Quando si scrive un articolo, si scrive per raccontare delle storie, che siano esperienze umane, imprenditoriali, innovazioni o eventi, l’intenzione è quella di portare alla luce un fatto che merita di essere conosciuto. Ecco, questo è il caso per cui la storia di un manipolo di volontari, che si definiscono una fatticrazia, e che da 5 anni si impegnano in attività di grande valore per tentare di fare dell’Italia un Paese migliore, vale la pena di essere raccontata.
In un quadro politico di perdurante incertezza, un sistema sociale in trasformazione, dove le tradizionali forme di organizzazione sono entrate in crisi e sembrano avere grandi difficoltà a riorientarsi, e nuove forme di partecipazione attiva che si compongono nel paese facilitate dall’utilizzo dei social media, RENA organizza da 3 anni una Summer School per cittadini sul Buongoverno e la cittadinanza responsabile.
Un’esperienza che però non si iscrive nei tentativi di riorganizzazione della rappresentanza democratica, bensì in un cambio di paradigma.
Si parte dal presupposto, infatti, che per avere un Paese migliore ci sia bisogno di cittadini migliori, più consapevoli, più competenti. Non solo per agire e partecipare, ma per essere in grado di pensare, valutare e quindi controllare l’operato di una pubblica amministrazione, di un partito, di un politico. Sono molte le esperienze che oggi delineano l’attuarsi di una nuova visione della gestione della cosa pubblica: innumerevoli le pratiche di partecipazione e gestione dal basso (i progetti partecipati, dai bilanci all’urbanistica), le community di cittadini attivi. Si rende sempre più pressante la prospettiva della “wikicrazia“: la mobilitazione di una intelligenza collettiva, attraverso la collaborazione creativa tra amministratori, organizzazioni nonprofit, e soprattutto migliaia e migliaia di cittadini motivati a inventare, attuare e sorvegliare gli effetti dei nuovi schemi di interazione – abilitati dalla tecnologia – che possono rendere le nostre vite più produttive, importanti e socialmente responsabili; e la nostra società più aperta e coesa.
Tali istanze cominciano ad entrare anche nel vocabolario della politica, o meglio , di alcuni politici italiani, come Fabrizio Barca, che nelle sue recenti apparizioni pubbliche disegna un modello di partito e di governo aperto, in grado cioè di attingere all’intelligenza che risiede fuori dai palazzi del “potere”, in misura maggiore e migliore di quella che può appartenere ad una classe dirigente o ad un apparato funzionariale, ambienti comunque ristretti.
In questo quadro si inserisce la volontà di RENA di dare, a 30 cittadini meritevoli, una settimana gratuita di formazione residenziale a Matera, sui temi della politica e della tecnologia, degli Open Data, del rapporto tra cittadini e beni comuni e degli strumenti innovativi come il crowdfunding, ora a portata anche degli enti pubblici (vedi il caso di Palazzo Madama a Torino).
La scuola diventa una community di scambio tra partecipanti, che vengono selezionati attraverso una call pubblica (che scade il 14 luglio, affrettatevi!) e docenti: professionisti, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, accademici, innovatori e pionieri. Non vanno a Matera per assistere a delle lezioni, vanno per vivere insieme per una settimana, per studiare di giorno e riflettere in gruppo la notte, tra i Sassi e le luci da presepe di questa miracolosa città. Non si impara e non si insegna: si scambiano esperienze, si forniscono metodi e strumenti, si abilitano processi innovativi, si spargono i semi di una nuova cittadinanza, ispirata non solo dalla volontà di conoscere e partecipare, ma anche dalla coscienza si stare innescando, seppur piccoli ma importanti processi di cambiamento, nelle nostre vite, se non nel Paese.
Il programma della scuola approfondisce con casi pratici le stesse esperienze professionali dei docenti: tra gli altri ci saranno Alberto Cottica, autore di Wikicrazia, ed Ernesto Belisario avvocato del “diritto digitale”; Antonella Napolitano, editor europeo di Techpresident e Dino Amenduni, esperto di comunicazione politica. Si spazia anche sui temi dell’innovazione sociale, con gli operativi della Social Innovation Agenda italiana presso il MIUR; si danno strumenti per la valutazione delle politiche pubbliche e si portano casi studio internazionali: quest’anno con la presenza di Smàri McCarthy, information activist, tra i protagonisti del percorso partecipato per la nuova Costituzione islandese.
Ogni anno si determinano inedite sinergie, aumentano le persone che si interessano a questo percorso, aumenta la consapevolezza che piccoli processi diffusi possano generare risultati collettivi esponenziali. Ogni anno 30 persone tornano nei loro ambiti lavorativi e trasferiscono nella propria quotidianità, qualunque essa sia, la visione di una società aperta e collaborativa, arrivando a modificare la realtà dei contesti in cui operano.
La Summer School è un progetto collettivo, che si basa sul lavoro e l’adesione di molte persone e che ha bisogno di una community estesa di soggetti che ne condivida la visione e i valori. Per questo RENA da oggi lancia una campagna di crowdfunding a sostegno di un piccolo ma ambizioso progetto di “ricostruzione” del Paese, la Summer School, a cui si può partecipare, anche da lontano, donando il proprio contributo. Con i progetti di formazione e mentoring per giovani studenti (Informiamoci) e a Caccia di Pionieri l’ esperimento di “iperintelligenza” collettiva che mappa e mette in rete i Pionieri che innovano il nostro Paese, RENA è una storia che continua, con la perseveranza della goccia che scava la roccia.
Firenze,12 luglio 2013
FRANCESCA MAZZOCCHI