, al servizio dell’attività scolastica, in primis le attività orientate alla formazione e all’apprendimento, ma anche l’amministrazione, contaminando – e di fatto ricongiungendoli – tutti gli ambienti della scuola: classi, ambienti comuni, spazi laboratoriali, spazi individuali e spazi informali. Con ricadute estese al territorio”.

Le diverse competenze messe in campo nell’esperienza, di fatto hanno declinato quell’idea di scuola come “spazio aperto per l’apprendimento” e come piattaforma perché gli studenti possano sviluppare competenze per la vita.

COSI’ LE TECNOLOGIE DIVENTANO ABILITANTI

E come possono le tecnologie diventare abilitanti? Educando gli studenti all’uso corretto, responsabile, motivato della tecnologia, intesa come strumento di lavoro e di studio.

Accanto alle tecnologie abilitanti, ci sono i discorsi, complessi e contrastanti, su un testo fondamentale per la vita di noi tutti, in corso di possibile mutazione. L’idea è rendere il testo paesaggio, pagina e paese intellegibile. Un’unica radice di comunità. Così sulla parete della classe, rivestita di carta, accanto agli studenti, con loro, si scrivono 14 nuvole, distinte e affiancate: i nuclei che potrebbero variare.

Abbiamo iniziato da quelli, per percepire le questioni dominanti in modo sincronico. Questa piattaforma di lavoro evolve verso un passo successivo: nuovi gruppi di approfondimento, per aprire, prima del referendum, uno spazio libero di discussione con la più estesa comunità scolastica. Tutti insieme e in un solo giorno, dentro la Costituzione Italiana, con passione e responsabilità. Perché essa è testo e con-testo, profondamente pubblico.

FRANCESCO PAOLICELLI

Paola Lisimberti

Fedele Congedo

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

What do you think?

Scritto da chef

innovaizone

Il fund raising per le scuole? Sì, ma con delle regole

scienze

Contro i batteri alieni c’è un solo rimedio: una scienza open e partecipata