Contemporaneità comunicativa in Osvaldo Moi

default featured image 3 1200x900 1

Lo stile ricercato nei dettagli, la genialità e la creatività contraddistinguono le creazioni di Osvaldo Moi, un universo che si racconta attraverso la materia che si plasma e diventa linguaggio comunicativo di emozioni e sensazioni da condividere con chi ammira l’opera stessa.

Ogni elemento rappresentato trascina con sé la sua storia che attraverso la raffigurazione vuole raccontarla a un pubblico ampio, che possa cogliere quanta vita scorre dietro uno dei suoi tanti piccoli capolavori. L’arte non deve essere solo contemplata, ma vissuta perché l’emozione che sprigiona diventi un prezioso ricordo da conservare per sé.

Osservando queste sculture si coglie l’energia che ciascuna di esse sprigiona, non un semplice elemento d’arredo da avere in casa perché esso non solo arricchisce e abbellisce, ma inebria di vibrazioni chi l’ammira.

Attraverso la breve intervista che segue, avremo la possibilità di scoprire tutti i meandri dell’universo artistico di Osvaldo Moi.

Osvaldo Moi come definisce le sue creazioni?

Posso definirle il gioco adulto di un ragazzino, ironiche, armoniose, sempre in movimento e raffinate.

Come la scultura ha cambiato la sua vita e da cosa trae ispirazione?

Scolpire, creare con le proprie mani è un dono degli Dei; la possibilità di creare e dare un soffio di eternità alle proprie creazioni e a se stessi è un atto divino. Potersi esprimere nell’arte con il dono della manualità mi fa sentire molto fortunato e quando posso, cerco di dare all’infanzia indifesa. Credo che la scultura, mi abbia reso più riflessivo ed equilibrato.

Traggo ispirazione per i miei lavori da tutto e da nulla, ciò che creo mi appare nella mente a occhi aperti.

Per me scolpire, intagliare incidere, disegnare è come per un giornalista prendere appunti. Le mie lumache sono il gioco di ombre e luci della mia infanzia. Quando mi chiedono una scultura per un locale, un salone, una casa, un evento sportivo, una competizione, cerco di conoscere, analizzare, cogliere sfumature, gli aspetti della personalità del committente o dell’evento affinché io possa soddisfarne le aspettative.

Qual è la sua storia prima di dedicarsi completamente alla scultura?

Da piccolo non ero mai fermo, alle elementari smontavo la lametta dei primi temperini per intagliare faccette sulle matite di legno. Ero il terrore per i maestri e i professori, ai colloqui con gli insegnanti o con gli amici mio padre giustificava le mie marachelle sottolineando che 100 ne facevo e mille ne pensavo.

Ho sempre sognato ad occhi aperti e progettato qualche attrezzo o marchingenio. Negli anni 90 ho inventato, brevettato e commercializzato delle forbici per parrucchieri. Non riuscivo a restar fermo e nella mia vita la curiosità è stata il mio motore. Forse con gli anni 80, l’inizio della mia carriera militare e di pilota di elicottero, ha messo un freno al mio estro e al mio scalpitare. Da una parte mi diede stabilità economica e la possibilità di dedicarmi ai miei due sogni viscerali, la cucina e la scultura. Il volo, la scultura e la cucina hanno un filo comune… l’armonia.

Quali materiali impiega per le sue opere e come gli sceglie?

Per una scultura credo che il legno sia l’eccellenza; profuma, è sempre vivo, è una nota, una marcia in più al movimento che hanno i miei pezzi. Il bronzo, l’alluminio, il granito, il plexiglass sono il giusto tocco raffinato. Ogni pezzo sembra che chieda il suo vestito, il suo giusto materiale.

Ci racconti cosa rappresenta per lei THE MOON.

In “The moon” l’uomo è tutt’uno con una ruota in corsa su una luna accennata come una virgola… uno spicchio. L’insieme rappresenta la genialità e l’ambizione dell’uomo, la sua costante corsa innovativa verso i suoi sogni. Dalla ruota alla luna, la corsa inesorabile all’evoluzione dell’uomo.

Cos’è per lei l’arte?

L’arte è vita, emozioni, sensazioni… la sublimazione dei sogni.

Quali sono i suoi committenti?

Stilisti, industriali, politici, attori, e semplici persone che adorano ammirare in casa delle opere raffinate, realizzazioni che danno emozioni allo sguardo e al tatto.

Cosa vede nei suoi progetti futuri?

Un atelier in Costa Azzurra e uno a Torino in Piazza San Carlo; m’immagino spesso a scolpire o disegnare in uno studio in costa azzurra, in un atelier nel borgo di Sant Paul de Vence in quell’atmosfera donata a quel borgo dai grandi impressionisti dello scorso secolo.

La presenza dei miei lavori nelle più importanti gallerie e musei del mondo, nel Centre Pompidou, al British Museum, nei 5 Guggenheim, al Moma, al Metropolitan museum of art (New York), all’Hermitage ( San Pietroburgo), ecc.

In giro per il mondo ad ammirare i gioielli della terra in compagnia di mia moglie Roberta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

What do you think?

Scritto da luxu

nautica

Gitana, lo yacht dei grandi viaggi

moda

Lemaire per Hermès punta tutto sul quotidiano